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Isola Capo Rizzuto, arresti per estorsione

Di Giuseppe Pipita (www.ilcrotonese.it) il . Calabria



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Tutto ruota intorno ad un terreno a
Capo Piccolo. Terreno che quei due uomini volevano ad ogni costo per
costruirvi un’abitazione a pochi passi dal mare. Per ottenerlo
erano disposti davvero a tutto, arrivando a minacciare pesantemente
il proprietario ma, come ha scritto il giudice nell’ordinanza di
arresto, era probabile che potessero commettere azioni ancora più
gravi nei confronti della sua famiglia.

Inoltre, secondo gli investigatori,
proprio dagli interessi che ruotano attorno a quel terreno sarebbero
scaturiti gli atti intimidatori di inizio luglio nei confronti degli
amministratori del Comune di Isola Capo Rizzuto.

Per questo Michele Pugliese, 44 anni,
pregiudicato, e Giuseppe Pullano, 25 anni, entrambi di Isola Capo
Rizzuto, sono stati arrestati dai carabinieri della Compagnia di
Crotone nella notte di sabato 31 luglio con l’accusa di estorsione
nei confronti di un medico.

A loro, la Procura della Repubblica di
Crotone è arrivata indagando sugli atti intimidatori avvenuti il 2,
3 e 5 luglio nei confronti del dirigente del settore urbanistica del
comune di Isola Capo Rizzuto, del vicesindaco Anselmo Rizzo e del
sindaco Carolina Girasole. Infatti, come ha spiegato nel corso di una
conferenza stampa il procuratore della repubblica, Raffaele Mazzotta,
“se da una parte l’indagine ha consentito di identificare con
certezza gli autori dell’estorsione per ottenere il terreno,
dall’altra ha permesso di ricostruire con estrema chiarezza la
dinamica degli eventi che ha portato alle intimidazioni contro gli
amministratori avvenute a luglio”. Tuttavia, è stato specificato
nella conferenza dal Procuratore, Pugliese e Pullano non sono
accusati di aver compiuto gli atti intimidatori.

Tutto, dunque, ruota intorno al terreno
di Capo piccolo. Un terreno di proprietà di un medico di Isola Capo
Rizzuto sul quale Maurizio Pugliese, insieme al genero Giuseppe
Pullano, avevano iniziato, nel mese di febbraio scorso, a costruire
un’abitazione.

Per farlo, però, secondo le indagini
eseguite dai carabinieri di Crotone, i due avrebbero costretto il
medico, attraverso minacce ripetute ed anche armate, a cedere in
comodato d’uso 200 metri quadrati della proprietà terriera.

La ricostruzione

Nella ricostruzione fatta dal
procuratore Mazzotta, è stato spiegato che della vicenda della
costruzione abusiva realizzata sul terreno del medico (che peraltro
non ha mai denunciato le minacce) è venuta a conoscenza il sindaco
di Isola Capo Rizzuto, Carolina Girasole e che l’Amministrazione
comunale, nel marzo scorso aveva intimato ai due uomini di bloccare i
lavori, per poi ordinarne l’abbattimento. L’ordinanza di
demolizione, a firma del sindaco e del dirigente del settore
urbanistica Agostino Biondi, è datata 25 giugno e viene notificata
il 29 dello stesso mese a Pullano e Pugliese.

Il procuratore, nel corso della
conferenza, ha fatto notare come a distanza di pochi giorni dalla
notifica siano avvenuti gli atti intimidatori nei confronti proprio
degli amministratori di Isola Capo Rizzuto e del dirigente Biondi.

Ordinanza di demolizione

Peraltro, dagli atti investigativi, si
evince che Pugliese, dopo avere ricevuto la notifica dell’ordinanza
di demolizione, si sia recato al Comune di Isola Capo Rizzuto dove
avrebbe protestato in modo violento verso il vicesindaco Anselmo Rizzo.

A questo punto, messi spalle al muro,
Pugliese e Pullano cercano di risolvere la vicenda cercando di farsi
cederedal medico, sempre attraverso pesanti minacce, la proprietà
del terreno.

Le minacce al medico

Così, lo scorso 19 luglio, ha rivelato
Mazzotta leggendo l’ordinanza di arresto, Pugliese si reca a casa
del professionista di Isola Capo Rizzuto per chiedergli di andare dal
notaio per firmare subito il rogito del terreno. Al rifiuto, secondo
quanto ha riferito il procuratore, Pugliese avrebbe minacciato il
medico dicendogli di ‘cominciare a guardarsi la famiglia’.

“L’indagine – ha detto il
procuratore Raffaele Mazzotta – ha consentito di aver prove
granitiche per quanto riguarda l’estorsione e di individuare il
quadro in cui sono avvenuti gli atti intimidatori, ma da qui a
ricavare che i tre incendi siano addebitabili a Pugliese e Pullano ce
ne passa. I due sono accusati di estorsione ma non di aver incendiato
le auto degli amministratori”.

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