Insulti e minacce a Paolo Berizzi, nuovo processo a Bergamo. La Fnsi al fianco del collega
Tre persone accusate per i messaggi di odio postati sui social contro l’inviato di Repubblica, da anni sotto scorta per via delle sue inchieste su gruppi neofascisti e neonazisti. La solidarietà e la vicinanza del sindacato.
Insulti e minacce, anche di morte, messaggi di odio diffusi sui social. Bersaglio: il giornalista di Repubblica Paolo Berizzi, da anni costretto a vivere sotto scorta per via del suo lavoro di inchiesta su gruppi neonazisti e neofascisti. Sono in tutto 16 i procedimenti aperti da varie procure in Italia con Berizzi parte civile nei processi scaturiti dalle offese e minacce rivoltegli da personaggi riconducibili ad ambienti di estrema destra.
A settembre 2024 si è aperto a Varese il processo al leader del gruppo Do.Ra. per diffamazione nei confronti dell’inviato di Repubblica, al cui fianco la Fnsi si è costituita parte civile. Sempre per diffamazione nel 2022 era stato condannato un primo hater dal giudice del tribunale di Bergamo.
Ancora a Bergamo, venerdì 8 novembre 2024, si è celebrata l’udienza del procedimento che vede tre persone accusate di aver postato sui social insulti e intimidazioni ai danni del giornalista. I difensori degli imputati hanno segnalato un difetto di notifica del decreto di citazione in giudizio e il giudice si è riservato rispetto alla decisione, che comunicherà il 13 dicembre.
Anche in questa occasione, come sempre, al fianco di Paolo Berizzi si schiera la Federazione nazionale della Stampa italiana, che esprime al collega solidarietà e vicinanza.
«Ovviamente in aula non si sono presentati. Attaccano, minacciano, promettono che mi colpiscono e poi scappano dai processi», ha commentato il giornalista su X.
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