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“Moro. L’ultima battaglia”, un podcast che racconta gli ultimi giorni dello statista ucciso dalle BR

RayPlay Sound il . Brevi, Costituzione, Criminalità, Istituzioni, Memoria, Politica, Società

“Finché non riusciremo a capire per intero le ragioni della sua morte non saremo davvero padroni del destino del nostro paese”. Lo dichiarò Sergio Mattarella di fronte alla prima Commissione Parlamentare d’inchiesta sul rapimento e l’assassinio di Aldo Moro.

Questo podcast di Rai Radio 1 cerca di capire quelle ragioni. L’autore, Piero Badaloni, lo fa partendo dalle lettere scritte da Moro durante la sua prigionia per convincere il governo e i partiti ad aprire un dialogo con le Brigate Rosse, per ottenere la sua liberazione. È stata l’ultima battaglia politica e umana della sua vita. Perché finì così tragicamente?

“Sono stato ucciso tre volte, per insufficiente protezione, per rifiuto della trattativa, per la politica inconcludente” confida Moro alla moglie, in una lettera d’addio mai recapitata. È il messaggio di una persona non più capace di intendere e volere, come in tanti vollero da subito far credere che fosse diventato il prigioniero delle BR?

Dalle testimonianze raccolte in questo podcast, emergono delle ipotesi inquietanti sulle vere cause della morte di Aldo Moro.

Ascolta gli episodi

1. La scelta della linea dura

Nella sua prima lettera dalla prigionia Aldo Moro invita il ministro dell’Interno Cossiga, il capo del governo Andreotti e gli amici, a riflettere opportunamente sul da farsi, “per evitare guai peggiori” scrive. Ma l’invito viene ignorato: governo, DC e partito comunista, scelgono da subito la linea dura. Perché questa gran fretta? Il ministro dell’Interno Cossiga, subito dopo il rapimento, crea un comitato per la gestione della crisi: 11 dei 12 componenti sono piduisti. Perchè questa scelta? La P2 è contraria al compromesso storico voluto da Moro. È già decisa la sua sorte?

2. I condizionamenti esterni

“Vi è forse nel tener duro contro di me una indicazione americana o tedesca?”, chiede Aldo Moro in una lettera. Quarant’anni anni dopo, la seconda Commissione Parlamentare d’inchiesta sul suo rapimento conferma l’esistenza di collegamenti esterni, sia per il governo italiano che per i brigatisti. Quanto condizionarono queste entità esterne i comportamenti dell’uno e degli altri? Perché durante i 55 giorni del sequestro non ci fu alcuna riunione formale degli organi statutari della DC, come richiesto più volte da Moro nelle sue lettere? E se ci furono trattative segrete, chi e come le portò avanti?

3. Il dilemma finale

Fino alla fine Moro inviterà i compagni di partito ad abbandonare la linea della fermezza, senza ottenere risultati. È deluso, ma nonostante tutto, resta ottimista. Cosa lo spinge ad esserlo? Chi gli fa credere di essere sul punto di tornare libero? Sembra che la sua lettera di dimissioni dalla DC possa contribuire a cambiare le cose, ma non viene recapitata: perché? Chi e che cosa fa cambiare idea ai brigatisti? Chi fa fallire all’ultimo istante le trattative segrete? E da dove arriva l’ordine di uccidere Aldo Moro? Dall’esterno o dall’interno del gruppo terrorista?

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