Il puzzo di bruciato della destabilizzazione
Ci mancava un gigantesco attacco hacker mondiale. Noi in Italia sappiamo già a chi addossare la responsabilità: è colpa degli anarco-insurrezionalisti ovviamente. Siamo ancora noi, l’Italia del golpe bianco, nero, borghese, aristocratico, papista. La riconoscete finalmente? È quella parte del Paese che volevamo abbandonare cambiato il millennio. E invece è ancora qua.
Ci mancava solo un gigantesco attacco hacker mondiale. “Saranno i russi in guerra?”, chiede qualcuno. Vuoi dire “gli americani in difesa!”, risponde qualcun altro. “Semmai i cinesi arrabbiati -aggiunge un terzo- dopo la distruzione del loro pallone sonda”. Ed eccoci qui a pesticciare sulle tastiere senza tregua: ancora non c’è collegamento stabile, i siti sono inaccessibili, non funzionano i browser: è un ransomware. Ma noi in Italia, tra i paesi più colpiti, siamo più furbi dei finlandesi e sappiamo già a chi addossare la responsabilità. È colpa degli anarco-insurrezionalisti, presumibilmente russi, che spuntano di quando in quando nei secoli, da Bakunin in avanti, come gli angoli piegati tra le pagine di libri già letti.
Li ha rispolverati da poco il sistema vecchio/nuovo del governo della paura, mai caduto in disuso, come fantasmi dagli abiti lisi accompagnati da un seguito di parole e azioni trascorse: strategia della tensione, gruppuscoli dalle sigle misconosciute, qualche riunione clandestina, arsenali, proteste con seguito di studenti pestati (come al solito?) fuori dalle università e nelle caserme. Sono pericolosi questi anarchici, li teniamo d’occhio. Sì, certo, frammenti circoscrivibili di una galassia che dura a spegnersi e torna ogni tanto a bruciare.
Ma soprattutto li facciamo entrare e uscire in ogni delitto, ogni eccidio, in ogni attentato sospetto, magari a braccetto di qualche supermafioso come l’ex latitante stragista Matteo Messina Denaro o come un supercriminale della banda della Magliana, della Uno Bianca, del mondo di sopra, di sotto e via cianciando, trasformato per l’occorrenza in un eroe simbolo dei ragazzini e young adult che ne copiano abiti e accessori o, meglio ancora, infilato in serie di successo alla Gomorra.
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