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Cinque anni dopo l’omicidio di Khashoggi, approvato dallo stato saudita, ancora niente giustizia

Amnesty International Italia il . Brevi, Criminalità, Diritti, Informazione, Internazionale, Memoria, Politica

Alla vigilia del quinto anniversario dell’omicidio, approvato dallo stato saudita, del giornalista Jamal Khashoggi, avvenuto il 2 ottobre 2018 all’interno del consolato dell’Arabia Saudita di Istanbul, la segretaria generale di Amnesty International Agnés Callamard ha reso nota questa dichiarazione:

“Cinque anni fa il brutale assassinio di Jamal Khashoggi scioccò il mondo, eppure il percorso verso la giustizia resta pienamente bloccato. Non c’è mai stata un’indagine indipendente e imparziale sul ruolo avuto da funzionari di alto livello dello stato saudita, mentre le autorità di Riad continuano a stroncare implacabilmente la libertà d’espressione nella totale impunità”.

“La sparizione forzata, la tortura e l’esecuzione extragiudiziale di Jamal Khashoggi sono crimini di diritto internazionale sui quali devono esserci indagini e processi in ogni stato del mondo attraverso la giurisdizione universale. È incredibile che invece di sollecitare giustizia per questo assassinio, la comunità internazionale continui a srotolare il tappeto rosso per i leader sauditi in ogni occasione, ponendo gli interessi diplomatici ed economici al di sopra dei diritti umani”.

Amnesty International continua a sollecitare un’indagine internazionale, indipendente e imparziale sull’omicidio di Jamal Khashoggi, in modo da identificare tutte le persone coinvolte, a prescindere da quanto sia alto il loro grado o status, e a processare i sospetti responsabili.

Ulteriori informazioni 

Le autorità saudite hanno chiuso il procedimento giudiziario per l’omicidio di Jamal Khashoggi nel 2019, con la condanna di otto imputati in un processo a porte chiuse privo di trasparenza e credibilità. Nel giugno 2019 un rapporto diffuso da Agnés Callamard, all’epoca Relatrice speciale delle Nazioni Unite sulle esecuzioni extragiudiziali, sommarie e arbitrarie, ha determinato che Jamal Khashoggi fu vittima di “un’uccisione extragiudiziale premeditata, di cui lo stato dell’Arabia Saudita è responsabile”.

Dopo l’omicidio di Jamal Khashoggi, sotto la guida del principe della Corona Mohamed bin Salman, le autorità saudite hanno intensificato la repressione fino a raggiungere un livello e una dimensione senza precedenti. Il 9 luglio 2023 un insegnante in pensione è stato condannato a morte per aver criticato su X (già Twitter) le politiche del governo.

Amnesty International Italia


Saudi Arabia: Still no justice for state-sanctioned murder of Jamal Khashoggi five years on

Ahead of the five-year anniversary on 2 October since the state-sanctioned murder of Saudi journalist Jamal Khashoggi in the consulate of Saudi Arabia in Istanbul, Amnesty International’s Secretary General, Agnès Callamard, said:

“Five years after Jamal Khashoggi’s brutal assassination sent shockwaves around the world, the path to justice for his killing remains fully blocked. An independent and impartial criminal investigation into the role played by high level officials is yet to take place and instead, Saudi authorities are continuing their relentless crackdown on freedom of speech with complete impunity.

“Khashoggi’s enforced disappearance, torture and extrajudicial execution are crimes under international law, which must be urgently investigated and may be prosecuted by any state through universal jurisdiction. It is appalling that instead of pushing for justice for his murder, the international community continues to roll out the red carpet for Saudi Arabia’s leaders at any opportunity, placing diplomatic and economic interests before human rights.”

Amnesty International continues to call for an international, independent and impartial investigation into Khashoggi’s killing to identify all those involved in the crime, however high their rank or status and ensure that those suspected of responsibility are brought to justice in fair trials.

Background

Authorities in Saudi Arabia closed Jamal Khashoggi’s case in 2019 after eight people were convicted in a closed trial which lacked credibility and transparency. A UN report released by then Special Rapporteur on extrajudicial, summary or arbitrary executions, Agnes Callamard, in June 2019 concluded that Jamal Khashoggi was the victim of “a pre-meditated extrajudicial killing for which the state of Saudi Arabia is responsible”.

Since Khashoggi’s murder, authorities in Saudi Arabia, under the leadership of Crown Prince Mohammed bin Salman, have intensified their chilling campaign of repression with unprecedented scope and scale. On 9 July, authorities sentenced a retired teacher to death after he protested government policies on the social media platform X (previously known as Twitter).

Amnesty International

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