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Il gesto a metà di Nicola, ‘O Americano

Di Peppe Ruggiero il . Campania, L'analisi

Tanto tuonò che alla fine piovve. Le dimissioni di Cosentino non sono altro che una piccola pioggerellina estiva. Intensa ma breve. Il tempo di rinfrescare l’aria. Si potrebbe quasi dire che il dossier contro Caldoro fa più’ paura della Camorra. Anzi perché non dirlo. Non si
riesce più a tenere il conto dei pentiti che hanno chiamato in causa il sottosegretario per ”amicizie” con il clan dei Casalesi. Insufficienti però in questi anni a “redimerlo” per  lasciare gli incarichi di Governo. Ora invece davanti allo scandalo P3, Cosentino lascia. Non totalmente.  Strategicamente rimane  coordinatore campano del Partito di Berlusconi. Un gesto a metà. Una dimissione che sembra quasi una vittoria.  E che fa paura. Mantiene il potere e l’influenza nella sua Campania. Una regione   che dovunque  la guardi, da destra o da sinistra,non esprime una classe politica degna di questo nome.

Cosentino a Roma si dimette per dossier contro Caldoro. Ma a 200 km di distanza  mantiene il suo ruolo di coordinatore del principale partito che appoggia il  Governo Caldoro. Come possono essere compatibili le
due situazioni? Chi continuerà a comandare in Campania? Che margini di manovra e di autonomia detiene il neo Governatore ? Tante domande. Difficili prevedere le risposte. Con unica  certezza: per il Governo della Regione si prospetta un inverno di veleni, di instabilità e di scarsa trasparenza. Ancora una volta, al di la’ dell’operazione di facciata, l’onorevole Cosentino ne esce alla grande. Si dimette per “la
causa”. Un grande gesto di responsabilità istituzionale. Sempre per la stessa causa si dedicherà maggiormente alla sua Regione. Distrae e fa calare  il silenzio sulle “dichiarate” frequentazioni con camorristi di
rango. Riesce a far unire l’opposizione che esulta come una  loro vittoria. Ancora una volta Nicola Cosentino, o’ Americano, ci ha visto giusto.

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