Minacce a Borrometi: in appello confermata l’aggravante mafiosa
Il legale di Venerando Lauretta, condannato ad un anno e tre mesi, ha annunciato ricorso in Cassazione. Scritti su Facebook gli insulti al condirettore dell’Agi.
Confermata l’aggravante mafiosa anche nel processo di appello a Venerando Lauretta per le minacce al giornalista e condirettore dell’Agi, Paolo Borrometi. Minacce aggravate, hanno stabilito i giudici, oltre che dal metodo mafioso, anche dalla continuità e dalla recidiva.
In appello, la pena è stata rimodulata da 1 anno e 6 mesi del primo grado a 1 anno e tre mesi. Il legale di Lauretta, l’avvocato Matteo Anzalone, ha preannunciato ricorso in Cassazione.
Venerando Lauretta, 54 anni, di Vittoria (Ragusa) già condannato per mafia, venne rinviato a giudizio su richiesta della Procura distrettuale antimafia perché su Facebook aveva scritto a Borrometi: “Il tuo cuore verrà messo nella padella. E dopo me lo mangerò capito…”
E ancora: “Comunque ti verrò a trovare pure che non vali neanche i soldi del biglietto… Sarò dietro la tua porta, mi viene da ridere pensando il giorno che sei tra le miei mani, ti devo accecare con le dita. Pezzo di m., hai toccato un tasto sacro, non ti salva neanche Gesu Cristo, m. infame!!!!! pure che mi arrestano c’è chi vieni a cercarti… ora ti faccio passare la voglia di vivere, adesso non abbiamo nulla più da ragionare, io ho preso la mia decisione, di giocarmi la mia libertà”.
Minacce suscitate da alcuni articoli pubblicati sul sito di inchiesta giornalistica “La Spia”, diretto da Borrometi, che indicavano in Lauretta il socio occulto di un box al mercato ortofrutticolo di Vittoria. Le successive indagini portarono alla chiusura del box in questione.
Nel processo si erano costituiti parte civile la Federazione nazionale della stampa e l’Ordine nazionale e regionale dei Giornalisti.
La sentenza di primo grado che risale a settembre del 2018, e che era stata pronunciata dal Tribunale collegiale di Ragusa, aveva portato anche al risarcimento danni da liquidarsi in separata sede per le parti civili, e al pagamento delle spese per ogni patrocinatore per 1.500 euro ciascuna.
Lauretta a giugno del 2021 era stato condannato sempre in primo grado dal giudice monocratico a 800 euro di multa per le frasi ingiuriose pubblicate sempre a commento di un articolo.
Risale a settembre del 2021 l’ultima condanna in abbreviato per Lauretta, per diffamazione aggravata dall’utilizzo dei social network. Anche in quella occasione, assieme ad altre persone (4 le condanne e un’assoluzione) Lauretta aveva scritto insulti rivolti a Borrometi ed era stato condannato anche in questo caso, al pagamento di 800 euro di multa e al risarcimento di 1000 euro alla parte offesa.
* AGI, Agenzia Giornalistica Italia
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