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Locri, “Il Crimine” non paga

Di Laura Galesi il . Calabria

Un murales per ricordare Peppe
Tizian il bancario di Bovalino ucciso, il 23 ottobre 1989, a colpi di
lupara mentre tornava a casa da lavoro. E’ passata da Locri la
quinta tappa della Lunga Marcia della Memoria, organizzata dall’associazione
daSud. E ha lasciato un segno indelebile: un murales per ridare dignità
alla memoria di Peppe e ridare colore al “muro della vergogna”. 

<< Il “Crimine” 
non paga. La Locride è anti’ndrangheta>>, e’ il contenuto
del murales realizzato sul “muro della vergogna” il 24 luglio dall’associazione
daSud. Quel muro, che costeggia la statale della morte,  la 106
all’altezza del museo archeologico di Locri, contro il quale Giuseppe
Tizian- un giovane bovalinese che lavorava al Monte dei Paschi di Siena
di Locri- è andato a sbattere con la sua macchina, dopo essere stato
massacrato e sfigurato dal piombo di una lupara senza volto, imbracciata
da due uomini in motocicletta. Uomini senza volto, ignoti. Una vita
spezzata, quella di Peppe. Una memoria estorta che daSud vuole ricordare
con  la terza “Lunga Marcia della Memoria”, dedicata quest’anno
ai nuovi linguaggi antimafia.  

Hanno assistito alla realizzazione
del Murales anche  i 24 ragazzi di Libera  provenienti da
Milano,  che dal 21 al 30 luglio saranno nella Locride per il “campo
di volontariato e di studio sui beni confiscati”, organizzato dall’associazione
Don Milani di Gioiosa Ionica e dal coordinamento di Libera Locride,
su un terreno confiscato concesso dal Comune di Gioiosa Ionica. <<
E’ un modo per mostrare ai ragazzi che vengono da altre parti d’Italia
che si può fare antimafia utilizzando tutti gli strumenti, dalla cultura
all’arte- dichiara Danilo Chirico di daSud>>. La frase scelta
per il Murales è volutamente provocatoria. “il Crimine” inteso
come grado della gerarchia ‘ndranghetista che ha dato il nome alla
recente maxi inchiesta condotta sull’asse Reggio Calabria-Milano. 

<< Utilizzare simboli
in chiave positiva per contrastare la simbologia mafiosa che crea consenso
intorno alla cosca, è uno degli strumenti che daSud utilizza per fare
antimafia- spiega Giovanni Tizian, figlio di Peppe e attivista di daSud- 
Nuovi linguaggi per raccontare la meglio gioventù del meridione, per
fare memoria dal basso e costruire la nuova identità meridionale fatta
di memoria, impegno e responsabilità.  Un velo d’oblio ha coperto
per anni la storia di mio padre- prosegue-  La sua storia rappresenta
un tassello del puzzle di dolore e mortificazione che il paese di Bovalino
e la Locride hanno subito dalla ‘ndrangheta. Vogliamo ricordarlo con
un disegno per coprire l’ingiustizia impressa, da vent’anni, su
quel muro della vergogna>>.   

Le indagini per la morte di
Giuseppe Tizian si sono arenate e dopo un anno il fascicolo è stato
archiviato. Caso chiuso, nessun colpevole. Rimane il metodo tipicamente
mafioso, l’arma con la matricola abrasa, i ricordi di chi ha visto
due soggetti a volto coperto in motocicletta, i sospetti su una donna,
moglie di un personaggio vicino alle cosche sidernesi e locresi, e i
buchi neri delle ispezioni bancarie. Tutti elementi, secondo gli investigatori
di allora, insufficienti per proseguire le indagini e approfondire una
sola di queste piste. << Con il Murales mi riprendo un  pezzo
di giustizia che mi è stata negata- conclude Giovanni- dopo vent’anni
la resistenza dei ricordi e la passione dell’impegno hanno restituito
colore e dignità a mio padre e ai suoi familiari.>>. 

Memoria, responsabilità 
e impegno rappresentano i cardini del percorso di daSud e dell’evento
itinerante iniziato il 5 luglio scorso a Roma,  in piazza di Spagna,
con un blitz per dire “No al Ponte sullo Stretto”, uno striscione
con scritto “Il Sud Frana e le mafie se la ridono dal Ponte” e una
consapevolezza: ribellarsi al potere mafioso è giusto, è doveroso. 
<< Se non lo facciamo noi chi deve farlo?>> . La seconda
tappa della Lunga Marcia è passata da Tabularasa, il contest di giornalismo
d’inchiesta, tenutosi a Reggio Calabria il 19 luglio, durante il quale
daSud ha incontrato l’ex magistrato Gherardo Colombo. Il 21 luglio
a Isola Capo Rizzuto è stata proiettata “Scuole Tossiche”, l’inchiesta
di daSud per Vanguard, il programma di Currenti Tv.  All’iniziativa
ha partecipato il sindaco di Isola Capo Rizzuto,   recentemente
vittima di pesanti minacce mafiose, alla quale daSud ha consegnato un
riconoscimento per l’impegno dimostrato nella lotta contro le cosche
crotonesi. Dalla provincia di Crotone, il 22 luglio, il cammino della
Lunga Marcia è proseguito in direzione di Pietra Cappa, il monolite
dell’Aspromonte sotto la cui ombra sono stati ritrovati i resti di
Lollò Cartisano, il fotografo rapito e ucciso per essersi rifiutato
di pagare la “tassa ambientale” alla ‘ndrangheta.  

Pietra Cappa e l’Aspromonte
rappresentano, ormai da tre anni, la tappa fissa della “Lunga Marcia”.
Il cammino, insieme ai familiari di Lollò, sui sentieri della memoria
lungo l’Aspromonte è uno dei momenti più emozionanti della Marcia
di daSud. Cinque chilometri di dura salita e silenzi, interrotti soltanto
dalle testimonianze dei familiari delle vittime della ‘ndrangheta.
Durante questo cammino sono state ricordate, oltre a Lollò Cartisano,
anche altre vittime della ‘ndrangheta della Locride: erano presenti
alla marcia i familiari di Tizian, Fava e Correale. L’associazione
daSud ha voluto consegnare alla figlia di Lollò, Debora, alcune tavole
con i disegni del fumetto che daSud sta realizzando sul padre. Dopo
le grafic novels su Don Peppe Diana e Pippo Fava, nel 2011 sarà pronto
il fumetto su Lollò. Ancora un altro linguaggio per raccontare liberamente
un pezzo di Calabria. Tutti i fumetti sono editi dalla Round Robin editrice.
Quest’anno  hanno camminato con daSud e i familiari di Lollò
anche i 24 ragazzi del “campo di volontariato e di studio sui beni
confiscati”.  

<< Camminare per ricordare
diventa, in quel luogo impregnato di mistero,  il simbolo della
volontà di riappropriazione della memoria dei giusti di Calabria
e delle sue bellezze naturali, seviziate dagli interessi delle ‘ndrine –
dichiara Giovanni Tizian>>. La Lunga Marcia, dopo una tre giorni
in Puglia, dove sarà ospite, dal 28 al 31 luglio, di FestaambienteSud,
tornerà in Calabria il 5 agosto, a Polistena, con la presentazione
del “Caso Valarioti”, il libro scritto da Alessio Magro e Danilo
Chirico. Un libro che ha ricevuto  un encomio del Presidente della
Repubblica, Giorgio Napolitano. Ma la Marcia di daSud non si arresta. 
Il 3 settembre sarà a Lamezia Terme con un’altra presentazione del
libro su Valarioti, a seguire concerti e mostre, il 4 settembre tornerà
a Reggio Calabria con un’iniziativa itinerante sui migranti e con
un camper anti’ndrangheta. La Lunga Marcia 2010 si concluderà dove
è iniziata, a Roma, con la festa per i 5 anni dell’associazione daSud.

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