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Usigrai, i delegati al Congresso: «Urgente un confronto con l’azienda sull’offerta informativa Rai»

Fnsi/Usigrai il . Brevi, Costituzione, Diritti, Economia, Informazione, Istituzioni, Lavoro

In un documento approvato all’unanimità al termine della sessione statutaria (5 e 6 novembre 2024) i giornalisti chiedono poi «risposte sui vuoti di organico, sul diritto alla mobilità interna e sul premio di risultato, disdettato unilateralmente senza alcun reale spazio di trattativa». Entro il 15 gennaio la convocazione della sessione ordinaria per l’elezione del nuovo Gruppo dirigente del sindacato.

«I Cdr e i delegati delle redazioni Rai ritengono non più rinviabile il confronto con il vertice dell’azienda sull’offerta informativa della Rai. Il piano industriale presentato al sindacato non affronta i nodi relativi al futuro dell’informazione di servizio pubblico». Lo si legge nel documento approvato all’unanimità dai delegati al Congresso nazionale Usigrai sessione statutaria svoltosi a Sacrofano il 5 e 6 novembre 2024.

«Scelte fallimentari di questo vertice – proseguono i delegati – stanno incidendo negativamente sull’offerta complessiva della Rai con riflessi ormai quantificabili in termini di perdita di ascolti anche per i telegiornali».

I rappresentanti sindacali dei giornalisti del servizio pubblico aggiungono: «Si tratta nell’insieme, come ha scritto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’apertura degli stati generali della Rai “di essere riconosciuti dai cittadini come fonte ispirata da valori di indipendenza, autonomia, libertà e molteplicità di voci”. Gli ultimi interventi del governo, mirati a ridurre le spese per gli investimenti sul personale Rai, vanno in una direzione diversa e rappresentano un vulnus anche rispetto all’European Media Freeedom act che entrerà in vigore il prossimo anno e mettono una grave ipoteca sul futuro della Rai, sconfessando di fatto il piano industriale».

I delegati evidenziano poi che «da anni la Rai non sostituisce le colleghe e i colleghi che vanno in pensione con un impoverimento del prodotto e delle professionalità. Da anni non sostituisce le colleghe in maternità facendo ricadere su di loro la responsabilità dei maggiori carichi di lavoro nelle redazioni. In questo quadro resta senza risposte anche la richiesta forte del sindacato di una nuova selezione pubblica per colmare i crescenti vuoti di organico nelle redazioni e garantire la mobilità interna. Parallelamente occorre procedere alla stabilizzazione di chi da anni svolge attività giornalistica per l’azienda con i contratti più diversi, ma senza diritti. È contro i principi della Costituzione alimentare con i soldi pubblici il precariato».

Il documento si conclude chiedendo «all’azienda l’immediata apertura di un tavolo di confronto che porti alla definizione del piano per l’informazione della Rai. Ma non solo, servono risposte anche sui vuoti di organico, sul diritto alla mobilità interna e sul premio di risultato, disdettato unilateralmente dall’azienda senza alcun reale spazio di trattativa».

In un altro documento, diffuso dall’esecutivo Usigrai, il congresso dei sindacato dei giornalisti Rai esprime poi «forte preoccupazione per la situazione della Rai con particolare riferimento alla mancanza di un piano di rilancio dell’informazione e alla mancanza di autonomia del servizio pubblico dalla politica».

I giornalisti accolgono quindi «con un applauso» le parole che il presidente Mattarella ha inviato alla presidente della commissione di Vigilanza Floridia in occasione degli Stati generali del servizio pubblico, parole che l’esecutivo Usigrai «non può che fare proprie a sua volta», in particolare citando il passaggio che rimarca come «il servizio pubblico vede rinnovata la straordinaria missione di essere riconosciuto fonte affidabile per i cittadini che con il pagamento del canone lo sostengono, permanendo intatta la sua responsabilità soltanto verso di loro, per essere cornice di libertà e spazio di inclusione».

Entro il 15 gennaio la convocazione della sessione ordinaria per l’elezione del nuovo Gruppo dirigente del sindacato.

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