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Sciopero dell’ANM, adesione all’80%: ‘Difendiamo la Costituzione non una casta’

Redazione il . Costituzione, Dai territori, Diritti, Giustizia, Istituzioni, Politica

La protesta delle toghe: ‘Vogliono indebolirci’.

Sulla scalinata della Cassazione con coccarda tricolore sulla toga e Costituzione stretta tra le mani.

È l’immagine simbolo del giorno di sciopero della magistratura italiana contro la riforma della giustizia portata avanti dal governo Meloni.

Una iniziativa che le stesse toghe non nascondono essere “forte” perché “è un potere dello Stato” che decide di incrociare le braccia, una scelta che ha pochi precedenti. Una scelta che punta a sottoporre all’attenzione dell’opinione pubblica un progetto legislativo, a cominciare dalla separazione delle carriere, che a dire della magistratura punta sostanzialmente a “limitare la giurisdizione”.

La percentuale di adesione, che sfiora l’80%, è salutata come un successo per una iniziativa, ribadiscono compatte le varie anime correntizie, che non rappresenta la difesa di una corporazione, “di una casta”, ma della Costituzione. “Noi non difendiamo nessun privilegio – spiega il presidente dell’Anm, Cesare Parodi – ma vogliamo spiegare ai cittadini perché questa riforma è stata voluta. Si è formata nell’opinione pubblica una immagine della magistratura che certamente non corrisponde alla realtà. Si è voluto un narrato sulle toghe negativo”.

Nei distretti, sul territorio, l’adesione ha percentuali omogenee. Giudici, pubblici ministeri, hanno fermato per 24 ore l’attività nei tribunali. Dall’analisi dei dati emerge che in città come Genova si è arrivati al 95%, a Milano ha raggiunto il 90%; ma il dato resta alto anche in realtà come Torino e Palermo in cui supera il 70%, così come in Toscana. Dato in controtendenza quello del Lazio, in cui la percentuale si ferma al 64,9%. Per riguarda il tribunale della Capitale, su 317 in servizio sono stati 192 gli astenuti, pari al 60,5%.

Numeri che restituiscono una partecipazione massiccia anche se da Forza Italia ribadiscono la volontà di andare avanti con la riforma e Fdi attacca bollando come “eversiva” l’iniziativa delle toghe.

“Vogliono indebolirci – taglia corto il segretario dell’Anm, Rocco Maruotti, parlando dal palco del cinema Adriano, nella Capitale, nel corso di una affollata assemblea -. L’obiettivo è privare di autorevolezza la giurisdizione”, ma su questo punto “non ci sono margini di trattativa perché l’indipendenza e l’autonomia della magistratura è materia non negoziabile”, aggiunge. Il dato ribadito con forza è che la mobilitazione non si chiude con lo sciopero ma che, anzi, l’astensione è il primo passo di una road map che ha nell’incontro con il governo, fissato per il 4 marzo, uno snodo importante. “Il nostro è come un grido di allarme lanciato alla società civile, a tutte le donne e gli uomini di buona volontà – spiega Giuseppe Tango, esponente di Magistratura indipendente, la corrente moderata -. Avvertiamo il concreto e serio pericolo che la riforma della Costituzione oggi in discussione renderà un cattivo servizio alle istanze di giustizia dei cittadini” e “non si può restare in silenzio”.

Far arrivare a tutti le preoccupazioni di un intero comparto, questa sembra la necessità primaria. “Quello di oggi è solo un primo passo – osserva Giovanni Zaccaro, segretario di Area – di un lungo percorso. Dobbiamo fare capire a tutti i rischi della riforma Nordio che colpisce l’assetto costituzionale della magistratura”. Da domani continuerà “il dibattito e confronto” anche se oggi arriva una risposta “unitaria” su una scelta, quella dello sciopero, definita “impegnativa” ma necessaria per “destare l’attenzione dell’opinione pubblica”. Per Magistratura democratica, la corrente di sinistra, il progetto governativo punta a “ridimensionare l’indipendenza” di un potere dello stato “nel suo complesso” mentre per Unicost oggi arriva una risposta compatta a difesa “dell’autonomia e indipendenza” delle toghe che è “un principio cardine della democrazia e dell’equilibrio fra i poteri”.

Albanese tra i magistrati: ‘Calamandrei lavorava per il futuro’

 “Io oggi sono Calamandrei. È stato un uomo coraggiosissimo. Nel nostro ambiente si dice che quando ripeti le cose sei un po’ in ritardo. Calamandrei è sempre avanti, lavorava per il futuro”.

È quanto ha detto l’attore Antonio Albanese a margine dell’assemblea dei magistrati a Genova per lo sciopero indetto dall’Anm contro la riforma della giustizia, in risposta a quanto detto da Maurizio Gasparri.

L’aula magna è gremita di magistrati, con la toga e la coccarda tricolore al petto, e di cittadini venuti a esprimere solidarietà.

Fonte: Ansa


Sciopero dei magistrati: flash mob in tutta Italia “Contro la riforma e a difesa della Costituzione”

Mobilitazione in tutta Italia e confronto con cittadini. Amn: “Adesione prossima all’80%”. Un centinaio di magistrati, con toga e coccarda tricolore. Governo apre su sorteggio e quote rosa.

“Contro la separazione delle carriere” e a “difesa  della Costituzione”. Oggi lo sciopero dei magistrati proclamato dall’Anm, il sindacato delle toghe, con manifestazioni pubbliche in molte citta, da Nord a Sud.

L’adesione allo sciopero dei magistrati è prossima all’80%, ha detto il segretario generale dell’Anm, Rocco Maruotti, all’assemblea in corso al cinema Adriano nel giorno dell’astensione delle toghe. Il 90% al Tribunale di Milano, secondo il presidente Roia. Sempre secondo i dati dell’Anm magistrati, punte dell’86,5% alla Procura di Torino; oltre il 76% a Napoli; si supera il 75% a Catanzaro.

Governo apre su sorteggio e quote rosa

In mattinata, vertice del governo a Palazzo Chigi sulla riforma della giustizia con il ministro Nordio, i vicepremier Tajani e Salvini e la presidente del Consiglio Meloni: il governo apre sulla riserva delle quote rosa e sul sorteggio temperato per il nuovo Csm. Il sorteggio temperato, potrebbe riguardare i laici, i togati o entrambe le componenti del Consiglio. Il 5 marzo, intano, la premier incontrerà, oltre all’Anm, anche l’Unione delle Camere penali.

“Non c’è alcun tentativo di voler mettere sotto il controllo del governo alcun magistrato. Non esiste, non c’è scritto in nessun testo, non ci abbiamo mai pensato”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani al termine del question time al Senato rispondendo alle domande dei cronisti che chiedevano cosa fosse stato deciso nel vertice di maggioranza sulla giustizia a Palazzo Chigi.

Lo sciopero

Confronti aperti in contemporanea nei vari distretti d’Italia, un’occasione di confronto e sensibilizzazione per comprendere i rischi della riforma per l’indipendenza della magistratura e per l’equilibrio dei poteri.

I magistrati a disposizione dei cittadini, in numerosi eventi e manifestazioni, con lo scopo di spiegare le ragioni del no alla riforma costituzionale della giustizia, che prevede la separazione delle carriere dei magistrati e l’istituzione di una “Alta corte”. Alle assemblee pubbliche, magistrati ed ex magistrati, costituzionalisti, avvocati, rappresentanti del mondo della cultura e studenti.

I togati del CSM

I consiglieri togati del Csm aderiscono alle ragioni dello sciopero dei magistrati indetto dall’Anm e in programma oggi: ”Noi magistrati componenti del Consiglio superiore della magistratura manifestiamo l’adesione alle ragioni dello sciopero dell’Associazione Nazionale Magistrati – scrivono tutti i consiglieri togati di Palazzo Bachelet a eccezione dell’indipendente Andrea Mirenda – Invero si tratta di uno sciopero che la magistratura associata ha indetto non per tutelare interessi di categoria, ma per porre con forza all’attenzione dell’opinione pubblica il tema della garanzia dell’autonomia e indipendenza dell’ordine giudiziario e, dunque, della tutela dei diritti di tutti”.

A Roma, flash mob delle toghe fuori dalla Cassazione

A Roma questa mattina un’assemblea pubblica al Cinema Adriano (piazza Cavour) con la partecipazione dei componenti della Giunta esecutiva centrale dell’Anm tra cui il presidente Cesare Parodi, il segretario generale Rocco Maruotti, e il vice presidente Marcello De Chiara.

A sostegno dello sciopero proclamato per la difesa della Costituzione e organizzato da ANM, circa un centinaio di magistrati italiani, con toga e coccarda tricolore e Costituzione Italiana alla mano, si sono radunati sulla scalinata del Palazzaccio, Corte di Cassazione a Roma, per dare vita a un flash mob.

Gasparri: “Lo sciopero non bloccherà il cammino della democrazia”

“Non saranno il flash mob, il ricorso a comici come Cetto La Qualunque nel corso delle manifestazioni dei magistrati e non saranno le intimidazioni togate che ci indurranno a rinunciare alla riforma della giustizia. Il Parlamento andrà avanti. In nome della Costituzione, della democrazia, della separazione dei poteri. Scioperi dal sapore eversivo, non bloccheranno il cammino della democrazia. Vogliamo la certezza della pena, una giustizia rapida e la fine dell’uso politico della giustizia. Non ci faremo fermare. Andremo avanti. Le minacce al Parlamento ci riportano a momenti antichi di cui l’Italia non ha nessuna nostalgia”. Lo dichiara il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri.

A Bologna protesta davanti al Tribunale

Coccarda sul petto e Costituzione in mano, a Bologna i magistrati protestano all’ingresso del Tribunale di via Farini contro la riforma costituzionale sulla separazione delle carriere, in occasione dell’astensione “A difesa della Costituzione” proclamata in tutta Italia dalla Giunta Esecutiva Centrale dell’Associazione Nazionale Magistrati(Anm).

“La Riforma non risolve i problemi della giustizia, non ci aiuta a lavorare meglio e più in fretta. Ci saranno solo minori garanzie, soprattutto per i più deboli”, recita uno dei depliant che gira tra le mani dei magistrati. Dopo il flash mob le toghesi sono radunate nella sala delle Colonne, per dare il via aduna assemblea pubblica.

“Io vorrei ricordare a tutti quanti voi, a tutti i cittadini italiani – ha detto il presidente del Tribunale di Bologna, Pasquale Liccardo, parlando con i giornalisti – che qui a Bologna nel 1980 c’è stata una strage, un evento tragico per tutta Italia. Ci sono state altre stragi, Milano, Firenze, via d’Amelio, Capaci. E in tutte queste stragi c’è stato un giudice che non si è accontentato di una verità che gli veniva portata anche da servitori dello Stato. Quel giudice, quel pubblico ministero libero e indipendente, soggetto solo alla legge, ha cercato la verità, non una verità preconfezionata”. La storia di via d’Amelio, “basti pensare al Borsellino bis, ter, quater – ha aggiunto Liccardo – cosa ci insegna questa storia, che noi mai come in questo momento abbiamo bisogno di giudici indipendenti, che abbiano un unico Consiglio superiore della magistratura. Noi dobbiamo dire che il potere, mai come in questo momento, deve rendere ragione ai principi costituzionali che ne fondano la sua legittimazione”.

A Napoli, oltre 75% magistrati ha aderito a sciopero

È superiore al 75% l’adesione dei magistrati del Distretto della Corte d’Appello di Napoli allo sciopero contro la riforma della giustizia e la separazione delle carriere. Il dato è stato fornito da Cristina Curatoli, presidente della Giunta esecutiva sezionale dell’Anm di Napoli, che ha organizzato questa mattina un incontro pubblico nella biblioteca Tartaglione del Palazzo di Giustizia di Napoli “con l’obiettivo di spiegare le ragioni del dissenso della magistratura rispetto alla riforma costituzionale in cantiere sulla separazione delle carriere”.

Gratteri: “Sono favorevole a sorteggio componenti Csm”

“So che non piacerà a molti magistrati, ma io sono favorevole al sorteggio dei componenti del Csm e anche al sorteggio dei componenti del Csm nominati dal Parlamento”. Lo ha detto il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, che questa mattina ha partecipato all’iniziativa dell’Anm Napoli organizzata nel Palazzo di Giustizia partenopeo in occasione dello sciopero contro la riforma della giustizia e la separazione delle carriere.

“Si divide l’Italia in macro aree, come per l’elezione al Parlamento Europeo, si rispettano le proporzioni pubblico ministero-giudice e non si sorteggiano i magistrati che hanno procedimenti disciplinari, procedimenti penali, che hanno ritardi nelle sentenze, nel deposito delle sentenze o nelle indagini. Stessa cosa vale per i laici nominati dal Parlamento, cioè si escludono dall’iscrizione all’albo degli avvocati o dei professori universitari in materie giuridiche quelli che hanno precedenti penali o disciplinari. Chi è in grado di scrivere sentenze, chi è in grado di fare una lezione all’università, sarà sicuramente in grado di valutare se Tizio può diventare presidente del Tribunale o meno”, ha aggiunto Gratteri.

A Milano

Al momento, sempre da quanto precisato dalla presidenza del Tribunale di Milano, l’adesione allo sciopero dei magistrati del tribunale è di quasi il 75% ma potrebbe arrivare all’80% e le adesioni possono essere comunicate fino a domani. Viene segnalata un’alta adesione anche dei magistrati ordinari in tirocinio. Con toghe e coccarde tricolore, oltre a un flash mob, un incontro con i cittadini per spiegare le loro ragioni. Ragioni che hanno messo nero su bianco anche in un volantino distribuito e che affronteranno in un’assemblea aperta al pubblico nell’aula magna, quella che oltre alle cerimonie istituzionali, ha accolto il ‘resistere, resistere, resistere” di Francesco Saverio Borrelli e incontri su temi assai delicati che avrebbero potuto minare, come si ritiene stia accadendo ora, l’indipendenza e l’autonomia della magistratura sanciti dalla Carta costituzionale.

All’assemblea a cui interverranno, oltre ai vertici dell’Anm milanese, i responsabili degli uffici giudiziari e i rappresentanti dell’avvocatura, interverranno per spiegare cosa a loro avviso comporterebbe la riforma Nordio. Dopo di che alcuni attori teatrali leggeranno passi della Costituzione a del Discorso sulla Costituzione di Piero Calamandrei. Infine, i magistrati che dovranno lavorare per garantire i livelli essenziali, faranno mettere a verbale alcune frasi (uguali in tutta Italia) per comunicare la loro adesione all’astensione, nonostante risultino in servizio.

A Torino

Prima un’assemblea pubblica in una delle maxi aule del Palazzo di giustizia, poi un flash mob con la lettura di un serie di articoli della Costituzione. Così i magistrati intendono condurre a Torino la giornata di sciopero. È previsto un videocollegamento con le altre sedi giudiziarie del distretto piemontese.

A Foggia

Dovrebbe raggiungere il 90% il tasso di adesione dei magistrati del tribunale di Foggia allo sciopero nazionale. “Lo sciopero – evidenziano – non è contro qualcuno o qualcosa, né a tutela di interessi corporativi, ma serve a difendere un assetto istituzionale essenziale per l’indipendenza e l’autonomia della magistratura”. “La riforma non servirà a risolvere i problemi della giustizia e nemmeno si prefigge di farlo”. “Piuttosto essa comporterà una riduzione dell’indipendenza della magistratura, che rappresenta il solo strumento di tutela dei diritti di tutti”.

A Benevento

l’Anm di Benevento ha organizzato un dibattito pubblico sulla riforma costituzionale della magistratura presso il Palazzo di Giustizia, a partire dalle ore ore 10:00.

Il no dei penalisti

“Errata nel merito e nei modi la protesta organizzata dall’Anm” contro la riforma costituzionale della separazione delle carriere. Così i penalisti in una nota, in cui tornano a sottolineare che “separare le carriere significa infatti rendere la giustizia penale più moderna, aderente al modello processuale vigente e rendere finalmente ‘terzo’ il giudice come vuole l’articolo 111 della stessa Costituzione. Avere due Consigli Superiori uno per i giudici e uno per i pm significa garantire ad entrambe le magistrature, giudicante e requirente, con piena indipendenza ed autonomia, ma al tempo stesso garantire i magistrati dai condizionamenti che derivano inevitabilmente dall’avere un governo comune che ne amministra le carriere e la disciplina”.

Fonte: Rainews


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