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Aldo Moro, Peppino Impastato e la Costituzione

Rocco Artifoni il . Costituzione, Criminalità, Diritti, Istituzioni, Mafie, Memoria

Il 9 maggio del 1978, 45 anni fa, furono uccisi Aldo Moro e Peppino Impastato. Due uomini con storie diverse, con valori che li accomunano e con destini che si sono intrecciati nell’epilogo.

Aldo Moro fu uno dei padri della Carta Costituzionale. Peppino Impastato potremmo dire che fu uno dei figli della Costituzione. La Costituzione entrò in vigore il 1° gennaio del 1948, Peppino nacque cinque giorni dopo. Ovviamente il nesso non è soltanto una coincidenza anagrafica.

Aldo Moro si impegnò politicamente affinché la Costituzione trovasse “senza indugio adeguato posto nel quadro didattico della scuola di ogni ordine e grado”. Peppino Impastato cercò di dare concreta attuazione ai valori costituzionali.

La Costituzione riconosce il diritto alla libertà e il rispetto della dignità di ogni persona. Peppino Impastato rifiutò anzitutto l’opprimente cappa della mafia, che calpesta i diritti e la vita dei cittadini.

La Costituzione fissa il compito di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale. Peppino Impastato partecipò alla “Marcia della protesta e della speranza”, organizzata da Danilo Dolci, dalla Valle del Belice a Palermo, per promuovere lo “sviluppo sociale ed economico della nostra terra”.

La Costituzione pone il lavoro a fondamento della Repubblica. Peppino Impastato fu tra gli organizzatori e i protagonisti di alcune manifestazioni dei disoccupati e dei contadini sfruttati dai latifondisti.

La Costituzione tutela il paesaggio della Nazione. Peppino Impastato condivise le lotte contro la speculazione edilizia, l’apertura di cave da riempire di rifiuti, la realizzazione di un villaggio turistico su un terreno demaniale, la costruzione di una nuova pista dell’aeroporto di Palermo.

La Costituzione promuove lo sviluppo della cultura. Peppino Impastato promosse e animò attività culturali con l’obiettivo di coinvolgere soprattutto i giovani con cineforum, teatro, mostre, dibattiti e musica.

La Costituzione ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Peppino Impastato solidarizzò con i popoli oppressi e lottò contro le armi atomiche e la guerra.

La Costituzione sancisce il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione. Peppino Impastato scrisse su una rivista (sequestrata) e fondò una radio di controinformazione.

La Costituzione stabilisce che l’iniziativa economica non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. Peppino Impastato si impegnò a contrastare le attività private, soprattutto illegali, che violavano i principi costituzionali.

La Costituzione pretende che chi ricopre funzioni pubbliche debba adempierle con disciplina e onore e che abbia il dovere di essere fedele alla Repubblica, osservando le leggi e soprattutto la Costituzione. Peppino Impastato denunciò pubblicamente le collusioni delle istituzioni con la criminalità e la corruzione nelle amministrazioni locali.

La Costituzione prescrive l’obbligo del pagamento delle imposte per concorrere alle spese pubbliche. Peppino Impastato documentò lo spreco di soldi pubblici spesso collegati a interessi mafiosi.

La Costituzione indica il diritto alla libera associazione in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica. Peppino Impastato si candidò al consiglio comunale e fu ucciso durante la campagna elettorale.

La Costituzione richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Aldo Moro e Peppino Impastato furono uccisi perché non derogarono a quei doveri.

La loro memoria ci restituisce due significativi percorsi di vita, due esempi da seguire di cittadinanza attiva. A noi il compito di riconoscerli come un padre e un figlio degni della nostra Costituzione.

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