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Firma l’appello di Amnesty per fermare il genocidio contro la popolazione palestinese a Gaza

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Da oltre un anno va avanti l’assalto brutale e implacabile di Israele nella Striscia di Gaza. Per gravità e velocità questo si sta configurando come il conflitto più disastroso del XXI secolo, caratterizzato da distruzione di infrastrutture civili, aiuti umanitari negati e, soprattutto, la perdita di migliaia di vite umane.

Alla data del 7 ottobre 2024, l’esercito israeliano aveva ucciso oltre 42.000 palestinesi, tra i quali oltre 13.300 bambini e bambine, e ne aveva feriti oltre 97.000. E non si vede la fine di tutto questo orrore.

Molte persone hanno definito questo come il primo “genocidio in diretta”. Ma possiamo davvero affermare che si tratta di genocidio? Secondo le nostre ricerche la risposta è inequivocabile: sì, questo è un genocidio perché Israele ha compiuto atti proibiti dalla Convenzione sul genocidio con l’intento specifico di distruggere la popolazione palestinese di Gaza.

Leggi il rapporto

Non può esserci giustificazione per i crimini di diritto internazionale, al di là di chi li commette. Questo è un principio non negoziabile per chi difende i diritti umani. Per questo è in corso anche un’indagine più vasta sugli attacchi del 7 ottobre 2023 e su quanto accaduto dopo per esaminare l’intera scala e gamma di crimini compiuti da Hamas e da altri gruppi armati palestinesi nel sud di Israele.

Pubblichiamo questo rapporto ora sperando che i risultati servano da campanello d’allarme per la comunità internazionale: questo è un genocidio e deve cessare ora. I governi devono mettere in campo tutte le misure possibili per prevenire ulteriori danni alla popolazione palestinese nella Striscia di Gaza, tra cui il trasferimento di armi a Israele.

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