A Torino 47 anni fa le Br uccisero Carlo Casalegno, vicedirettore della Stampa
Si schierò apertamente contro ogni indulgenza verso il ricorso alla violenza e alla lotta armata dei terroristi. La sua storia e testimonianze su Ossigeno-Cercavano la verità.
Quarantesette anni fa, il 29 novembre 1977 morì a Torino Carlo Casalegno, vicedirettore del quotidiano torinese La Stampa. Il 16 novembre era stato vittima di un sanguinoso agguato di quattro terroristi, a Torino. La sua morte ususcitò enorme emozione in tutt’Italia.
Carlo Casalegno era un giornalista apertamente schierato dalla parte dello Stato nella lotta al terrorismo. Di fronte a una parte dell’opinione pubblica che allora diceva “Nè con lo Stato né con le Br”, a una parte della sinistra che non prendeva le distanze dalle efferate imprese delle Brigate Rosse parlando di “compagni che sbagliano”, Carlo Casalegno con i suoi editoriali chiedeva a tutti ai lettori di schierarsi, anche loro senza ambiguità, dalla parte dello Stato e della Repubblica nata dalla Resistenza.
Per le Br edivvenne quindi un nemico da abbattere, come lo era anche il direttore del suo giornale, Arrigo Levi, anche se quest’ultimo aveva maggiore protezione: era l’unico giornalista dotato di un’auto blindata per ogni suo spostamento e con quell’auto accompagnava sempre Carlo Casalegno nei tragitti tra casa e lavoro. Lo accompagnava sempre, tranne quel giorno fatale quando il vicedirettore rinunciò a quel passaggio e trovò i terroristi appostati sotto casa.
Morì due settimane dopo l’agguato, dopo una lunga agonia. Sapeva di esporsi molto. Il 2 giugno di quell’anno, a Milano, le Br avevano alzato il tiro contro i giornalisti che li osteggiavano apertamente, gambizzando Indro Montanelli. Carlo Casalegno fu il primo giornalista ucciso dalle Br. Poi a maggio del 1980 sarebbe toccato a Walter Tobagi.
La storia personale di Carlo Casalegno e una ricca documentazione sulla sua attività professionale e sulle vicende che ne fecero un bersaglio dei terroristi sono raccolte sul sito “Ossigeno – Cercavano la verità”, dedicato ai trenta giornalisti italiani uccisi da mafie, terrorismo e nelle zone di guerra.
Testimonianze su ‘Cercavano la verità’
Quel fatale 16 novembre 1977 , si era attardato in redazione per completare la bozza della terza pagina, insieme al giornalista Alberto Sinigaglia, all’epoca caposervizio della Terza Pagina del quotidiano, l’ultima persona con la quale Casalegno parlò. Alberto Sinigaglia, che poi è stato presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, ha ricostruito minuziosamente per Ossigeno-Cercavano la verità www.giornalistiuccisi.it quella tragica giornata, inoltre ha raccontato la vita del suo vicedirettore, ricordando che partecipò attivamente alla Resistenza nelle formazioni partigiane di Giustizia e Libertà.
Sul sito “Cercavano la verità” si può leggere anche l’intervista di Marilù Mastrogiovanni ad Andrea Casalegno, il figlio di Carlo. Sulla pagina dedicata a Casalegno, infine, è presente una bibliografia dei suoi scritti e si possono sfogliare alcune fotografie concesse a Ossigeno dall’archivio de “La Stampa”.
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