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Usigrai, Macheda: «Solidarietà a Report e ai componenti del Cdr del Tg2»

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Il segretario dell’organismo sindacale di base ha preso posizione sulle polemiche relative all’audio trasmesso sulla vicenda Boccia-Sangiuliano. Sulla vicenda è intervenuto anche il Cdr Approfondimento Rai: «La telefonata era di interesse pubblico».

«Come hanno scritto i colleghi del Cdr del Tg2, riguardo all’audio trasmesso da Report sulla vicenda Boccia Sangiuliano; il sospetto fondato di una nomina ministeriale bloccata per ragioni legate a diverbi familiari è tema di interesse pubblico e quindi ha rilevanza giornalistica. La vicinanza umana alla collega Federica Corsini è un altro tema e trova anche la mia personale condivisione». Lo scrive in una nota diffusa sabato 14 dicembre 2024 Daniele Macheda, segretario dell’Usigrai. «Per quanto riguarda l’audio della conversazione tra il ministro e la moglie bisogna dire con chiarezza che non è stato illegittimamente sottratto. E il contenuto della conversazione non è privato ma riguarda scelte ministeriali che la moglie del ministro si dice pronta a far bloccare se non lo fa il ministro stesso. E infatti l’inchiesta di Report racconta che così è stato: il ministro, che ha giurato sulla Costituzione, ha chiesto, subito dopo le pressioni della moglie, di fermare la nomina» continua.

L’inchiesta di Report, attraverso l’ascolto degli audio – si spiega – «chiarisce inoltre che il ministro ha raccontato al Tg1 e agli italiani, nella famosa intervista, una storia diversa. Se non bastassero i fatti a confermare l’ottimo lavoro di Report, ci sono anche le regole del nuovo codice deontologico dell’Ordine dei giornalisti a confermarlo. Il nuovo testo, all’articolo 5 chiarisce: “L’informazione non contrasta con il rispetto della sfera privata quando la notizia, anche se dettagliata, sia indispensabile in ragione dell’originalità del fatto o della relativa descrizione dei modi particolari in cui è avvenuto, nonché della qualificazione dei protagonisti” e ancora: “La sfera privata delle persone note o che esercitano funzioni pubbliche deve essere rispettata se le notizie o i dati non hanno alcun rilievo sul loro ruolo o sulla loro vita pubblica”. Usare la vicinanza umana alla collega Corsini per attaccare Report, come fanno i firmatari della lettera del Tg2, a nome di una parte della redazione, è un esercizio dal quale prendo le distanze insieme ai colleghi del Cdr e a chi in redazione non ha ritenuto di sottoscrivere quel testo» conclude.

Sulla vicenda interviene anche il Cdr Approfondimento Rai con un comunicato stampa diffuso il 16 gennaio 2024: «Non vi è dubbio che la collega Federica Corsini abbia subito una intrusione della propria sfera privata, in quanto moglie dell’ex ministro. Di questo ci dogliamo sinceramente, e tuttavia la stessa collega non potrà negare che l’interesse pubblico prevale pure sul principio indiscutibile della solidarietà tra colleghi. L’intercettazione pubblicata sottolinea il sospetto che una nomina ministeriale sia stata condizionata da diverbi familiari, e che quindi vi sia stata una pericolosa intersezione di interessi pubblici e privati».

La nota prosegue: «Il Corriere dalla Sera ha riportato pesanti critiche della dirigenza Rai al direttore dell’Approfondimento Paolo Corsini, che ha supervisionato la puntata. Il direttore, che ricordiamo ancora non è un direttore responsabile, svolge le veci dell’editore, il quale in nessun caso può censurare il giornalista. Corsini sarebbe stato criticato proprio per aver svolto correttamente il suo ruolo, ovvero per non aver fatto intromissioni indebite sul lavoro giornalistico. A lui la solidarietà del Cdr».

«Arriviamo all’Ordine nazionale dei giornalisti: non possiamo che notare la grande solerzia dell’Ordine che l’11 dicembre esprime solidarietà ai coniugi Sangiuliano, mettendo in dubbio la qualità del servizio giornalistico (il Consiglio di disciplina è stato incaricato di valutare eventuali le violazioni al codice deontologico) – si legge ancora -. Orbene, il Cdr si domanda con chi intende far valere tali violazioni: con il giornalista, con una gerarchia che non è tale in assenza di testata, con l’editore? L’Ordine nazionale dei giornalisti ha da diversi mesi un dossier e una petizione di 167 iscritti all’Ordine, giornalisti Rai, che denunciano l’assenza di una regolare testata giornalistica nelle direzioni di genere e le relative violazioni della Legge sulla stampa che questo comporta. Una richiesta che ha trovato ascolto e perfino condivisione nell’ex amministratore delegato Rai Roberto Sergio e in un gruppo di parlamentari della commissione di Vigilanza Rai, i quali hanno depositato un’interrogazione ad hoc. Di tali richieste ad oggi l’Ordine non sembra essersi ancora fatto carico».

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