NEWS

Più scuola per salvare i giovani dalle mafie

Paolo Siani il . Campania, Diritti, Giovani, Giustizia, Mafie, Politica, Scuola

Il 21 marzo a Trapani con don Luigi Ciotti hanno camminato per la trentesima giornata della memoria e dell’impegno i familiari delle vittime innocenti delle mafie, per chiedere più impegno nel contrasto alle mafie e giustizia per i tanti familiari che aspettano ancora.

Lunghissimo l’elenco dei nomi delle vittime, oltre 1100 e 120 sono bambini.

A Napoli numerosissime le manifestazioni, al teatro Nuovo lo spettacolo di Giulia Minoli “E se dicessimo la verità”, e poi a Ottaviano, a San Giorgio a Cremano a Villa Bruno intorno alla Mehari di Giancarlo la lettura dei nomi delle vittime innocenti delle mafie con i ragazzi delle scuole del territorio e tanti altri eventi ancora in tutta la regione, con le scuole impegnate in prima linea e non solo il 21 marzo ma durante tutto l’anno scolastico.

Trent’anni sono tanti e il numero delle vittime continua a crescere e l’età delle vittime e dei carnefici si è abbassata di molto. Sono giovani adolescenti a morire e sono giovani adolescenti a sparare qui in Campania.

Un fenomeno preoccupante che ha bisogno non solo della repressione ma anche di interventi precoci, stabili e duraturi di prevenzione.

Non serve tanto la magistratura quanto la scuola, infatti guardando le storie di questi baby boss si evince che nessuno di loro ha regolari curriculum scolastici, spesso non hanno terminato la scuola dell’obbligo.

L’Istat ha diffuso dei dati che devono far riflettere ma che indicano anche la strada da intraprendere per sottrarre le giovani leve alle mafie e offrire un futuro migliore ai nostri ragazzi.

Un giovane 25-34enne su cinque, nel 2023, nel nostro paese non ha neanche un diploma di scuola superiore.

Ma il dato che preoccupa di più è la difficoltà dei ragazzi con genitori poco istruiti a raggiungere buoni risultati negli studi.

Infatti i giovani con genitori laureati hanno una probabilità cinque volte maggiore di conseguire una laurea rispetto ai coetanei con genitori meno istruiti (67,1 per cento contro 12,8 per cento).

Inoltre nonostante il fenomeno della dispersione scolastica si sia notevolmente ridotto in questi ultimi anni, la quota nel 2023 di chi aveva abbandonato gli studi senza aver conseguito un diploma era, tra i figli di genitori con bassi livelli di istruzione, quindici volte superiore a quello riscontrato tra i figli di laureati (23,9 per cento contro 1,6 per cento)

Bisogna far comprendere che l’investimento in istruzione può modificare in meglio le traiettorie di vita dei ragazzi e della loro famiglia.

Al momento queste famiglie non ritengono né l’asilo nido nè la scuola dell’obbligo una scelta utile e conveniente per i loro ragazzi.

Tocca allo Stato occuparsi di loro, serve seguire da vicino questi bambini, già nella fase 0-3 anni, con tutor familiari, sulla scorta di quello che già si verifica nei paesi del nord Europa, offrire servizi, asili nido e scuole a tempo pieno e sottrarli a un destino che sembra già segnato alla nascita.

Ha ragione Giannino Durante quando davanti all’ennesimo ragazzo ucciso dichiara sconfortato “non abbiamo fatto abbastanza, e non c’è cambiamento possibile. Vorrei lasciare Napoli”

Le parole di disperazione e forse di rassegnazione di Giannino Durante, il padre di Annalisa uccisa dalla camorra 20 anni fa a Forcella, ci devono far riflettere.

Perché non abbiamo fatto abbastanza è vero, perché non è mai il tempo dei bambini, c’è sempre un altro grave problema da affrontare. I diritti, le necessità, le speranze dei nostri ragazzi non sono mai al primo posto nell’agenda della politica.

E invece è urgente occuparsi di loro, prima che il disagio si sia manifestato.

Altrimenti smettiamola di indignarci davanti al prossimo atto violento dei nostri giovani adolescenti.

E noi continueremo a camminare con don Ciotti anche il prossimo 21 marzo, sperando che quell’elenco di vittime innocenti non sia ancora più lungo.

Fonte: La Repubblica/Napoli 27/03/2025

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link