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Clean the Cop

Tonio Dell'Olio il . Ambiente, Diritti, Economia, Istituzioni, L'analisi, Politica

Clean the Cop è il titolo della campagna di A sud per chiedere di ripulire le negoziazioni climatiche dalle pressioni dell’industria fossili.

Infatti anche a Baku, alla Cop 29 che è appena iniziata, c’è un bosco fitto fitto di lobbisti che difendono gli interessi del settore fossile. Non sono lì clandestinamente ma con tanto di badge e accreditamento.

Essendo iniziativa delle Nazioni unite, solo le nazioni partecipanti hanno il potere di accreditare e pertanto se ne desume che il tasso di convinzione dei governi che devono decidere sulla decarbonizzazione non sia particolarmente alto. Peraltro sono proprio le stesse multinazionali dei carburanti fossili ad alimentare con investimenti notevoli le campagne di disinformazione e la diffusione delle teorie negazioniste come dimostrato da decine e decine di inchieste giornalistiche.

Solo dallo scorso anno esiste un registro dei lobbisti presenti alla Cop e pertanto si può solo stimare che fossero 503 alla Cop26 e 636 alla Cop27. Ma lo scorso anno a Dubai i lobbisti dei combustibili fossili registrati furono 2.456. Il governo italiano tra Eni, Snam, Saipem, Enel, A2A, Edison e altri, a Dubai ne aveva accreditati 40 su un totale di 47 lobbisti del fossile presenti.

Un nutrito schieramento di accademici, esperti e scienziati ha firmato un appello per chiedere che non vengano concessi tali accrediti. In effetti è come raccomandare le pecore al lupo!

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