Leggi bavaglio, il confronto al corso di Latina. Articolo 21 annuncia un esposto a Bruxelles
Un confronto tra avvocati e giornalisti su “la cronaca giudiziaria ancora possibile” in Italia alla luce delle recenti leggi bavaglio. Questo l’obiettivo del corso di formazione per avvocati e giornalisti che si è tenuto a Latina grazie alla collaborazione tra Articolo 21 e Fondazione Pierro.
Molti i contributi portati all’analisi delle nuove norme, con relazioni dell’avvocato Dino Lucchetti del foro di Latina e del giudice Giuseppe Battarino, oltre agli interventi di Antonio Pierro, Giulio Vasaturo, Armando Argano, Graziella Di Mambro, Andrea Ranaldi, Guido D’Ubaldo.
Nel dibattito moderato dalla giornalista del Messaggero Elena Ganelli sono emerse diverse sbavature e derive censorie delle leggi, nonché la necessità di contemperare il diritto alla privacy dell’indagato, il segreto istruttorio e il fondamentale diritto all’informazione.
In apertura il coordinatore dei presidi di Articolo 21, Giuseppe Giulietti, ha annunciato un esposto alla Commissione Europea sul caso Italia, “ormai conclamato, visti i dati relativi alle querele temerarie e al blocco pressoché totale dell’accesso agli atti giudiziari, oltre alla palese caccia alle fonti dei giornalisti, che è un aspetto di gravità inaudita, dunque inaccettabile”.
Il corso si è svolto in concomitanza con il settimo anniversario dell’assassinio di Daphne Caruana Galizia e per questo il corso ha ospitato un intervento video, molto rilevante, di Manuel Delia, collega di Daphne e tra coloro che da sette anni portano avanti una battaglia perché sia fatta giustizia su quel delitto.
Delia si è soffermato sulle storture del processo in corso all’uomo accusato di aver procurato la bomba con cui è stata fatta saltare l’auto della giornalista. “È stato arrestato 5 anni fa ma il sistema giudiziario maltese è troppo lento e non so ancora dirvi quando ci sarà il processo. – ha detto – Il tema che voi affrontate è di grande attualità a Malta, gli avvocati del presunto mandante hanno ottenuto un divieto di pubblicare che vieta qualsiasi discussione sui media sulla relazione tra mandante e l’omicidio di Daphne, quest’ordine limita gravemente ciò che possiamo dire o fare anche mentre chiediamo giustizia per Daphne. Eppure noi non stiamo semplicemente aspettando un processo alla persona accusata di omicidio ma un processo che è la resa dei conti di una democrazia nelle mani della criminalità organizzata”.
A Latina focus sulle leggi bavaglio, ricordando Daphne Caruana Galizia
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