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Nino De Masi, l’imprenditore partigiano per la nostra libertà 

Pierluigi Ermini il . Calabria, Diritti, Economia, Giovani, Giustizia, Istituzioni, Mafie, Memoria, Società, Toscana

Nino De Masi è un imprenditore della Piana di Gioia Tauro, produttore di macchinari agricoli, che della lotta ai soprusi della ‘ndrangheta ha fatto una ragione di vita.

Non solo per sua scelta, ma perché un ‘ndranghetista che lui ha fatto condannare gli ha detto in un’udienza durante il processo che avrebbe ucciso lui, sua moglie e i suoi figli.

Da quel momento la sua famiglia vive in altre zone d’Italia ma lui dalla domenica sera al venerdì vive qui, nella zona del retro porto di Gioia Tauro circondato dalle jeep dell’esercito davanti alla sua azienda e dalla scorta fissa della polizia…

Lo abbiamo incontrato in questo campo con i comuni del Valdarno in questo percorso di un cammino insieme con il Comune di Polistena  e Amministrazione Comunale Cinquefrondi di contrasto alla criminalità organizzata

Ecco le sue parole.

Noi in questo paese stiamo normalizzando la cultura della illegalità e del sopruso. Pensiamo che il tema del contrasto alle mafie non è più un problema nostro, ma la verità è che la criminalità organizzata è un tema generale. 

Qui in Calabria chi sta resistendo diventa un esempio perché agiamo concretezza, dando segnali di resistenza. Noi siamo combattenti energici portatori di una dignità che voi al centro e al nord state perdendo.

Io fin da piccolo volevo essere una persona che avrebbe voluto vivere qui. Sono cresciuto leggendo le storie di Cuore da bambino e mi commuovevo. Sono un credente credo ci sia il bene e il male e che si decide da che parte stare. La mia famiglia mi ha cresciuto con questi valori.

Poi da imprenditore ho incontrato il boss di turno che voleva togliermi la mia libertà, il mio essere, le mie convinzioni. Allora mi sono chiesto: ci sono persone che hanno perso la vita per la nostra libertà e io non devo essere diverso da loro.

C’è qualcosa che va oltre i soldi,  la mia dignità vale di più e mi sono messo a combattere queste persone. Ma prima di me lo faceva mio padre.

Ci sono luoghi dove alcuni calpestano il respiro della gente. Questo è quanto avviene qui, ma oggi ci sono segnali di cambiamento.

Noi nella mia famiglia non abbiamo mai ceduto. Ho fatto arrestare persone in flagranza di reato. E mi è stato detto che avevo mandato padri di famiglia in galera. Io ero l’infame in questa terra che io amo. Mia figlia a scuola veniva chiamata l’infame perché avevo denunciato il boss. Ma non ho ceduto ed ho confermato le denunce in aula. Il boss chiede di parlare e dice che ammazza me, mia moglie e i miei figli.

La mia famiglia da 12 anni è fuori dalla Calabria. Ancora oggi loro e io viviamo scortati. Al compleanno di mia figlia, allora piccola,  in quegli anni non è venuto nessuno. Lei da grande mi ha detto che vuole vivere libera ed oggi vive all’estero. Mi ha distrutto, ma ci sono dei valori che vanno oltre.

Ho davanti a me tre opzioni: assoldare dei killer, chiedere loro perdono e piegarmi, combatterli. Li combatto con la cultura che ho imparato, quella della nostra Costituzione.

Oggi faccio poco l’imprenditore e mi muovo tanto per parlare, nelle scuole, in tante sedi diverse. Parlo di una cultura di combattimento basata sui valori che ho. Io sono un combattente. 

Ho scritto un libro “Inferi” che racconta la mia storia con il desiderio di essere un uomo libero. A tutti primo poi viene chiesto un biglietto da pagare per la propria libertà. Faccio questo guardando i miei figli, così dovete fare anche voi.

Raccontare ancora oggi le storie di martiri come i fratelli Cervi, per esempio, è importante.

Ho scritto un inno alla Calabria dove invito i giovani a sporcarsi le mani…

I Trump di turno oggi arrivano perché qualcuno ha annullato i valori della nostra società. Non ci sentiamo più italiani un popolo fatto dai nostri diversi dialetti, diverse traduzioni.

Noi possiamo essere una palla di neve che può diventare una valanga. I valori arrivano prima dei soldi sempre.

La mia è una storia che avrà un solo risultato: uno che vince uno che perde.

Usciamo nel silenzio da questo incontro dopo aver scoperto un imprenditore che è diventato un partigiano della nostra libertà, un combattente anche per la nostra dignità.

Un amante della nostra Italia, una persona che vuole unire un paese intorno ai suoi valori.

Come fecero i Fratelli Cervi lottando contro il fascismo.

Lo abbiamo inviato a venire da noi, incontrando i nostri imprenditori e i nostri giovani nelle scuole….

Anche questo fa parte dell’idea di gemellaggio che abbiamo in mente…

Grazie Nino…

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