Segreto di Stato, le conclusioni della Commissione di studio
Due giorni
fa, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con delega ai
servizi segreti, Gianni Letta è stato ascoltato dai componenti del
Copasir. Fra i temi trattati, le conclusioni della Commissione di studio
sul Segreto di Stato. L’organo, voluto dal Governo nel tentativo di
fare ulteriore chiarezza sulla disciplina in materia di copertura dei
documenti ritenuti strategici per gli equilibri del paese, ha, infatti,
concluso l’attività presentando una relazione finale. Da quello che
emerge, però, il mistero connesso ad eclatanti casi della recente storia
italiana potrebbe ancora prevalere. Un velo questo che potrebbe allungarsi
anche su importanti fatti siciliani, dalla morte dell’agente Agostino
all’inabissamento del Dc-9 Itavia. Stando al gruppo di studio coordinato
dal presidente emerito della Corte Costituzionale, Renato Granata, “nei
sei mesi precedenti la scadenza del vincolo, il Presidente del Consiglio
o l’Autorità delegata, nel caso in cui ritenga di disporre la proroga,
ne informa senza indugio le Autorità originatrici”. Dunque, anche
dopo la scadenza del termine dei quindici anni, ed in ogni caso del
trentennio di copertura, previsti dalla legge n.127 del 2007, le proroghe
potranno intervenire.
La bozza di
regolamento predisposta dagli studiosi, infatti, aggiunge che “se
tali Autorità lo ritengono necessario, provvedono ad apporre o reiterare,
anche in proroga, la citata classificazione”. Tra prolungamenti procedurali
e particolari richieste di copertura, quindi, si rischia di porre un
segreto a tempo indefinito. Anche i membri del Comitato Parlamentare
per la Sicurezza della Repubblica, presieduto da Massimo D’Alema, hanno
deciso di prendere tempo. Nel corso della pausa estiva, verranno ulteriormente
approfondite talune parti della bozza definita dalla commissione Granata.
Il lavoro degli esperti confluiti all’interno dell’organo istituito
dalla Presidenza del Consiglio dovrebbe, poi, essere preliminare alla
ridefinizione della disciplina in materia, soprattutto in vista di talune
modifiche alla legge n.124 del 2007, varata dall’allora governo Prodi.
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