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Prima esecuzione

Einaudi il . Recensioni

Un romanzo raffinato che usa le riflessioni sugli anni di piombo, le amarezze post-militanza, i travagli dell’invecchiamento culturale, per parlare di cosa lascia in eredità un insegnante ai suoi studenti.

Il mite docente in pensione Domenico Stasi viene a sapere che Nina, un’ex studentessa, è indagata per partecipazione a banda armata.

Il suo primo pensiero è quello di contattarla: solo l’innocenza della ragazza può allontanare il timore di aver contribuito alla creazione di un mostro. Ma invece delle proclamazioni di innocenza che Stasi sperava di sentire, Nina non lo rassicura affatto. Anzi, gli chiede un favore. Dovrà recarsi in un appartamento, cercare un libro, trascrivere una frase sottolineata e farla avere a un «contatto».

Un compito semplice, che presto si trasforma in una faccenda molto seria quando Stasi si vede recapitare a domicilio una pistola, con tanto di indicazioni su giorno e luogo in cui usarla, e contro chi. Le cose però non sono del tutto come sembrano. Primo piano e sfondo potrebbero cambiarsi di posto, e la fosca vicenda di terrorismo potrebbe dileguarsi nel nulla.

Soprattutto quando nella storia entra Domenico Starnone – personaggio del suo stesso mondo immaginario – e “Prima esecuzione” diventa un viaggio semiserio in quel terreno labile dove finzione e vita reale si mescolano.

Domenico Starnone
Prima esecuzione
Einaudi, 2025
Pagg. 160/€ 12,00 

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