Speciale TG1 presenta: “Tre vite al giorno”, domenica 1 dicembre
Un’inchiesta di Enrica Majo sulle morti sul lavoro.
Vite spezzate sul lavoro. In Italia sono tre al giorno, un ferito al minuto, un morto ogni otto ore. Quest’anno l’Inail ha ricevuto quasi 800 denunce di infortunio ma ci sono anche morti invisibili, senza contratto, senza tutela.
Speciale Tg1, alle 23,50 su Rai 1, presenta: “Tre vite al giorno”.
È un viaggio di Enrica Majo nel dolore e nel coraggio di chi non smette di lottare contro questa strage quotidiana. Le storie di chi ha perso il figlio, il marito, la moglie, di chi è rimasto orfano. Casi di cronaca che spesso finiscono sulle prime pagine dei giornali, come la morte di Luana D’Orazio, operaia di 22 anni uccisa dall’ingranaggio di un orditoio manomesso per aumentare la produttività, in una fabbrica di Montemurlo in provincia di Prato. Come la strage alla stazione di Brandizzo o la tragedia della Thyssen Krupp di Torino.
E poi le riflessioni degli esperti: Raffaele Guariniello, ex procuratore del capoluogo piemontese, che da anni chiede una Procura Speciale e Tiziana Siciliano, Procuratrice Aggiunta, che coordina il pool Ambiente, Salute e Lavoro a Milano.
A che punto siamo in Italia quando si parla di salute e sicurezza dei lavoratori? Le norme ci sono: la legge del 2008 è una pietra miliare, ma spesso accade che non venga applicata. Anche i sindacati sono scesi in piazza, e Uil e Usb hanno promosso la campagna “Zero morti sul lavoro”. Ma il numero delle perdite, di chi subisce un infortunio o di chi contrae una malattia professionale, resta troppo alto.
Dalla Lombardia, maglia nera per incremento degli infortuni, alla Puglia, a Taranto, città dell’Ilva, dove si vive male il presente e non si riesce a immaginare il futuro. Qui i morti non si contano.
Speciale Tg1 ha raccolto la testimonianza di Emidio Deandri, Presidente di Anmil, l’Associazione Italiana mutilati e invalidi del lavoro, dipendente dell’acciaieria e ora in cassa integrazione, che parla per tutti coloro che si sono ammalati lavorando nell’industria del quartiere Tamburi. Anche lui ha subito un infortunio che gli ha cambiato la vita. Nelle campagne di Andria, poi, l’incontro con Stefano Arcuri, marito di Paola Clemente, la bracciante morta di fatica mentre raccoglieva l’uva e la cui storia ha portato alla legge contro il caporalato: da anni Arcuri chiede giustizia per la moglie.
Ma in Italia, per fortuna, ci sono anche aziende virtuose, che mettono al primo posto la sicurezza del lavoratore adottando regole che tutti devono rispettare, come fa un’azienda alimentare in provincia di Pavia.
Mancano invece i controlli nei cantieri, gli ispettori sono sempre di meno e i corsi di formazione esistono solo sulla carta soprattutto in alcune regioni del Sud. Così, a Milano, imprenditori e sindacati hanno dato vita ad un ente bilaterale, Esem-Cpt, che si occupa di formazione e sicurezza nell’edilizia. Qui è in funzione uno strumento capace di riprodurre con la realtà virtuale le caratteristiche dei mezzi utilizzati in un’area di lavoro, un unico esemplare in Europa.
Rivedi “Tre vite al giorno” – Speciale Tg1, Rai 1
Trackback dal tuo sito.