Corte dei conti: liste d’attesa soldi non utilizzati e case di comunità non costruite
Dai dati forniti dalla Corte dei conti in una relazione di 180 pagine pubblicata il 19 novembre scorso, emerge che tra il 2020 e il 2024 sono stati investiti oltre 2 miliardi per abbattere le liste d’attesa. La cifra utilizzata dalle Regioni a questo scopo risulta però essere molto più bassa.
Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, nel 2023 le regioni avrebbero speso meno del 30% di quanto hanno ricevuto dallo Stato. La Corte dei conti ha evidenziato anche “il rischio quindi che le Regioni utilizzino i predetti finanziamenti, in via prioritaria per ripianare i loro disavanzi sanitari regionali e, solo residualmente per abbattere le liste di attesa […]”
Non sarebbe tempo sprecato se in ogni regione le associazioni chiedessero alla propria Giunta il motivo del non utilizzo dei soldi a loro disposizione. Soldi che dovrebbero garantire un diritto costituzionale!
Gran parte di questi finanziamenti sono poi solo transitati dal servizio pubblico per essere girati alle strutture private convenzionate, le quali agiscono in base ai propri interessi senza nessun controllo (o quasi) da parte delle ASL/ATS e delle regioni.
Sempre la Corte dei conti ha tolto il velo sulla disinformazione propagandistica della regione Lombardia, illustrando la reale situazione delle Case e degli Ospedali di Comunità (CdC e OdC). Delle 191 CdC previste in Lombardia, secondo la regione ne sarebbero funzionanti 125.
La Corte dei conti però non sembra essere d’accordo: “49 delle 125 Case di Comunità attive offrono servizio per meno di 12 ore al giorno e meno di 6 giorni a settimana; 15 strutture sono state accreditate come “Spoke” (funzionanti per 12h invece di 24h, 6 giorni su 7 invece di 7 giorni su 7) non rispettando l’accordo col Ministero della Salute; 85 risultano sprovviste di medici di medicina generale e in 112 mancano i pediatri di libera scelta”
Le spoke sono CdC più piccole con minori servizi, rispetto a quelle ufficialmente previste. Dei 62 OdC previsti ne risultano funzionanti solo 20 e alcuni di questi, come abbiamo documentato, sono stati affidati ai privati.
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