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Assemblea nazionale dell’Anm a Reggio Calabria

Di Anna Foti (www.reggiotv.it) il . Calabria

E’ una magistratura che non si arrende e annuncia battaglie altre e costanti quella che ieri si è riunita attorno al Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro, in occasione dell’Assemblea Nazionale dell’Associazione Nazionale Magistrati a Reggio Calabria. Una magistratura coesa, solidale ma anche consapevole e che continua a chiedere, e su questo davvero nulla di nuovo, mezzi e risorse per operare nella giusta dimensione di una macchina processuale e giudiziaria che solo dal gennaio 2010 è stata in grado di emettere 917 ordinanze di custodia cautelare in carcere e sequestri preventivi per un valore di 200 milioni di euro, di procedere al riesame con 836 procedimenti personali e 127 reati e di sottoporre 150 beni confiscati ad amministrazione giudiziaria per un valore di 600 – 700 milioni di euro. Dunque una giustizia che, senza una sinergia autentica di intenti e mezzi, dovrà faticare per mantenere questi standard di notevole livello ma che, al contempo, non potrà incrementare la sua azione. Il procuratore capo della Repubblica Giuseppe Pignatone è stato chiaro e irremovibile: «nonostante la necessità di rivedere e ritoccare incisivamente la geografia giudiziaria, noi continueremo le nostre inchieste a 360 gradi e applicheremo l’art. 112 della nostra Costituzione in cui è sancita l’obbligatorietà dell’azione penale in presenza dei presupposti di leggi, ogni qualvolta questi ricorreranno. Si prosegue sul cammino intrapreso ma, ad maiora, rimane alta l’attenzione». Come ha anche evidenziato il procuratore Nazionale Antimafia Piero Grasso, sulle istanze di potenziamento di organico in termini di magistrati come di personale di cancelleria, di adozione di strumenti legislativi che favoriscano, snelliscano facilitino l’applicazione della legge, il perseguimento del crimine mafioso soprattutto dal punto di vista patrimoniale, l’amministrazione della giustizia nella sua accezione più immediata per il cittadino e per la comunità tutta. Alla domanda di tutela deve seguire una risposta equa, tempestiva e certa nel tempo.  Senza questo salto di qualità, cui la politica è chiamata a dare il principale input, lo Stato non sarà forte e credibile e il cittadino non avrà fiducia e non si ribellerà. Dunque perderemmo tutti la sfida, perché “il loro nemico” inespugnato e inespugnabile rimane la coscienza civile vigile che indirizzi la politica e supporti la magistratura . Non avrebbero altrimenti detto, come confermato in alcune intercettazioni accennate dal procuratore capo di Palmi Giuseppe Creazzo, “se la gente si ribella per noi è finita”.Applausi sentiti dopo l’intervento di Salvatore Di Landro che in tempi duri di tensioni e intimidazioni in cui la violenza serpeggia parla di antichi sogni e ricorda il giudice Scopelliti, trucidato nella sua terra nell’estate del 1991. «Una memoria che è un monito – egli ha detto – affinchè oggi, con gli stessi rischi di allora, e questo è già di per sé un dato su cui riflettere (ndr), si faccia in modo che non accada più».

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