Il ministro Urso contro Report, Ranucci «costretto a rettificare quanto ha dichiarato»
Durante l’audizione, l’esponente di Fratelli d’Italia accusa la trasmissione di aver riportato falsità su una vicenda già al centro di sue querele. Poi cita una denuncia di STMicroelectronics. La replica del conduttore: «La denuncia è contro ignoti, non contro Report».
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso torna ad attaccare la trasmissione Report (già al centro di sue querele per un servizio andato in onda la prima volta il 29 maggio) durante l’audizione in commissione di Vigilanza Rai di giovedì 3 agosto 2023.
La contesa legale riguarda un servizio basato su un’intervista a un assessore di Verona «che sosteneva – ricostruisce Urso – che il sottoscritto non avesse informato gli azionisti del consorzio, il Comune e la Provincia di un progetto per il sostegno economico all’Ucraina. Il progetto era stato invece presentato qualche mese prima in una conferenza stampa con circa 300 imprese, tv nazionali e locali, e accanto a me al tavolo c’erano il sindaco e il presidente della provincia».
Il ministro lamenta, fra l’altro, che nelle successive repliche del servizio mandate in onda non è stato dato conto «delle denunce né delle querele fatte non solo da me», né di «altri interventi fatti pubblicamente» o di «altre dichiarazioni», aggiungendo che anche STMicroelectronics ha presentato una denuncia alla procura di Roma «per violazione di proprie mail riservate» in quanto un giornalista di Report, in occasione di un colloquio con un dirigente della Società, è risultato essere in possesso di documentazione confidenziale.
«Nessuna violazione di mail da parte di Report», la replica del conduttore Sigfrido Ranucci alle dichiarazioni rese in Vigilanza dal ministro. «A distanza di pochi giorni – scrive il giornalista sui social – sono costretto a intervenire di nuovo per rettificare quanto ha dichiarato in commissione il signor ministro Adolfo Urso. Non corrisponde a vero che STM abbia presentato denuncia contro Report. La denuncia, come facilmente riscontrabile, è contro ignoti. E riguardava la presunta violazione di corrispondenza, che non è stata commessa certamente da Report, se mai fosse avvenuta. Report ha dato conto semplicemente di un documento, che secondo noi era omissivo e parziale, in base al quale una società quotata in borsa e partecipata dal Mef avrebbe dovuto riconoscere una consulenza a una signora esterna ai ministeri per favorire l’interlocuzione. Questo dovrebbe essere di interesse del ministero partecipante, cioè il Mef».
Inoltre, incalza Ranucci, «il ministro Urso ha fatto gratuitamente riferimento a un’audizione al Copasir, di cui è stato presidente, dell’ex parlamentare Andrea Ruggieri, che aveva chiesto di essere audito in merito a mie presunte minacce. Il ministro però – scrive ancora il conduttore – non ha tenuto conto di informare la Vigilanza che quell’audizione si è conclusa con un nulla di fatto, così come i due audit scaturiti da quelle vicende. Questo per amore di verità, e visto che nessuno si è degnato di farlo presente».
In audizione in Vigilanza, rivolto ai componenti della commissione, Urso tra l’altro aveva detto: «Voi avete affrontato il caso Report quando un vostro collega dovette denunciare alcune minacce a lui pervenute: quel collega ha investito il comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica che ha dovuto audirlo, come in questi casi accade. Sono atti pubblici, non ho altro da aggiungere».
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