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C’è un diritto a un rimborso di fronte ai ritardi del SSN?

Vittorio Agnoletto il . Costituzione, Diritti, Salute, Società

Pur garantendo sulla carta il diritto alla salute, il Servizio Sanitario Nazionale non riesce sempre a rispondere alle esigenze dei cittadini. Le lunghe attese e le carenze della sanità pubblica sono uno scoglio per tutti, a maggior ragione per i genitori che hanno in cura i propri figli. Grazie a una recente sentenza del Tribunale di Genova, emessa a ottobre 2024, si è però creato un precedente che, forse, potrebbe in futuro riguardare altre situazioni simili.

La sentenza ha riconosciuto il diritto di un bambino ad avere, in tempi ragionevoli, le cure stabilite dal Servizio Sanitario Nazionale e previste nei Livelli Essenziali di Assistenza, LEA, senza dover accedere a servizi a pagamento. Il tribunale ha infatti stabilito un rimborso per le spese sostenute dalla famiglia del minore, che di fronte ad un ritardo di 34 mesi da parte del SSN, si è dovuta rivolgere al settore privato. Rimborsare, almeno parzialmente, la spesa sostenuta dai genitori, in questo caso significa garantire un principio di giustizia morale.

Una sentenza importante, che ricorda come la salute dei cittadini non possa essere sacrificata per carenze del servizio pubblico. Non è la prima volta che i magistrati si pronunciano in questa direzione, e questo fa ben sperare. In ogni caso ciò non significa che tutti avranno diritto a un rimborso di fronte a possibili ritardi subiti o che subiranno, ma che nell’eventualità di una richiesta in sede giudiziaria questo potrebbe essere garantito con più facilità rispetto a prima proprio perché è già accaduto. Vi ricordo infatti che ogni situazione ha una propria specificità e può condurre il Tribunale ad emettere sentenze fra loro differenti.

Rimane il fatto che ancora una volta è stato ribadito il dovere dello Stato a garantire le cure ai propri cittadini, e ad assumersi le sue responsabilità quando ciò non avviene.

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