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Corte Conti, beni sequestrati in aumento ma criticità nel riutilizzo

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Cgil e Libera: aprire tavolo su beni confiscati.

Con la delibera num. 34\2023\G, la sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazione dello Stato della Corte dei Conti ha pubblicato un report sulle funzioni svolte dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC).

La direzione del documento è nella stessa direzione che le riflessioni della rete associativa e territoriale di Libera e Cgil già da diverso tempo stanno portando avanti: è giunto il tempo di aprire un tavolo di lavoro e di confronto fra i soggetti sociali e il governo sulla gestione dei beni sequestrati e confiscati.

Per superare le criticità attuali che la Corte dei Conti evidenzia, dobbiamo accrescere il livello di trasparenza delle Pubbliche Amministrazioni in materia di beni confiscati. Dobbiamo cioè affermare la piena conoscibilità dei dati e delle informazioni in modo che possa essere da stimolo per la partecipazione democratica dei cittadini e delle cittadine. Dobbiamo coinvolgere il terzo settore come presupposto per tutti gli interventi normativi pubblici e per gli interventi di sostegno finanziario pubblici e privati. Dobbiamo mettere a sistema tutti i finanziamenti pubblici (locali, nazionali e di derivazione europea) che possono trovare negli immobili confiscati strumenti di realizzazione delle politiche pubbliche e in particolare le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza Next Generation Eu.

La stessa valorizzazione dei beni confiscati non dovrà riguardare soltanto opere di ristrutturazione e ri-funzionalizzazione, ma comprendere la fase di start up e di gestione delle esperienze di riutilizzo, così come, gli interventi di sostegno dovranno interessare tutte le Regioni e non solo il Sud e le Isole.

Il Codice Antimafia deve essere attuato in tutte le sue positive innovazioni, quale strumento efficace di contrasto patrimoniale alle mafie con l’effettiva estensione ai corrotti delle norme su sequestri e confische previste per gli appartenenti alle mafie. Dobbiamo garantire il diritto al lavoro, sostenendo le esperienze dei workers buyout e di cooperative di lavoro nate all’interno di aziende sequestrate e confiscate, garantendo la tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate e un supporto adeguato al fine della loro continuità imprenditoriale.

Libera, ogni 07 marzo (in occasione dell’anniversario della legge num. 109\96 sul riutilizzo sociale) pubblica una mappatura sui soggetti del terzo settore che gestiscono beni confiscati: quasi 1000 realtà che in questi anni hanno animato spazi comuni, trasformandoli in luoghi di comunità. La strada è questa.

Ecco che i benpensanti cavalcano questa situazione chiedendo a gran voce la vendita dei beni,dimenticando che in alcuni casi la vendita ad alcune categorie di soggetti è già possibile come extrema ratio, e come tale deve essere considerata. Noi siamo nettamente contrari a questa sciagurata ipotesi e ci batteremo con tutte le nostre forze per evitarla. Sarebbe un regalo alle mafie e una resa incondizionata da parte dello Stato.

Libera e Cgil continuano l’impegno per una mobilitazione forte: il riutilizzo dei beni confiscati rappresenta uno strumento formidabile di contrasto alle mafie e alla criminalità organizzata.

Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie

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