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Condannato Lorenzo Tosa, così muore la libertà di espressione

Alekos Prete il . Diritti, Giustizia, Informazione, Istituzioni

Il giornalista Lorenzo Tosa è stato condannato a pagare 15.000 euro, oltre alle spese processuali, a seguito di una querela per diffamazione presentata dall’ambasciatore Mario Vattani.

Questo verdetto, simile a quello che ha colpito Roberto Saviano per aver criticato la premier Giorgia Meloni, rappresenta un grave colpo alla libertà di stampa e un precedente pericoloso per il diritto all’informazione garantito dall’articolo 21 della Costituzione italiana.

La querela contro Tosa è un evidente esempio di SLAPP (Strategic Lawsuit Against Public Participation), una “querela temeraria” utilizzata per intimidire e silenziare le voci critiche verso il potere, specialmente quando queste riguardano figure pubbliche con un passato controverso.

L’Ordine dei Giornalisti, insieme a diverse organizzazioni come FNSI e Articolo Ventuno, aveva già espresso solidarietà a Tosa, condannando l’uso intimidatorio delle querele bavaglio.

Articolo Ventuno, in particolare, ha sottolineato la pericolosità di questo episodio, che potrebbe scoraggiare altri giornalisti dall’assolvere al proprio compito di informare i cittadini. Questo caso getta luce sull’abuso delle querele come metodo per limitare la libertà di espressione, minando uno dei principi fondamentali di una vera democrazia e dello stato di diritto in Italia.

Fonte: Articolo 21

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L’Ordine al fianco di Lorenzo Tosa: l’ambasciatore chiede al giornalista 50 mila euro di danni

SLAPP: lo strumento per mettere a tacere la stampa.

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