Premio giornalistico Ilaria Alpi
Torna puntuale anche quest’anno il Premio giornalistico televisivo Ilaria Alpi. Molte le novità, dai dibattiti all’ora dell’aperitivo alle incursioni prima di mezzanotte di Zoro. Ma la vera e più importante novità per Francesco Cavalli – tra i fondadori del Premio e oggi direttore organizzativo – è l’appello per verità e giustizia per Ilaria e Miran. Sono oltre 3.000 le firme raccolte in poco più di un mese, ma la meta è ancora lontana, molte di più quelle che si vogliono raccogliere.
“Un appello lanciato per chiedere alla magistratura e alla politica verità, ma soprattutto giustizia. – spiega Cavalli – perché dopo sedici anni, lunghi e dolorosi, si sa tutto di quello che accadde in quella domenica, il 20 marzo 1994, quando a Mogadiscio furono assassinati i due giornalisti Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Ma non si vuole la verità giudiziaria. L’appello che abbiamo lanciato vuole scuotere le coscienze di tutti e pone delle domande al Presidente della Repubblica, alla politica e ai magistrati.
“Nel corso di questi 16 anni si sono raccolti documenti, testimonianze, informative: materiale accumulato dalle inchieste giornalistiche, dalla magistratura, dalle commissioni d’inchiesta. Materiale che custodisce le prove che per dovere la magistratura e le istituzioni dovrebbero cercare”. Inoltre è novità recente che si potrebbe riaprire il processo nei confronti di Hashi Omar Hassan (in carcere da dieci anni) per la morte di Ilaria e Miran. Ali Rage Hamed detto Jelle, testimone d’accusa chiave è infatti indagato per calunnia e a novembre ci sarà la prima udienza di questo nuovo procedimento. “L’appello – continua Cavalli – mette in evidenza anche le commistioni tra questo caso e la crimininalità organizzata: perché da anni le inchieste giornalistiche parlano di traffici illeciti. E solamente organizzazioni come mafia, camorra e ’ndrangheta possono gestire traffici di quella portata. Ad avvallare il tutto inoltre non dimentichiamo, le indagini di procure, specialmente calabresi, ma anche le recenti dichiarazioni di pentiti e collaboratori di giustizia che hanno confermato questi traffici partendo dalle navi dei veleni”.
“A Riccione, – conclude Cavalli – l’appuntamento con il Premio Ilaria Alpi è anche l’occasione per fare il punto sul caso, raccogliere firme e ricordare all’opinione pubblica, ai giornalisti e agli ospiti politici e magistrati che l’associazione Ilaria Alpi di Riccione non ha ancora scritto la parola “fine” e vuole verità e giustizia per Ilaria e Miran
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