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Per una campagna di sensibilizzazione contro l’uso delle armi e la sacra difesa della vita

Giuseppe Fiorenza * il . Campania, Costituzione, Criminalità, Cultura, Diritti, Giovani, Istituzioni, Politica

Sulla tragica vicenda che ha visto la vita di Emanuele Tufano spezzata così barbaramente, cose sagge, analisi puntuali ed anche proposte istituzionali sono state subito avanzate, ma non è più il tempo delle parole, quanto “invece” quello di rimboccarsi ancora le maniche ed intervenire rapidamente e concordemente sul piano sociale e culturale.

Non conto gli anni che ho speso, da militante di Libera, dal 1995 o ancora oggi con AsCenDeR e la Fondazione Giancarlo Siani, a partire dal 1985, per incontrare ragazzi sui temi della legalità, dell’anticamorra, del rispetto della vita…ma non può essere tempo di avvilimento.

Penso che tutte le associazioni, in una grande rinnovata e variegata alleanza, con Direzione scolastica, Comune, Regione, Chiesa, Fondazione Pol.i.s. e Fondazione Giancarlo Siani e le tante meritorie altre…dovrebbero lanciare una grande campagna di sensibilizzazione in tutte le scuole contro l’uso delle armi e della violenza, innescando la vera “bomba” della solidarietà e della legalità praticata, in difesa della vita, specialmente nella primavera giovanile…

Ma attenzione! Non solo nelle scuole, ma ovunque ci siano aggregazioni giovanili, con coraggio ed inventiva determinazione. Se no, sia pure “utilmente”, parliamo solo ad una quota più sensibile. Bisogna invece “penetrare” nelle zone più ostiche e dialogare, con forza, anche con genitori ed educatori.

Ho scritto tante volte “la legalità non s’insegna e non s’impara” ma va praticata con l’esempio e suggerimenti innovativi da seguire.

Sono reduce da una bellissima iniziativa per sostenere la Biblioteca Annalisa Durante, a Forcella, con papà Giannino, Pino Perna e tanti autorevoli amici e rappresentanti istituzionali.

Invece di sproloquiare, ho letto una poesia di Raffaele Viviani, “Guaglione”, in cui racconta dei tragici scontri tra giovani del tempo che finivano poi in carcere senza poterne più uscire:
“dichiaramente, appicceche;
e sciure ‘e giuventù
scurdate ‘int’a nu carcere,
senza puté ascì cchiù”

Ed oggi, però, siamo confortati dall’eccellente lavoro dei Garanti dei detenuti, Samuele Ciambriello, a livello regionale e Don Tonino Palmese, a livello comunale.

Ma Viviani racconta anche dei tanti accompagnamenti delle Guardie alle loro case…col triste commento: “Tu, pate, ll’hè ‘a ‘mparà! E manco ‘e figlie lloro sapevano educà.”

Ed il problema ritorna…possibile che nessuno controlli ragazzi che escono di casa con la pistola?

Allora bisognerà farlo, come minimo, per salvaguardia della loro stessa vita!

Ed è proprio Giannino Durante ad immaginare per Forcella una…“scuola dei papà”, geniale idea da sostenere.

Certo il controllo del territorio rafforzato, come è stato giustamente proposto dal Sindaco Gaetano Manfredi e prescritto dal Prefetto Michele Di Bari alle nostre eccellenti Forze dell’ordine è fondamentale.

Ma quell’azione preventiva culturale e sociale “dentro e fuori” delle scuole, molte spesso già ottimamente impegnate, è una precondizione necessaria.

Bisogna riuscire, anche “provocatoriamente”, a parlare con chi non sta a sentire, a partire da genitori, parenti, amici.

Bisogna inventarsi innovative e capillari strategie comunicative d’ogni sorta e con ogni “mezzo”, dai colloqui singoli, a quelli in piccoli gruppi, alle proposte esemplificative. Tocca a tutti noi !

Ed intanto Mariano Di Palma, attuale referente regionale di Libera, propone che “la Regione dovrebbe realizzare una epocale iniziativa per co-programmare, con chi opera davvero nei contesti difficili, strategie ed azioni a lungo termine per “prendere in carico” nuove generazioni di ragazzi e le loro famiglie. E salvarli attraverso le migliori pratiche educative, di rigenerazione urbana, culturale e di innovazione sociale.”

* Presidente di AsCenDeR

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