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Marcia della Pace, Brescia e Bergamo si abbracciano simbolicamente a Palazzolo

Enrico Mirani, Paola Gregorio * il . Associazioni, Cultura, Diritti, Giustizia, Guerre, Lombardia

«Pace, pace, pace» grida la folla mentre il fondatore di Libera, don Luigi Ciotti, saluta e abbraccia i sindaci bresciani e bergamaschi, alla base del ponte Sara Giusi a Palazzolo.

L’incontro sull’Oglio

Sono le 15.09 e i due cortei della Marcia per la Pace si sono appena incontrati. Quasi 5.000 persone partite sei ore prima da Bergamo e Brescia. Tante bandiere arcobaleno, musica, magliette che dicono basta alla guerra. E decine di sindaci bresciani e bergamaschi. I due cortei sono arrivati quasi insieme poco dopo le 15. Abbraccio, saluti, sventolio di bandiere e striscioni. Poi tutti al vicino Parco Metelli per parole e musica.

Con i discorsi, fra gli altri, di don Ciotti, don Fabio Corazzina, Cecilia Strada, la figlia di Gino Strada, fondatore di Emergency, di cui lei stessa è stata per anni presidentessa. Ben prima dell’arrivo dei due cortei piazzale Papa Giovanni XXIII a Palazzolo era già gremito di persone in attesa. Canti, balli, giochi. Una festa nel nome della pace.

«Bellissima questa manifestazione. Le istituzioni di due città che si uniscono per la pace e portano con loro migliaia di cittadini» sono state le parole di don Ciotti a Palazzolo. «Serve una forte rivolta delle coscienze per spingere alla pace in Ucraina ma non dobbiamo dimenticare le altre 59 guerre. Eventi come questa marcia sono segni importanti, donne e uomini stanchi di discorsi. Intanto si continua a sparare, ad ammazzare, continua il dolore di madri, padri, figli di tutte le parti coinvolte nelle guerre».

La partenza da Brescia

Un serpentone colorato e pacifico con in testa alcuni sindaci e amministratori bresciani. La Marcia per la pace che nell’anno della Capitale della Cultura unisce Brescia e Bergamo è partita puntuale dal capolinea della linea tre del Villaggio Badia quando era trascorso un quarto d’ora dalle nove.

Ad aprire il corteo, con tamburi e abiti in colori vivaci, un gruppo di ragazzi giunti appositamente da Scampia, grazie al gemellaggio con l’associazione Kaki Tree project che consegna in Italia e nel mondo piantine figlie dell’albero di cachi sopravvissuto miracolosamente alla bomba atomica di Nagasaki.

Voci dalla marcia

«Pace è fratellanza» dicono i giovani di Scampia. C’è anche un gruppo su due ruote, che porta il testimone di Paciclica e Percorri la pace. C’è chi alla Marcia partecipa per la prima volta.

«É importante portare un messaggio di pace in un momento in cui anche in Europa c’è una guerra», ci dicono due signore. Il serpentone esce dai confini della città. Marcia verso la metà palazzolese dove arroverà nel primo pomeriggio.

Partenza da Bergamo

A dominare il colpo d’occhio sono le bandiere arcobaleno, in un clima di festa generale, tra musica, rulli di tamburi, giocoleria e voglia di condividere. E la marcia prende il via proprio come avvenuto a Bergamo mezz’ora prima visto che il tragitto è più lungo: anche nella Città dei Mille, altre migliaia di partecipanti si sono messi in cammino dalla Casa dello Sport di via Gleno quando erano le 8.30. A guidare le migliaia di camminatori il sindaco di Bergamo Giorgio Gori e altri primi cittadini.

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