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Mafia: 18 anni fa moriva Rita Atria, ‘picciridda’ di Borsellino

Da AGI il . Sicilia

Diciotto anni fa, il 26 luglio 1992,
Rita Atria, testimone di giustizia di appena diciassette anni,
si toglieva la vita gettandosi da un appartamento di viale
Amelia, a Roma. Suicida sette giorni dopo la morte del giudice
Paolo Borsellino. “Prima di combattere la mafia devi farti un
auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia
dentro di te, puoi combattere la mafia che c’e’ nel giro dei
tuoi amici. La mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di
comportarci”. Sono le parole Rita, nata Partanna (Trapani) il 4
settembre 1974, figlia di Giovanna Cannova e ‘don’ Vito detto
‘il paciere’, uomo di fiducia della potente famiglia mafiosa
degli Accardo. Ha solo 11 anni quando la mafia uccide il suo
amato padre, ‘posato’ perche’ contrario al nuovo business
dell’eroina. Il fratello maggiore, Nicola, lo vuole vendicare,
ma verra’ ucciso nel 1991, nonostante i tentativi della giovane
moglie, Piera Aiello, di fargli cambiare vita. Sara’ proprio
lei, diventando collaboratrice di giustizia, l’esempio per
Rita, che si dimostrera’ fonte preziosa per le indagini
condotte dalla Procura di Marsala guidata da Paolo Borsellino.  
Lei rimane sola, allontanata dalla madre, dalla sorella e dal
fidanzato. Si affida completamente a Paolo Borsellino con cui
instaura un rapporto affettuosissimo, quasi filiale. Solo lui
riesce a farla sentire protetta, anche quando, in seguito alle
minacce subite a Partanna, viene trasferita a Roma sotto falso
nome con l’amica e cognata Piera. Il 19 luglio 1992 il giudice
viene ucciso. Una settimana dopo, Rita si suicida lanciandosi
dal settimo piano. Lascia un bigliettino: “Adesso non c’e’ piu’
chi mi protegge, sono avvilita, non ce la faccio piu'”.  
“Attraverso le parole di Paolo – ha detto una volta Rita
Borsellino, sorella del magistrato ucciso – Rita era diventata
come una di famiglia, la nostra coraggiosa ‘picciridda’. Mi
piace ricordarla come la ‘picciridda’ della Sicilia e sperare
che il suo coraggio, come il coraggio di Peppino Impastato,
possano essere d’esempio a tanti altri giovani che come loro si
trovano legati alla criminalita’ da una condizione familiare”.  
Dopo due giorni di iniziative, oggi la conclusione delle
manifestazioni a Milazzo, dove sedici anni fa e’ nata
l’Associazione Antimafie “Rita Atria”. Attraverso il Forum
Sociale “Rita Atria”, alle 16, presso l’Associazione il Giglio,
al capo Milazzo, si fara’ un bilancio con l’aiuto di altre
realta’ associative provenienti anche dal nord. Alle 19 Messa
presso la Chiesa del Sacro Cuore. Verranno ricordate le vittime
di mafia. Infine, alle 20.30, in piazza Duomo, intervento di
Luigi Ciotti.

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