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Ancora spari sui bambini: nello stesso giorno in cui fu colpito Dodò
un’altra sparatoria a Crotone

Di Angela de Lorenzo (da Il Crotonese) il . Calabria

Ancora bambini vittime di una violenza brutale, piccoli capri espiatori di un imbarbarimento sociale inarrestabile, contro i quali non si esita a sparare come fossero birilli di un luna park. Proprio nel giorno dell’anniversario della strage al campo di calcetto nella quale venne ferito a morte il piccolo Domenico Gabriele, vittima innocente di un regolamento di conti tra mafiosi, un altro bambino ha rischiato di fare la stessa drammatica fine. Questa volta per un motivo, se possibile, ancora più ignobile, dal momento che il colpo d’arma da fuoco che lo ha ferito era indirizzato proprio a lui. Gli schiamazzi di quel bambino che giocava sotto casa hanno infastidito un abitante della zona che non ha esitato a impugnare una pistola ed a sparare. L’autore del folle gesto sarebbe una vecchia conoscenza delle forze di polizia, Luciano Gallo, crotonese di 36 anni, con numerosi precedenti alle spalle e un fratello ammazzato qualche anno fa per una questione di droga. L’agghiacciante episodio è avvenuto venerdì mattina, intorno alle dieci, nel popolare quartiere dei “trecento alloggi”, dove la qualità della vita e della convivenza non sono certo il massimo cui si possa aspirare. A quell’ora il piccolo Vincenzo, dodici anni appena, si trovava in via Gullo, dove abita la nonna; stava giocando sotto casa in attesa che il papà Antonio, un 46enne crotonese che lavora alle dipendenze dell’azienda sanitaria, passasse a prenderlo per portarlo con sè. Non è chiaro cosa abbia combinato di tanto grave Vincenzo, ma a quanto pare i suoi schiamazzi hanno fatto andare su tutte le furie l’inquilino di una palazzina di fronte a quella di sua nonna, in via Mastracchi, dove poi si è accertato che abita, appunto, Luciano Gallo. Dalla finestra del suo alloggio al quarto piano dell’edificio Gallo ha intimato al ragazzino di andarsene via immediatamente; il piccolo, probabilmente, gli ha fatto spallucce scatenando la spropositata reazione dell’uomo che dalla finestra ha esploso un colpo d’arma da fuoco al suo indirizzo, ferendolo alla parte superiore del braccio destro. Pochi centimetri più in alto e il proiettile gli si sarebbe conficcato in testa. Proprio in quel momento sul posto è sopraggiunto il papà di Vincenzo che ha trovato il figlio a terra sanguinante; anche a lui Gallo ha urlato dall’alto: “vattene o ammazzo pure te”. A quel punto al povero genitore non è rimasto altro che caricare il bambino in auto e correre alla disperata in ospedale. Dal pronto soccorso Vincenzo è stato subito trasferito in sala operatoria dove è stato sottoposto ad intervento chirurgico; i medici gli hanno estratto dal braccio un pallino di acciaio. Attualmente il bambino si trova ricoverato nel reparto di ortopedia con una prognosi di quindici giorni. Appena ricevuta la segnalazione gli agenti della squadra Mobile, diretti personalmente dal vice questore aggiunto Cataldo Pignataro, sono volati in via Gullo con in mano una precisa segnalazione dell’aggressore. I poliziotti hanno trovato Luciano Gallo per la strada e lo hanno subito bloccato.

L’uomo ha negato di essere l’autore della sparatoria né durante la perquisizione della sua persona e dell’abitazione sono state rinvenute armi. Ma mentre Gallo veniva condotto in Questura per essere interrogato, gli investigatori della Mobile, dopo un accurato sopralluogo nel quartiere, hanno rinvenuto una pistola ad aria compressa, compatibile con la ferita provocata al bambino. A quel punto, su disposizione del sostituto procuratore Pierpaolo Bruni, l’uomo è stato tratto in arresto con le accuse di lesioni personali, minaccia aggravata e porto illegale di arma da sparo. A carico di Luciano Gallo risulta una sfilza di precedenti penali, quasi tutti per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti; è stato infatti coinvolto in numerose operazioni antidroga come quelle denominate “Tilt”, “Emporio” e, più recentemente, “Real Tv”, un’indagine che ha debellato una rete di spacciatori che infestava il quartiere “trecento alloggi” per la quale è stato condannato nel 2008. Un’attività, quella dello spaccio di droga, che è già costata la vita ad un suo fratello, Gianfranco Gallo, ucciso il 19 maggio del 2000 all’età di 22 anni in località Campione per un regolamento di conti tra bande di spacciatori. Una vicenda sulla quale hanno fatto piena luce gli investigatori della squadra Mobile con l’operazione “Heracles” contro le cosche crotonesi. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il mandante del delitto sarebbe stato Antonio Macrì il quale “entrato in contrasto con la famiglia Gallo in relazione alla gestione del traffico degli stupefacenti in Crotone, decideva autonomamente di eliminare fisicamente il Gallo Gianfranco incaricando per l’esecuzione il nipote Macrì Salvatore, che sparò la vittima con un solo colpo di pistola cal. 7,65 alla testa, e l’Astorino Salvatore con il compito di attirare la vittima sul luogo dell’omicidio attesa la fiducia che il Gallo nutriva per l’Astorino”.

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