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Un anno dopo tutti con Dodò per essere “Liberi… Di giocare”

Di Fabio Fiore (da Il Crotonese) il . Calabria

Un anno dopo l’emozione si trasforma in un sorriso timido ma deciso che contagia tutti, la tensione si scioglie e per un attimo tutto torna alla normalità. Quel campo che il 25 giugno del 2009 fu teatro di una sparatoria folle e omicida, viene nuovamente “requisito” dal gioco, dal divertimento, dalla gioia di rincorrere un pallone, nel ricordo di un angioletto che non è più con noi ma che ieri pomeriggio era accanto a tutti, col suo sorriso, chiedendo anche di poter entrare in campo per tirare un calcio a quel pallone che tanto amava e per essere “Liberi…di giocare”.

E proprio nel suo ricordo che “Libera: associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, con la collaborazione di alcuni giornalisti sportivi ha voluto rendere omaggio a “Dodò”, il figlio adottato da tutta la città in un giorno che non sarà mai più come tutti gli altri. Giornalisti, Polizia, Guardia di Finanza e Carabinieri:  in campo per onorare la memoria di Dodò e per riaffermare il senso di legalità e rispetto delle regole in un territorio che spesso balza agli onori della cronaca per episodi drammatici e che violentano la voglia di educazione, senso civico e lealtà. E sulle tribunette del campo di contrada Margherita, gentilmente messo a disposizione dai Macrillò, con uno sguardo velato da commozione e malinconia, la mamma di Domenico, Francesca, ha osservato l’impegno delle squadre mentre un occhio andava dritto sullo striscione appeso all’interno del campo e che raffigurava l’immagine di Dodò “un volto e un nome da non dimenticare”.

Il papà, invece, ha messo in campo tutto il suo coraggio scendendo in campo nella squadra dei giornalisti, così come il cugino di Dodò, Giuseppe, che quella maledetta sera era in campo assieme a Giovanni e a Dodò e rimase ferito, per fortuna in modo lieve. Uno scrosciante applauso ha inaugurato il torneo, con il simbolico calcio d’inizio a due piedi del sindaco di Crotone, Peppino Vallone, e del presidente della Provincia, Stanislao Zurlo. Presenti ai bordi del campo anche gli assessori allo sport Gianluca Marino e Claudio Molè. Poi c’è stato il momento “leggero”, ma non troppo, delle partite, perchè anche se squisitamente simbolico, il senso della manifestazione è divenuto molto sentito una volta assorbito il fischio d’inizio. Nessuno ci stava a perdere, e dagli spalti anche alla mamma di Dodò scappava qualche sorriso.

I Giornalisti, volenterosi ma decisamente fuori allenamento, hanno regalato i momenti più toccanti del pomeriggio, con quella maglietta arancione con l’immagine indimenticabile di Domenico e una frase simbolo: “Dodò nel cuore”. E nonostante la sconfitta contro i meglio attrezzati avversari della Guardia di Finanza, l’esultanza dopo le reti realizzate da Giovanni (il papà) e Giuseppe (il cugino) hanno scaldato i cuori facendo scivolare giù qualche lacrima traditrice. Per la cronaca hanno vinto i Carabineri, ma per una volta il risultato non contava. E il messaggio è arrivato forte: qui nessuno vuole piegare la testa, e soprattutto il coraggio e la forza dei genitori di Dodò è un segnale per tutti. Che “Libera” ha colto fin dal primo momento e che ha trovato graduale riscontro nell’intera città, pronta a continuare a stare a fianco di Giovanni e Francesca, ma soprattutto della legalità. E vincere questa battaglia sarebbe il trionfo più bello.

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