L’associazione “Articolo21” è sempre più intersezionale
L’associazione “Articolo21”, nata nel febbraio del 2002 sull’onda dell’occupazione di Fininvest-Mediaset dell’immaginario collettivo e dell’omologazione allo spirito commerciale del servizio pubblico radiotelevisivo, nonché contro censure o bavagli, via via ha allargato enormemente i confini della sua visuale: dal teleobiettivo al grandangolo, dal locale al globale.
Si potrebbe definire la comunità legata soprattutto alla difesa attiva e costante alla difesa della Costituzione italiana come un’associazione intersezionale. Vale a dire, se resta ferma la centralità della lotta sempre più rilevante per il diritto di informare e di essere informati, da tempo ormai l’attività si è estesa verso le tutele di ogni libertà, a cominciare dall’antifascismo e dalla strenua azione per la pace, che è valore universale e insopprimibile come ci ricorda Papa Francesco e ha da essere perpetua secondo Kant.
Non per caso “Articolo21” è parte integrante della Tavola della Pace e della Marcia Perugia-Assisi dirette da Flavio Lotti, e pure della coalizione Europe for Peace.
In tale contesto, proprio ad Assisi – dove si sono lanciate negli anni passati le suggestioni sull’importanza delle parole- si è tenuto un convegno di enorme valore dedicato a Julian Assange, coordinato da Giuseppe Giulietti ed Elisa Marincola.
L’associazione aveva mesi fa avviato il percorso del riconoscimento politico e professionale del fondatore di WikiLeaks, iscrivendo virtualmente il giornalista australiano nei suoi ranghi.
Così, con atti di grande importanza, l’Ordine dei giornalisti e la Federazione della stampa hanno riconosciuto il ruolo professionale di Assange, che una campagna malvagia non voleva si potesse riconoscere. Simile scelta è stata fatta da ben 19 organizzazioni sindacali in Europa. L’hanno ricordato il segretario dell’Usigrai Daniele Macheda e, con messaggi registrati, Vittorio Di Trapani e Carlo Bartoli.
Alla manifestazione di Assisi, parte integrante delle giornate pacifiste – come hanno sottolineato Flavio Lotti, la sindaca Stefania Proietti e padre Enzo Fortunato del Sacro Convento di Assisi – sono interventi l’autrice de “Il potere segreto” Stefania Maurizi e il direttore di WikiLeaks Kristinn Hranfsson.
Quest’ultimo ha descritto con cura argomentativa e passione i motivi che hanno portato da 13 anni Assange a perdere la libertà e a correre il rischio di una condanna negli Stati Uniti a 175 anni di carcere. Sono ancora in corso, infatti, le procedure giudiziarie nel Regno Unito volte ad estradare oltre oceano il “nemico pubblico”, colpevole di aver rivelato i crimini delle guerre in Iraq e in Afghanistan o i colloqui scabrosi tra le Cancellerie.
Hranfsson e Maurizi sono strenuamente impegnati ad alzare la bandiera della libertà, perché se Assange venisse condannato l’intero diritto di cronaca finirebbe nel mirino della repressione e della censura.
All’iniziativa ha preso parte con un collegamento online la moglie avvocata Stella Moris, impegnata in una lotta instancabile e mai piegata da una vicenda tanto crudele.
“Articolo21” partecipa con nettezza, insieme ai comitati “FreeAssange” e a “La mia voce per Assange”, ad una mobilitazione che so concluderà quando Assange sarà liberato.
Non esistono, ovviamente, vittime privilegiate: l’autoritarismo è sempre deprecabile, qualsiasi sia la collocazione di chi è colpito nel mappamondo geopolitico.
Infatti, siamo in campo per il giornalista statunitense Evan Gershkovich, arrestato in Russia lo scorso 29 marzo e per i giornalisti in carcere in Iran o in Turchia o in Russia o in Cina o in Ucraina. Ovunque sia messa in causa la libertà di espressione va accesa la luce della Resistenza.
Ugualmente, è compito dell’associazione tenere alta l’attenzione sulle vittime dei regimi: da Alpi, a Regeni, a Paciolla, a Toni e De Paolo, eroine ed eroi da non dimenticare.
Ci siamo, sempre. Non a dispetto dei santi, bensì con un Santo: Francesco.
Fonte: Articolo 21
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