NEWS

Pace, germogli di dialogo

Di Stefano Fantino il . Internazionale

Un pacifista e un generale allo stesso
tavolo non è un qualcosa a cui siamo abituati. Nemmeno distanziati,
alle estremità, proprio uno di fianco all’altro, spalla a spalla. A
condividere questo storico e importante rapporto di “vicinato” il
generale Camporini, capo di Stato Maggiore e Flavio Lotti, animatore
della Tavola della Pace, organizzatrice della marcia Perugia-Assisi
che proprio questa domenica convoglierà migliaia di persone in
Umbria. Un confronto serrato sul tema della pace che ha avuto i
prodromi nella trasmissione ‘Soldati’ in onda su Radio 3: durante una
intervista nel programma a cura di Ritanna Armeni e Emanuele
Giordana, il generale Camporini, aveva sottolineato come fosse
arrivato il tempo che Forze armate e il movimento pacifista
avviassero un dialogo. Preso in parola dai due giornalisti che sono
intervenuti oggi come moderatori a Roma, Camporini ha incrociato lo
sguardo e l’impegno di Flavio Lotti, presso la Bottega dei Sapori e
dei Saperi che l’associazione Libera ha nel pieno centro capitolino.

Un incontro che anche prima di iniziare
trova entrambi molto convinti: «Un passo obbligatorio per due
elementi che non consideriamo antitetici- dice Camporini -e che solo
se si mostreranno complementari potranno avere successo». Anche
Lotti raccoglie l’occasione di un «incontro inedito» che permetterà
di costruire per uscire dalle crisi. A fare gli onori di casa Tonio
dell’Olio, responsabile internazionale di Libera, ma già impegnato
con Pax Christi, ricordando che il senso di ospitare un incontro del
genere risiede nella comune convinzione, di Libera e del pacifismo,
di uscire da una risposta «solamente militare, poliziesca e
violenta» per la risoluzione dei conflitti, siano essi quelli
mafiosi o quelli internazionali. «Le lotte civili e la cooperazione
con gli elementi della società attivi, devono essere – chiarisce
Dell’Olio- il modello anche sul tema dei conflitti». Se le premesse
coincidono, anche le analisi e le proposte, pur partendo da
presupposti lontani, non faticano a intersecarsi. Negli interventi di
Lotti e Camporini la situazione internazionale dei conflitti, la
gestione della forza militare, la staticità e lo stallo di alcuni
azioni vengono ricondotte alle assenze di una politica che da un lato
demanda ai militari, dall’altro non si adopera per superare i
conflitti, lasciando inascoltate spesso anche le voce della società
civile. «La politica è ciò che manca in questo dibattito, colei
che sempre ha scaricato sui militari i problemi che non ha voluto o
saputo affrontare» dichiara Lotti, ponendo l’accento anche sui costi
e le spese che queste scelte comportano. Camporini, felice di un
incontro che da tempo chiedeva e sicuramente combattivo nel difendere
gli investimenti militari («Lo 0,79 % del Pil, una assicurazione che
l’Italia stipula»), rilancia: per uscire da un conflitto non bastano
le forze armate. «La politica si serve dei militare per prendere
tempo, ma serve che riesca ad elaborare delle proposte e delle
soluzioni, altrimenti l’occupazione militare rimane stabile e
necessaria».

I punti di partenza rimangono tali e
vengono ribaditi a più riprese dagli interessati ma un clima di
dialogo percorre la sala. Se Flavio Lotti ricorda l’opportunità di
maggior trasparenza nel rapporto tra civili e militari in guerra e
sulla necessità di una spinta verso una informazione che di
conflitti parli veramente, il generale Camporini sottolinea come un
dibattito mediatico ridotto all’osso implica di conseguenza
un’assenza anche a livello politico. Da qui la proposta di una sorta
di tavolo comune con cui proporre alla politica, ripartendo dall’idea
che società civile e militari si trovano spesso in una situazione di
guerra, impotenti a poter imprimere una svolta e a portare a una
risoluzione dello stesso. Quali strumenti utilizzare? Flavio Lotti lo
pone come un tema centrale su cui il dibattito tra pacifisti e forze
armate dovrà sicuramente soffermarsi. Come anche sul tema delle
risorse per capire quanto, la spesa militare, debba essere una
priorità del Paese, tenendo conto dei tagli ai servizi che questa
«assicurazione», per citare Camporini, implica. Ma il sasso nello
stagno è stato gettato, e questo primo storico incontro promette di
inaugurarne una serie più lunga. «Non si tratta di un episodio ma
del primo passo per ritrovarci a dibattere – ha concluso Camporini
magari su singoli temi specifici». Parola di generale: «Un
percorso che serve a tutti, utile per preparare un fertile humus
su cui seminare».



Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link