Anniversario della strage alla Thyssenkrupp. Così è nato l’Osservatorio morti sul lavoro
Il 6 dicembre 2007 ci fu la strage della Thyssenkrupp di Torino dove morirono 7 operai, rimasi sconvolto. 25 giorni dopo aprii l’Osservatorio di Bologna morti sul lavoro perché le notizie sulle morti sul lavoro erano praticamente inesistenti, se non i morti di INAIL che avevano sei mesi e un anno.
Comincio così il 1°gennaio 2008 a registrare tutti i morti sul lavoro in tabelle Excel per giorno, mese e anno della tragedia, la provincia e regione della tragedia, chi era la vittima, la professione, l’età e la nazionalità.
Dopo un anno la sorpresa: avevo più morti sul lavoro di INAIL e non capivo perché, dopo lunga ricerca anche con il giornalista d’inchiesta RAI Santo Della Volpe capimmo perché INAIL non faceva e non fa nessun monitoraggio ma raccoglie solo le denunce che gli arrivano dal territorio dai suoi assicurati, che sono solo una parte dei lavoratori. Oltre 4 milioni di lavoratori hanno assicurazioni diverse, poi ci sono i morti in nero, gli agricoltori, spesso anziani: da allora ne sono morti schiacciati dal trattore quasi 3000.
Ma nonostante le continue denunce della sparizione dalla conta di centinaia di lavoratori ogni anno, nessuno della politica – a partire dai ministri in giù – ha voluto venire a vedere se quello che scrivo è vero, come mettersi contro un Ente dello Stato potentissimo che con la scusa che non sono suoi morti non fa nessun monitoraggio.
Poi c’è una lobby potentissima sulla sicurezza che fa chiudere occhi e orecchie a tanti. Anche a politici che grazie a questa lobby hanno fatto carriera.
Da allora sono morti quasi 24000 lavoratori, il 35% mediatamente spariti nel nulla ogni anno. E nessuno che va a vedere perché anche in Europa vengono mandati i morti di Inail e neppure tutti quelli che gli arrivano con le denunce.
Così l’Italia diventa più virtuale di quella che è.
* Curatore dell’Osservatorio nazionale Morti sul lavoro
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