A Salvatore Borsellino il premio Umberto Mormile 2024
Sabato 14 dicembre si è svolta la cerimonia di premiazione della III edizione del Premio nazionale intitolato a Umberto Mormile, l’educatore carcerario ucciso nel 1990.
Il premio, nato nel 2022 da un’idea di Angela Romano, coordinatrice del gruppo perugino del Movimento delle Agende Rosse intitolato ad Umberto, rappresenta un piccolo riconoscimento verso chi si è particolarmente distinto nel diffondere valori di Verità e Giustizia. Nella prima edizione, il premio è stato conferito a Patrizio Cannata per aver propalato quei preziosi valori di legalità, attraverso l’arte. L’anno scorso, a ricevere il premio, è stato l’avvocato Fabio Repici, per l’enorme e straordinario contributo reso per ripristinare e affermare le verità storiche e giudiziarie di questo Paese.
Quest’anno, l’assegnazione del premio si è svolto in videoconferenza, durante la quale i familiari di Umberto (la figlia Daniela, la sorella Nunzia e il fratello Stefano), assistiti da alcuni amici tra quelli che si sono battuti e si battono per onorare la memoria di Umberto e di tutte le persone oneste, hanno letto le motivazioni che hanno spinto ad assegnare la terza edizione del premio Umberto Mormile a Salvatore Borsellino, autentico baluardo contro ogni tentativo di mascariamento della storia e della verità.
Di seguito le motivazioni.
Caro Salvatore, carissimo amico Salvatore, non so qual è l’aggettivo che meglio ti definisce, forse combattivo, oppure energico, determinato, risoluto, coriaceo, inaffondabile….
No, non un aggettivo, anche se quelli citati ti calzano tutti, serve un sostantivo per raccontarti: ingegnere!
Ingegnere è quello che sei ed è quello che fai, non solo di professione, anche di umanità.
Sei l’unico che ha davvero costruito il ponte sullo stretto, sei partito da Paolo e Giovanni e hai unito l’Italia degli onesti.
Caro Salvatore, per comprendere cosa sei e cosa rappresenti, basta immaginare che non esisti, che Paolo non aveva fratelli, solo sorelle.
In quel caso, nei libri di storia, leggeremmo un racconto così:
Dopo le bombe del 92/93, lo stato è prontamente intervenuto con i suoi uomini migliori per incarcerare quei terribili mafiosi, a cominciare da Scarantino, che hanno messo le bombe e seminato lutti, terrore e devastazioni. Non solo, lo stato non si è fermato e, a quel punto, ha ingaggiato una lotta senza quartiere con la mafia e tutte le criminalità organizzate. E ha vinto, grazie al lavoro eccezionale di autentici eroi, dei ros, dei carabinieri, della polizia e, soprattutto, dei servizi segreti. La mafia, le mafie, adesso sono solo un brutto ricordo che le nuove generazioni apprendono dai libri di scuola. E con la cancellazione delle mafie, è stato finalmente possibile eliminare tutta la legislazione d’emergenza: via il 41 bis, via le agevolazioni per i pentiti, via tutto, si torna alla vera democrazia. Gli eroi in trionfo, con la riconoscenza perpetua del popolo italiano. E basta anche ai processi e alle inchieste sugli intrecci e commistioni tra mafie e istituzioni, non servono più, non ci sono più le mafie, e i magistrati che erano impegnati su quel fronte, possono occuparsi di tossici e migranti
Si potrebbe continuare a lungo ma è chiaro che la tua vita, il tuo impegno, il tuo presidio continuo e implacabile sulla verità e giustizia, hanno finora permesso al popolo italiano di non finire in un libro di Orwell, in una spudorata menzogna. La tua inesauribile sete di verità, ha sostenuto e spinto le persone oneste, la gente per bene, a sollevare la testa e chiedere la stessa Verità e Giustizia.
Certo, siamo ancora lontani da Verità e Giustizia ma, grazie a te, la partita è ancora aperta.
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