Volenterosi ma non troppo: «forza di rassicurazione» all’Ucraina o all’Ue?
L’Elefante alla fine ha partorito un topolino, nessuna decisione ma molte dichiarazioni altisonanti. Francia e Gran Bretagna nucleari sulla linea dell’intransigenza verso la Russia, inventano una «forza di rassicurazione», militari internazionali sotto «un mandato delle Nazioni unite». Vecchie strategie con parole diverse. E sempre sanzioni dure contro Mosca.
Macron e Starmer contro Putin e Trump
Francia e Gran Bretagna, l’asse nucleare europeo, sulla linea dell’intransigenza verso la Russia, inventando una «forza di rassicurazione» che dovrebbe essere diversa dal contingente di peacekeeping menzionato finora e a cui Mosca ha già detto più volte di no.
Ma il padrone di casa Macron, ora vorrebbe formare un gruppo di «volenterosi e capaci», tra Paesi Ue e loro alleati senza gli Usa, e anche senza soldati italiani, ribadisce la premier sulla linea di Trump. Parigi è arrivata a proporre «il dispiegamento di una forza considerevole nell’Ucraina centrale, nei pressi del fiume Dnipro ma lontano dal fronte». Follie alternative, per l’Associated Press, lo schieramento del contingente occidentale nell’estremo ovest del Paese, magari a Leopoli, a ridosso della Polonia, o addirittura oltre il confine ma con la consegna di tenersi «pronto a intervenire».
Fine di fatto della unanimità nell’Unione?
Ma nell’Unione non esiste ancora il vincilo paralizzante dell’unanimità? A Parigi hanno deciso di procedere ugualmente. I militari occidentali avranno due compiti fondamentali: addestrare l’esercito di Kiev ed evitare che l’Ucraina non sia attaccata di nuovo. Ma non si sostituiranno alle forze armate ucraine, non saranno forze di «mantenimento della pace» e non «combatteranno al fronte».
Ma, proprio perché non c’è unanimità e Londra e Parigi hanno deciso in autonomia, le regole d’ingaggio sono tutt’altro che chiare e i rischi all’orizzonte sono molti, annota Sabato Angieri sul Manifesto. Al momento Donald Trump non ha reagito ai proclami europei ma è chiaro che a lungo andare la voglia di protagonismo militare dell’Ue rappresenterà un problema per le trattative.
Europa armata senza gli Stati Uniti
Europa senza più gli Usa saldamente alle spalle. «La Coalizione è più grande e forte, azzarda Ursula von der Leyen annunciando che l’Ue anticiperà la sua parte di prestiti all’Ucraina messi in campo dal G7, di circa 18 miliardi. Ma è sull’invio di truppe che i Volenterosi hanno cominciato a zoppicare. Del no di Meloni a truppe italiane abbiamo già detto. Lo scetticismo del governo spagnolo è noto da tempo, oltre all’Ungheria nettamente contraria alla stessa iniziative dei n’Volenterosi’ e quindi esclusa.
Ursula e Kaya guerriere di Bruxelles
L’Alto Rappresentante dell’Unione per la politica estera e di sicurezza, l’estone Kaja Kallas, ha presentato il 19 marzo un ‘Libro bianco’ di 23 pagine in cui si invitano i Paesi membri a mobilitare tutto il loro potenziale economico, tecnologico e industriale in quanto «l’Europa si trova a fronteggiare una minaccia acuta e crescente, e l’unico modo per preservare la pace consiste nell’essere pronti a scoraggiare coloro che vogliono farci del male». La Russia che ci minaccia resta sottintesa attraverso l’Ucraina.
Solo una decina di giorni prima della presentazione del ‘Libro Bianco’ la stessa Kallas aveva avanzato un’altra proposta di aiuti a Kiev da parte dei paesi UE in proporzione al rispettivo reddito nazionale lordo e su base volontaria, per un importo di 40 miliardi di euro. Proposta ritirata prima della sua plateale bocciatura.
Rilancio russo a sorpresa di questa mattina
Per il futuro dell’Ucraina il presidente russo Vladimir Putin ha lanciato l’idea di «una amministrazione transitoria sotto l’egida dell’Onu, per organizzare elezioni presidenziali democratiche nel paese e negoziare poi un accordo di pace con le nuove autorità». Insomma, via Zelensky e poi si tratta.
«Potremmo ovviamente discutere con gli Stati Uniti, anche con i paesi europei e, naturalmente, con i nostri partner e amici, sotto l’egida dell’Onu, la possibilità di istituire un’amministrazione transitoria in Ucraina», ha dichiarato Putin durante un viaggio a Murmansk. «Le forze russe hanno l’iniziativa strategica lungo l’intera linea del fronte. Il popolo ucraino dovrebbe poter capire cosa sta succedendo. Ci stiamo muovendo gradualmente, forse non così rapidamente come vorremmo, ma con insistenza e certezza, per raggiungere tutti gli obiettivi annunciati».
Le trattative Usa, Russia, Ucraina
Le trattive a Ryad. Gli americani parlano con gli ucraini, poi separatamente con i russi, e infine cercano di trovare una mediazione tra le due parti. Facile capire che finché sarà questa la procedura, finché russi e ucraini non si parleranno direttamente, i progressi saranno modesti, rileva Fulvio Scaglione, cercando pian piano di sgombrare il campo prima di arrivare alla sostanza, che è sempre quella: quanto territorio ucraino resterà alla Russia?
«Questa è solo una faccia della trattativa, che in realtà ne ha due. Kiev, almeno per il momento, tratta con gli americani per garantire l’indipendenza, l’integrità e la sicurezza dell’Ucraina (prima faccia); la Russia, invece, gioca già una partita più ampia, quella del confronto con l’Occidente e del recupero di un diverso (e per Mosca più conveniente) rapporto con gli Usa (seconda faccia). Con l’Europa che in rotta con gli Stati Uniti sul filo della rottura Nato, combatte a colpi di dazi contro Trump, e di perduranti e severe sanzioni contro Putin.
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