Ecomafie a Gela: due condanne per smaltimento percolato
Lo smaltimento dei rifiuti ed i processi di gestione del servizio continuano a produrre conseguenze giudiziarie a Gela.
Giovedì, la Corte presieduta dal giudice, Paolo Fiore, ha condannato Roberto Sciascia ed Erminio Cornacchini alla medesima pena: un anno e mezzo di detenzione.
Gli imputati hanno avuto un ruolo decisivo, secondo l’accusa, nel definire un sistema di pagamento del servizio di smaltimento del percolato, prodotto all’interno della discarica di Timpazzo, esorbitante rispetto alla media di mercato.
Erminio Cornacchini, la cui pena è però sanata da indulto, è l’attuale presidente della “Cornacchini s.r.l.”, una società umbra, praticamente a conduzione familiare, con sede legale a Foligno, in provincia di Perugia, che, per il tramite della controllata, “Colombo Centro Costruzioni”, ottenne l’incarico di garantire il trasporto del percolato prodotto nella discarica comunale di Timpazzo.
Era il 2001, un impianto atto allo smaltimento del pericoloso residuo era stato attivato proprio all’interno del perimetro del centro di conferimento dei rifiuti solidi urbani: l’allora dirigente del settore Lavori Pubblici del Comune di Gela, Roberto Sciascia, aveva assegnato i lavori, tramite il sistema della chiamata diretta, all’azienda umbra, fissando il prezzo di 91,929 euro per metro cubo, elevato a 113,62 euro nell’Aprile del 2002.
Ammontare che non convinse l’appena insediata amministrazione Crocetta; eccessivo l’esborso annuo, praticamente due milioni di euro, quando la media del mercato non superava, in quel periodo, la forbice di 55-70 euro per metro cubo.
L’imputato, Roberto Sciascia, la cui pena non è coperta da indulto e che sarà chiamato a rispondere anche innanzi alla Corte dei Conti, è attualmente componente dello staff interno all’Ato Cl2, con il compito, svanito dopo la riforma regionale degli Ato, di definire il nuovo bando per l’assegnazione del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani nei comuni gestiti dal medesimo Ambito.
Lo stesso dirigente, transitato anche dal settore Ecologia dell’ente locale e dallo staff della Presidenza del Consiglio Comunale, è stato il propugnatore di diverse denunce concernenti gli sprechi prodotti nell’ambito della gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, azioni che produssero la formazione di una speciale commissione d’inchiesta, capace di redigere un’approfondita relazione, resa pubblica la scorsa estate.
Vi si descrivevano, soprattutto, innalzamenti ingiustificati delle tariffe in favore degli imprenditori locali alla base dell’Ati “Ecomed”, aggiudicataria dell’unica gara d’appalto svoltasi nell’arco di un decennio: accuse che si estendevano alle amministrazioni Gallo e Crocetta, ed ai dirigenti nel tempo succedutisi.
Il giudizio di primo grado ha, invece, mutato la posizione di Sciascia: da accusatore a condannato, in attesa, forse, di adire ulteriori corti per un’eventuale revisione del verdetto.
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