Giornata della Memoria delle vittime della Shoah
“Sia il 27 gennaio origine di un impegno comune per fermare una volta per tutte l’emorragia di umanità che ha permesso all’Olocausto di generare i suoi disumani frutti”.
Mi auguro davvero sia, questo 27 gennaio, il giorno che ricorderemo come evento di un passaggio fondamentale e irreversibile: quello dalla memoria “d’occasione” alla memoria come impegno e sprone al cambiamento. Non basta infatti ricordare gli orrori del passato, a cominciare da quello quasi indicibile della Shoah: bisogna chiedersi se quelli orrori non abbiano prodotto scorie che, anche a distanza di decenni, continuano a rilasciare i loro veleni.
Domanda che oggi dobbiamo porci con urgenza e radicalità, visto l’ammalarsi di tante democrazie e il contestuale riemergere di fascismi, razzismi, nazionalismi e sovranismi, con tutto il loro armamentario ideologico e militare. Allarmanti rigurgiti di una barbarie, accomunati da quell’odio per il “diverso”, il “difforme” e lo “straniero” che giustificò a suo tempo la persecuzione e lo sterminio del popolo ebraico. Persecuzioni e stermini che oggi continuano, sia pure in altre forme: basti pensare al respingimento dei migranti, alla riduzione in sfruttamento e povertà di buona parte del pianeta, alle molteplici guerre che scoppiano come prosecuzione di logiche economiche già di per sé violente, espressioni di avidità e dominio.
Perciò sia davvero, l’odierna “Giornata della Memoria”, un punto di non ritorno. Sia origine di un impegno comune e mondiale per fermare una volta per tutte la perdita, anzi l’emorragia di umanità che ha permesso all’Olocausto di generare i suoi disumani, velenosi frutti.
* Presidente Libera e Gruppo Abele
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