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“Verità sulle stragi”, nasce Coordinamento parenti vittime

Redazione il . Associazioni, Criminalità, Diritti, Giustizia, Informazione, Istituzioni, Mafie, Memoria, Politica, SIcurezza, Società

(AGI) – Roma, 18 dic. – Fare fronte comune tra le associazioni delle vittime delle stragi, del terrorismo e delle mafie che hanno insanguinato il nostro Paese è “una necessità ormai ineludibile per arrivare alla piena verità e alla giustizia”.

Nell’amara consapevolezza che “c’è ancora tanta strada da percorrere”.

Questa la premessa della scelta di dar vita ad un Coordinamento “con l’obiettivo di poter svolgere di concerto un’attività divulgativa e informativa e vigilare affinché non si dimentichi”.

“Fino a oggi – rivendicano le associazioni dei familiari – abbiamo tenuto sempre alta l’attenzione, seguito processi lunghissimi, commissioni parlamentari e vigilato sui depistaggi, le falsificazioni e le mistificazioni. Questo continueremo a fare ma insieme, perché ormai è chiaro che la storia dello stragismo ha evidenti collegamenti comuni e continui e che in tutte queste vicende, sempre, pezzi dello Stato sono stati responsabili di depistaggi, azioni criminali e manomissioni”.

In concreto, il neo Coordinamento si propone di:

  • “individuare e mettere in evidenza il disegno comune che lega tutte le stragi avvenute nel nostro Paese, teso a determinarne un cambiamento di ordine politico attraverso la cosiddetta strategia della tensione”;
  • “concordare iniziative atte a contrastare qualsiasi ipotesi di depistaggio e mistificazione dei fatti e, in particolare, bloccare il tentativo di riscrivere la storia del Paese sottovalutando, se non addirittura ignorando, le responsabilità dell’eversione nera nelle stragi, anche in quelle comunemente dette di mafia”;
  • “censire, raccogliere e mettere a disposizione le fonti documentali sulla recente storia d’Italia, in particolare sui terrorismi e le mafie”;
  • “digitalizzare la documentazione giudiziaria e renderla consultabile da parte di tutti”;
  • “avviare interlocuzioni con le istituzioni dello Stato al fine di dare attuazione alle nostre proposte”;
  • “organizzare iniziative divulgative per valorizzare il patrimonio di conoscenze accumulato nel tempo ed evitare falsificazioni e mistificazioni”.

Per sviluppare e sostenere le attività del Coordinamento “è essenziale mettere in comune gli archivi delle associazioni aderenti, in modo da supportare la ricerca e continuare a lavorare per la verità e la giustizia. In particolare, per quanto attiene alla attività di inventariazione e digitalizzazione degli atti e dei documenti, il Coordinamento si farà parte attiva per ampliare il censimento delle fonti già avviato da anni e confluito nel portale della Rete degli Archivi per non dimenticare memoria.cultura.gov.it”.

È una esigenza, questa, fortemente avvertita da parte delle varie associazioni e familiari singoli, “essendo innegabile il fatto che vi sia in Italia una carenza di fonti documentali relativi al periodo che va dal dopoguerra a oggi, in specifico per i temi legati ai terrorismi e alle mafie, alla violenza politica, ai movimenti e alla criminalità organizzata. La difficoltà nel reperimento delle fonti, le polemiche, l’uso pubblico e politico della storia hanno condizionato notevolmente la riflessione storiografica, che dovrebbe invece essere uno dei motori di ricerca della verità e, di conseguenza, della divulgazione e della conservazione della memoria”.

Le varie direttive di declassifica sul caso Moro, sulle stragi dal 1969 al 1984, su Gladio e P2 “hanno avviato un percorso di trasparenza e una riflessione sulla centralità della conservazione della documentazione sui gravi crimini che hanno attraversato la nostra democrazia”.

Le firme sotto l’atto di nascita del Coordinamento sono di Flora e Nunzia Agostino, sorelle di Antonino Agostino; Sergio Amato, figlio di Mario Amato; Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione familiari delle vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980; Salvatore Borsellino, presidente associazione Agende Rosse; Paola Caccia, figlia di Bruno Caccia; Pina Catalano, sorella di Agostino Catalano; Tommaso Catalano, fratello di Agostino Catalano; Luigi Dainelli, presidente Associazione familiari della strage di via dei Georgofili; Roberta Gatani, nipote di Paolo Borsellino; Claudia Loi, sorella di Emanuela Loi; Marcello Loi, fratello di Emanuela Loi; Angela Manca, madre di Attilio Manca; Gianluca Manca, fratello di Attilio Manca; Rosaria Manzo, presidente Associazione vittime della strage sul treno rapido 904; Manlio Milani, presidente Associazione familiari dei caduti di piazza Loggia; Brizio Montinaro, fratello di Antonio Montinaro; Brizia Donata Montinaro, sorella di Antonio Montinaro; Nino Morana, nipote di Antonino Agostino; Annunziata Mormile, sorella di Umberto Mormile; Stefano Mormile, fratello di Umberto Mormile; Federico Sinicato, presidente associazione piazza Fontana 12 dicembre 1969; Franco Sirotti, fratello di Silver Sirotti, vittima della strage dell’Italicus.

Fonte: AGI, Agenzia Italia


Stragi. Vittime di terrorismo e di mafia si alleano “contro mistificazioni”. Nasce Coordinamento: necessarie azioni comuni a difesa giustizia-verità

(Dire) Bologna, 18 dic. – “Ormai è chiaro che la storia dello stragismo ha evidenti collegamenti comuni e continui e che in tutte queste vicende, sempre, pezzi dello Stato sono stati responsabili di depistaggi, azioni criminali e manomissioni” ma “c’è ancora tanta strada da percorrere”, e per questo le Associazioni e familiari singoli si sono ritrovati mercoledì 27 novembre a Bologna (dopo la manifestazione in stazione per rispondere al corteo della Rete dei Patrioti di qualche settimana prima) per andare avanti insieme, creando un coordinamento “con l’obiettivo di poter svolgere di concerto un’attività divulgativa e informativa e vigilare”.

La novità, annunciata appunto in occasione dell’evento del 27 novembre sotto le Due Torri, viene ufficializzata oggi con un comunicato con i calce tanti nomi.

Eccoli: Flora e Nunzia Agostino, sorelle di Antonino Agostino; Sergio Amato, figlio di Mario Amato, Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione familiari delle vittime della strage di Bologna; Salvatore Borsellino, presidente Agende Rosse; Paola Caccia, figlia di Bruno Caccia; Pina e Tommaso Catalano, sorella e fratello di Agostino Catalano; Luigi Dainelli, presidente associazione familiari della strage di via dei Georgofili; Roberta Gatani, nipote di Paolo Borsellino; Claudia e Marcello Loi, sorella e fratello di Emanuela Loi; Angela e Gianluca Manca, madre e fratello di Attilio Manca; Rosaria Manzo, presidente associazione vittime della strage del rapido 904; Manlio Milani, presidente associazione familiari dei caduti di Piazza Loggia; Brizio e Brizia Donata Montinaro, fratello e sorella di Antonio Montinaro; Nino Morana, nipote di Antonino Agostino; Annunziata Mormile, sorella di Umberto Mormile; Stefano Mormile, fratello di Umberto Mormile; Federico Sinicato, presidente associazione piazza Fontana; Franco Sirotti, fratello di Silver, vittima della strage dell’Italicus.

“Fino a oggi le associazioni dei familiari delle vittime hanno tenuto sempre alta l’attenzione, seguito processi lunghissimi, commissioni parlamentari e vigilato sui depistaggi, le falsificazioni e le mistificazioni. Questo continueremo a fare ma insieme”, annunciano dunque i familiari delle vittime. E specificano anche nel dettaglio cosa intendono fare “affinché non si dimentichi”.

E dunque, ecco che in cima alla loro lista c’è l’intento di “individuare e mettere in evidenza il disegno comune che lega tutte le stragi avvenute nel nostro paese, teso a determinarne un cambiamento di ordine politico attraverso la cosiddetta strategia della tensione”.

Verranno poi concordate “iniziative atte a contrastare qualsiasi ipotesi di depistaggio e mistificazione dei fatti e, in particolare, bloccare il tentativo di riscrivere la storia del nostro paese sottovalutando, se non addirittura ignorando, le responsabilità dell’eversione nera nelle stragi, anche in quelle comunemente dette di mafia”.

Insieme, i parenti delle vittime opereranno per “censire, raccogliere e mettere a disposizione le fonti documentali sulla recente storia d’italia in particolare sui terrorismi e le mafie”; per “digitalizzare la documentazione giudiziaria e renderla consultabile da parte di tutti”; per “avviare interlocuzioni con le istituzioni dello stato (presidenza della Repubblica, presidenza del Consiglio, ministero della Giustizia, ministeri della Cultura e dell’Istruzione) al fine di dare attuazione alle nostre proposte”.

Si lavorerà anche ad “iniziative divulgative per valorizzare il patrimonio di conoscenze accumulato nel tempo ed evitare falsificazioni e mistificazioni”.

“Per sviluppare e sostenere le attività del coordinamento è essenziale mettere in comune gli archivi delle associazioni aderenti, in modo da supportare la ricerca e continuare a lavorare per la verità e la giustizia”.

In particolare, per quanto attiene alla inventariazione e digitalizzazione degli atti e dei documenti, il coordinamento si impegna a ampliare il censimento delle fonti già avviato da anni e confluito nel portale della Rete degli Archivi per non dimenticare memoria.cultura.gov.it.

“È una esigenza, questa, fortemente avvertita da parte delle varie associazioni e familiari singoli, essendo innegabile il fatto che vi sia in Italia una carenza di fonti documentali relativi al periodo che va dal dopoguerra a oggi, in specifico per i temi legati ai terrorismi e alle mafie, alla violenza politica, ai movimenti e alla criminalità organizzata. La difficoltà nel reperimento delle fonti, le polemiche, l’uso pubblico e politico della storia – dicono ancora i parenti delle vittime – hanno condizionato notevolmente la riflessione storiografica, che dovrebbe invece essere uno dei motori di ricerca della verità e, di conseguenza, della divulgazione e della conservazione della memoria”.

Riconoscendo però che le direttive di declassifica sul caso Moro, sulle stragi dal 1969 al 1984, su Gladio e P2 e (Prodi 2008, Renzi 2014, Draghi 2021) “hanno avviato un percorso di trasparenza e una riflessione sulla centralità della conservazione della documentazione sui gravi crimini che hanno attraversato la nostra democrazia”.

Fare “fronte comune” tra le associazioni delle vittime delle stragi, del terrorismo e delle mafie “che hanno insanguinato il nostro paese, è una necessità ormai ineludibile per arrivare alla piena verità e alla giustizia”, concludono.

Fonte: Agenzia DIRE

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