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Vendere sogni o raccontare realtà

Di Riccardo Orioles (da ucuntu.org) il . L'analisi

Perché nessuno parla mai dei giornalisti calabresi? Sono i migliori d’Italia, ma raccontano – semplicemente – la verità. L’industria del consenso non sa proprio che farsene di loro. Sono i nostri naturali modelli, e interlocutori. “Nostri”, di chi? Eh… 

Vespa, Lerner, Santoro, Feltri, Mauro, Belpietro… Li riconoscete? “Certo che li conosciamo! Sono i massimi giornalisti italiani, quelli che fanno le notizie, i maestri”.

Benissimo. E ora vediamo questi: Inserra, Baldessarro, Cutrupi, Monteleone, Mobilio, Bozzo, Pistoia, Pantano, Agostino, Rizzo, Baglivo, Anastasi, D’Urso, Fresca. Chi sono? “Mah… una squadra di serie C? I prossimi candidati al Grande Fratello?”.

Sono alcuni dei giornalisti calabresi minacciati dalla ‘ndrangheta solo negli ultimi tre-quattro anni. L’informazione, per quanto riguarda la ‘ndrangheta, la fanno loro. E dunque la politica, i rapporti sociali e tutto il resto. Eppure non li conosce nessuno. Né sono in molti a conoscere (emarginati come sono) ciò che vanno scrivendo.

Ecco: il problema è dell’Italia tutto qui. Esiste un’Italia fasulla ed una vera. Una serve ai sogni e ai consensi, e alle paure. L’altra non serve a niente, cioè ai poveracci qualunque e alle loro banali vite.

Le due Italie si scontrano, ogni tanto: lo scontro non è però principalmente, come rappresentazione di queste Italie, fra i Grandi Guru di destra e quelli di sinistra (che pure non sono uguali: ci mancherebbbe) ma fra plasmatori di sogni e cronisti di realtà. Questi ultimi, come abbiamo visto, son pochi, son marginali e rischiano spesso la pelle, nella generale abulìa, perché la realtà che narrano spesso è criminale. A volte, quando li ammazzano, se ne parla.

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Diversi dei nostri amici “realisti” (e dunque, in quanto tali, sconosciuti) in questi giorni sono impegnati in scadenze importanti (che dunque non interessano nessuno) del loro lavoro. Vediamo un po’.

A Catania, Lavori in Corso – sarebbe l’”editore” di questo “giornale” – sta come al solito agucchiando faticosamente alla rete: un’assemblea di giornalisti fra una settimana, un seminario operativo (in realtà un raduno tipo scout  in una bicocca di montagna) due giorni.

A Modica e Ragusa i ragazzi del Clandestino stanno organizzando quello che pomposamente chiamano un Festival di Giornalismo per fine estate (eppure, guarda un po’: il Clandestino miliardario, quello di Roma, con famosi giornalisti e grandi editori, ha chiuso baracca inseguito dalla Finanza, mentre il Clandestino straccione, quello dei nostri ragazzi, è ancora qua più presuntuoso che mai).

A Roma invece stasera c’è l’assemblea degli amici di Italiani.it, che dovrebbero per l’occasione presentare le loro (apprezzabili) iniziative in rete e il loro mensile cartaceo, bello e obsoleto come un brigantino. Fra Roma e Bologna, i redattori di Mamma (la rivista di satira, online e anche purtroppo – poiché costa  – su carta) continuano a migliorare il loro giornale, che già ora raggruppa disordinatamente i migliori disegnatori e satiri d’Italia.

Dimentichiamo qualcuno? Sì, per fortuna: quelli di AmmazzateciTutti in Calabria, quelli di DaSud fra Calabria e Roma (in Calabria, come vedete,  ci sono i ragazzi più intestarditi d’Italia), quelli di Dialogos,  AdEst e Zetalab in Sicilia; e l’inaffondabile Telejato, e Step1, e Liberainformazione…

* * *

E cosa mandiamo a dire a questi – e ai molti altri – valenti commilitoni di questa strana guerra? Niente, hanno tanto da fare che difficilmente avrebbero tempo di stare a sentire chiunque altro. Le cose importanti, comunque, sarebbero queste:

1) ogni tanto fermatevi per stare a sentire gli altri come voi, soprattutto quelli che non conoscete;

2) non perdete tempo a fabbricare bei brigantini e non invidiate gli armatori dei clipper: avete già provveduto, invece, a fare un pdf veloce? L’avete standardizzato, e con chi?  Che politica degli standard avete?  E, soprattutto, quanti lettori pensate di avere l’anno prossimo con questo pdf (opportunamente parametrato) su e-book e/o i Pad?

3) non illludetevi neanche per un attimo che i signori dell’Elenco A (vedi inizio articolo) possano o vogliano minimamente risolvere i vostri problemi; non considerateli dei modelli. I vostri interlocutori, e modelli, invece, sono quelli dell’Elenco B (vedi sopra) e i loro simili. Fate rete!

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