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Traffico di stupefacenti, dalla Colombia su richiesta dei Gelesi

Di Rosario Cauchi il . Sicilia

All’alba di oggi, i carabinieri della compagnia di Chioggia Sottomarina, in provincia di Venezia, hanno eseguito dodici ordinanze di custodia cautelare in carcere, l’accusa contestata ai destinatari dei provvedimenti, emanati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Venezia, concerne il traffico internazionale di sostanze stupefacenti. 

Il porto colombiano di Cartagena costituiva l’essenziale base di partenza dei carichi, che, dopo aver fatto scalo in Spagna, giungevano sul litorale veneziano, a disposizione di un gruppo assai organizzato, con al vertice gli imprenditori edili di Gela, Ignazio Missud e Nunzio Ferracane. 

I due vengono considerati i veri supervisori della filiera strutturata in Veneto: sarebbero, infatti, ambasciatori del clan Madonia di Gela, finanziatore del lauto commercio.

I quantitativi trattati raggiungono livelli assai rilevanti, un carico da cento chili di cocaina è stato sequestrato a Cartagena, pronto per solcare le acque in direzione spagnola.

A conclusione dello stoccaggio sul territorio italiano, la merce veniva suddivisa in panetti da dieci chili e smistata da una rete di pusher locali, concentrati soprattutto sul litorale veneziano, senza comunque trascurare le zone più interne. 

Missud e Ferracane, da più  di quindici anni presenti sul territorio veneto, ove, formalmente, si occupavano del settore edile, erano divenuti oggetto delle attenzioni degli inquirenti poiché individuati quali responsabili di un’estorsione commessa ai danni di un imprenditore di Chioggia. 

Le indagini avviate, però, hanno svelato una realtà ben più complessa: i due gelesi, in taluni casi, si recavano direttamente in Colombia per coordinare le operazioni di trasporto.

Tra i loro finanziatori, fondamentali per la movimentazione di ingenti quantitativi, anche Angelo Curvà  e Salvatore Lopez, a loro volta imprenditori operanti in Emilia-Romagna e Toscana, con l’imprescindibile avallo della cosca di riferimento, quella, appunto, dei Madonia, da sempre capace di insediarsi nei territori settentrionali.  

Un ampio giro di stupefacenti, foraggiato da una domanda mai in declino, soprattutto nel nord-est.

Vittorio Borraccetti, Procuratore della Repubblica di Venezia, ha, comunque, rilevato l’assenza di una vera e propria colonia mafiosa gelese nella regione, senza, però, escludere un interessamento sempre maggiore di alcuni gruppi verso la delocalizzazione di talune attività illecite.

Non bisogna, infatti, dimenticare che proprio il reggente del gruppo Madonia, l’ergastolano Giuseppe Madonia, venne catturato all’inizio degli anni novanta all’interno di una signorile villetta della provincia vicentina. 

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