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Salvini sul caso Vannacci invoca il diritto alla libertà di informazione. Da che pulpito!

Giuseppe Giulietti il . Diritti, Informazione, Istituzioni, Memoria, Politica, Società

Un tempo il giornalista coraggioso era quello che sfidava il potere, illuminava le oscurità, non temeva di indagare sulle oligarchie.

Ora la peggiore destra, politica e mediatica, sta cercando di cambiare narrazione e di indicare nei Vannacci di turno i nuovi eroi del libero pensiero, gli eredi di Giordano Bruno; invece di dare voce ai deboli, agli sfruttati, a chi scappa da guerre e torture, si levano inni a chi li insulta, a chi li disprezza, a chi vorrebbe sterminare i rom a colpi di napalm, vedi ex vice sindaco di Ciampino, approdato con Rocca alla regione Lazio.

Non ultimo è arrivato anche Salvini che ha invocato il rispetto del diritto alla critica e alla libertà di informazione.

Ma è lo stesso Salvini che ha chiesto e ottenuto la soppressione di Insider, la trasmissione di Roberto Saviano? È il medesimo che ha scagliato le sue querele bavaglio e poi è scappato non presentandosi in aula? É il camerata di cordata di quei ministri che hanno querelato Natangelo, il Domani, Giovanni Tizian… per fare qualche esempio?

Questo crociato dell’articolo 21 della Costituzione perché non ha mai voluto una legge contro le querele bavaglio e contro le intimidazioni verso i cronisti? È forse parente o amico di quelli che hanno tentato di intimidire chi, come Nello Scavo, Paolo Berizzi, Sara Manisera, Nancy Porsia, Nello Trocchia, Andrea Palladino e non solo, cercano di illuminare le gesta degli squadristi e i loschi intrecci con le mafie, anche al Nord?

Se davvero costoro hanno a cuore la libertà di pensiero alzino la voce per chiedere la liberazione di Julian Assange, chiedano all’Egitto di consegnare gli imputati per il sequestro e l’assassinio di Giulio Regeni, trovino la volontà di reclamare verità e giustizia per Andrea Rocchelli e Mario Paciolla, denuncino i trafficanti d’armi e mettano fine alle collaborazioni con i dittatori di ogni colore.

Sino a quando non avranno questo coraggio, stiano alla larga dall’articolo 21 della Costituzione e lascino in pace Giordano Bruno che, almeno da morto, a distanza di tanti secoli, avrebbe meritato rispetto e silenzio da parte della “nuova inquisizione”.

Il Fatto Quotidiano, il blog di Beppe Giulietti

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Articolo 21 non è ‘pregiudizialmente’ contro il governo: lo prendiamo persino sul serio

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