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Le mafie sono diventate invincibili?

Piero Innocenti il . Criminalità, Forze dell'Ordine, Istituzioni, Mafie, Politica

Inevitabile il magone che si prova ogni volta che si leggono le periodiche relazioni della DIA, presentate dal Ministro dell’Interno al Parlamento, sulle attività e i risultati conseguiti nel contrasto alle mafie italiane e straniere.

L’ultima, di oltre 500 pagine, presentata nel 2022, è relativa al secondo semestre del 2021 e, come sempre da alcuni anni a questa parte, è un prezioso documento per capire meglio la situazione nel nostro paese sulla invadenza (silenziosa) delle mafie che, nonostante risultati importanti nella repressione delle forze di polizia, sono ancora e più che mai presenti e operose anche in ambito UE e in aree extra Europa.

Continua la generale disattenzione della classe politica alle prese ancora sia con l’emergenza sanitaria che con il difficile quadro economico ed il tema della sicurezza pubblica e del contrasto globalizzato alle organizzazioni criminali con più efficacia e unitarietà, resta ancora trascurato con l’auspicio ( ripetuto in passato e sempre inascoltato) che viene sottolineato dagli esperti delle forze di polizia nella relazione della DIA che qualcosa cambi.

Così, stiamo ancora a leggere che “per una lotta efficace contro tali insidie oltre ad una auspicata e sempre più incisiva legislazione condivisa si impone un impulso sempre maggiore nella circolazione delle informazioni e nella cooperazione sinergica tra gli organi investigativi e giudiziari  dei singoli Paesi”: un ritornello che sentiamo ripetere da decenni!

I grandi cambiamenti sociali ed economici del nostro tempo offrono grandi opportunità di guadagno per i gruppi criminali e c’è da scommettere che i sodalizi mafiosi continueranno con la loro “ silente infiltrazione economica anche grazie a forme di connivenza con professionisti estranei a contesti criminali”. Si tratta di persone che con il loro attivo supporto agevolano l’ascesa della organizzazione criminale nei mercati finanziari ed economici. I volumi di affari legati alle attività illegali secondo la Banca d’Italia (Questioni di Economia e Finanza. La criminalità organizzata in Italia:un’analisi economica. Numero 661, dicembre 2021), sono notevoli e si possono stimare in oltre il 2% del Pil.

A questi vanno aggiunti i proventi conseguiti attraverso l’infiltrazione nell’economia legale. Le mafie sono diventate sempre più potenti (ormai invincibili?) grazie a quell’insieme di relazioni con il mondo esterno che, un paio di anni fa, fu indicato come “il cosiddetto capitale sociale” in un elaborato redatto dalla Procura della Repubblica di Milano.

Un quadro generale criminale mafioso che, nella non curanza della politica, ha fatto rilevare dagli analisti della DIA “..una convergenza di interessi delle tre principali organizzazioni criminali di stampo mafioso nelle attività di riciclaggio facenti capo ad un’unica “cabina di regia” dove “uomini cerniera” si pongono come intermediari tra le diverse mafie utilizzando le risorse in investimenti in attività apparentemente lecite”. Si tratta, in sostanza, della creazione e del consolidamento di quelle che la DIA indica come reti criminali “trasversali” che ampliano il loro raggio di azione in nuove aree territoriali dove non si erano ancora insediate cellule mafiose. Aree in cui, da anni, operano anche i clan delle organizzazioni straniere e, tra queste, nigeriani, albanesi e cinesi caratterizzati da capacità organizzativa e da “spregiudicatezza criminale”.

Una situazione generale della criminalità che, forse, richiede un cambio di strategie nel contrasto e nella prevenzione anche se il vero problema è sempre quello della potenza criminale mafiosa che si basa anche sulla collusione con pezzi della politica e del mondo affaristico e finanziario. Il pericolo, poi, è che ci si possa abituare a questo stato di cose o, peggio, a “convivere” con le mafie come aveva dichiarato, oltre dodici anni fa, suscitando aspre polemiche, Pietro Lunardi, a quei tempi Ministro della Repubblica.

La cattura, nelle ultime ore, a Palermo, di Matteo Messina Denaro latitante da una trentina di anni, è una operazione sicuramente importante ma non cambia la sostanza delle considerazioni sopra esposte ed è destinata, probabilmente, a innescare una contrapposizione anche violenta all’interno di Cosa Nostra per la ricerca di nuovi equilibri.

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+++ Breaking news +++ Arrestato Matteo Messina Denaro a Palermo

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