La cultura contro le mafie
Il 10 agosto alle ore 18.00 presso i locali confiscati come bene mafioso al boss Provenzano, del vicolo Colletti, ora adibiti a luogo di ritrovo culturale e punto vendita dei prodotti di libera terra si è tenuto il convegno avente per tema pregnante il problema della maggiore o minore libertà di informazione e ciò che da questo deriva, inserendo inoltre la tematica del concetto di cultura intesa come strumento sostenibile e da sostenere come contrasto ai consorzi mafiosi di ogni tipo con palese e particolare riferimento alle mafie locali e quindi alla mafia siciliana nello specifico. Corleone Dialogos in collaborazione con il Laboratorio della Legalità e con il Patrocinio del Comune di Corleone discutono sulla Libertà di informazione nella casa confiscata alla famiglia Provenzano.
A intervenire, dopo i saluti del sindaco, che ha graziosamente assecondato e adempiuto al meglio il suo compito per la buona riuscita dell’incontro fornendo rassicuranti notizie riguardo il cambiamento che Corleone sta compiendo verso il cammino della legalità, in un sincretismo più che soddisfacente , Enrico Bellavia, giornalista di “Repubblica”, Pino Maniaci “Telejato”, Danilo Sulis “Radio 100 Passi e Giuseppe Crapisi “Corleone Dialogos”. Tra le suggestive e intense tele del pittore Gaetano Porcasi ha avuto luogo uno degli eventi che di certo Corleone non dimenticherà facilmente. Uno stuolo di giovani interessati e attenti, provenienti da Toscana e Lazio per lo più, hanno ascoltato, circondati da quell’alone quasi mistico e religioso che le rosse pareti emanavano.
Nonostante la sala fosse stracolma non è mancata la voglia di ascoltare storie di una vita vissuta al fianco di eroi come Peppino Impastato di cui Danilo Sulis e Salvo Vitale hanno fatto il debito elogio non adagiandosi solo sui trascorsi (ovviamente da non dimenticare o sminuire) ma attivandosi anche ferocemente contro tutte le storture di cui l’Italia, e chi la governa, si decorano o meglio, macchiano giornalmente. Enrico Bellavia, principalmente, in veste di parte direttamente coinvolta, in quanto giornalista, ha rivendicato a gran voce la libertà di informazione, senza la quale il popolo appiattito e “imburattinato” non riuscirebbe a carpire ciò che accade, eventi meritevoli o meno, creazione di nuove logge, etc …
E’ necessaria una nuova e più efficace tutela dei cittadini ottemperanti, di una repubblica laica e democratica che sta avviandosi verso un declino anticostituzionale. Pino Maniaci, col suo humor figlio di eventi che per quanto egli tenti di sdrammatizzare in modo ammirevole, quali il suo infame pestaggio,le ripetute minacce, la distruzione di beni mobili e una sequela interminabile di attacchi e lamentele quotidiane ha tentato di scuotere il più possibile l’uditorio anche con quel pizzico di colore nel linguaggio impregnato di foga e amore per la sua terra …
Si grida, parla, ride ma più di ogni cosa si riflette e questo il messaggio che Giuseppe Crapisi ha provato a lanciare denunciando tutta la passività che Corleone ha sofferto, ora c’è un’altra Corleone, una Corleone nuova che ricorda, che agisce, che non si accontenta più dello stereotipo che Mario Puzo le ha affibbiato negli anni 60’una “animosa civitas” che ciceroniamente ha chiesto alla mafia: “Quousque tandem abutere, patientia nostra?”(fino a quando abuserai della nostra pazienza?)
* Corleone Dialgos
Trackback dal tuo sito.