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Gli agguati della ‘Ndrangheta

Di Stefano Fantino il . Rassegne

Comincia la vigilia di Pasqua la devastante serie di agguati che in questi ultimi giorni hanno insanguinato il Crotonese. Vittima del primo agguato Luca Megna, figlio del boss Domenico, ucciso il 23 marzo mentre era in macchina. Nel tremendo agguato ferita gravemente la figlia di cinque anni, raggiunta da un colpo alla testa, esploso dai sicari.

L’agguato a Luca Megna

Il lancio Ansa è della mattina di Pasqua:

(ANSA) – CROTONE, 23 MAR – Luca Megna, di 37 anni, figlio del boss Domenico che e’ attualmente detenuto e’ stato ucciso in un agguato davanti alla sua abitazione. E’ stato raggiunto da colpi d’arma da fuoco mentre usciva dal garage sulla sua auto con la moglie e la figlia di 5 anni che sono state ferite e quindi portate all’ospedale di Crotone. La bimba, ferita alla testa, a causa delle sue gravi condizioni, e’ stata successivamente trasferita all’ospedale di Catanzaro dove sara’ sottoposta a intervento chirurgico.

Il 25 i giornali dedicano molto spazio alla vicenda, soprattutto alla luce della terribile sorte della innocente bimba, vittima del fuoco delle cosche. Il Quotidiano della Calabria, dedica quattro pagine di apertura alla vicenda focalizzando sulla gravità dell’agguato e la decisione degli Interni di inviare rinforzi a Crotone («Delitto Megna Rinforzi da Roma») e raccogliendo reazioni al clamoroso agguato: un invito alla maggiore presenza dello Stato da parte del governatore Loiero («Troppa violenza lo Stato sia forte, isoli i clan») , un grido di allarme per Forgione, presidente della Commissione antimafia («Gravissimo, colpita una innocente»). Pagina sei dedicata dal giornale a una analisi sui possibili sviluppi delle vicende legate all’esecuzione («Tregua finita, inizia la guerra»).

Concordano Unità, Gazzetta del Sud, e Mattino. Tutti e tre danno spazio alla notizia focalizzando sulla figura della bimba uccisa che viene, in maniere diversa, ripresa nei titoli dei tre quotidiani. «Guerra di clan, bimba in coma» per il Mattino, «In coma la bimba ferita nell’agguato al figlio del boss» e «L’”onore” della ‘ndrangheta: i killer sparano a una bimba» titolano rispettivamente Gazzetta del Sud e Unità. Apertura sulla notizia simile per Avvenire e Corriere della Sera. Spazio alla cronaca (vedi Avvenire) ma anche ricordo delle altre vittime, in un pezzo di Antonio Maria Mira per il quotidiano della Cei («Morti Innocenti, l’elenco infinito») e in uno specchietto per il Corriere della Sera.

Il delitto Cavallo

Martedì si ritorna a sparare. A Papanice, frazione di Crotone, perde la vita il ventisettenne Giuseppe Cavallo, considerato vicino al gruppo rivale dei Megna. Ferita anche la moglie ventiduenne. Lancio Ansa:

(ANSA) – CROTONE, 25 MAR – Nuovo agguato mortale nella frazione Papanice di Crotone, dove sabato e’ stato assassinato Luca Megna, figlio del boss Domenico. La vittima e’ Giuseppe Cavallo che era legato da rapporti di parentela, secondo quanto riferito dagli inquirenti, con Pantaleone Russelli, presunto affiliato alla ‘ndrangheta. I Russelli sono storici rivali della cosca Megna, il che induce gli investigatori a ipotizzare che l’omicidio di Cavallo e’ la risposta all’assassinio di Luca Megna.

«E’ guerra. Ucciso un autista, ferita la moglie»
titola la Gazzetta del Sud riportando in taglio basso la notizia delle condizioni gravi e stazionarie della figlia di cinque anni di Luca Megna. Grande spazio al delitto lo dedica il Quotidiano della Calabria, da pagina 4 a pagina 7, con la ricostruzione dettagliata dei movimenti delle ‘ndrine e le reazioni della classe politica (vedi pagina 4, pagina 5, pagina 6, pagina 7-1 e 7-2).

L’agguato mortale trova spazio anche su Unità («’Ndrangheta, a Crotone esplode la guerra tra cosche: nuovo agguato») e su Avvenire e Mattino che parlano di “faida” («Faida a Crotone Nuovo omicidio» e «Ancora un morto, faida senza fine»). Il quotidiano napoletano arricchisce il pezzo di cronaca con una infographics e un pezzo di supporto sugli appalti in mano alle cosche calabresi.

Nuovi agguati

Ma la scia di sangue non è stata arginata. Anche negli scorsi giorni si sono susseguiti agguati, alcuni apparentemente slegati, altri connessi con i primi omicidi. A Soverato è stato ucciso a fucilate un imprenditore edile, originario di Sant’Ilario dello Ionio (Reggio Calabria). Giuseppe Longo è stato ucciso sulla statale 280 mentre si recava all’aeroporto di Lamezia Terme (leggi su Avvenire, Corriere). Nel crotonese invece il trentatreenne Francesco Capicchiano è stato ucciso a Isola di Capo Rizzuto (vedi Avvenire, Repubblica). Nel reggino invece ha trovato la morte Silvestro Galati, 20 anni compiuti da poco, in pieno giorno ed in pieno centro, a Seminara, in provincia di
Reggio Calabria. Era incensurato, ma fidanzato con la figlia di Carmine
Demetrio Santaiti, presunto boss dell’ omonima famiglia di Seminara.

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