Obiettori in tempo di guerra
“In Kazakistan non puoi mai sentirti al sicuro; devi solo tenere la testa bassa”, ha detto Alexander, che ha raccontato di vivere senza una scheda Sim o un conto in banca per evitare di essere rintracciato dalla Russia.
È uno dei sei “disertori” russi ai quali per la prima volta è stato concesso il visto temporaneo da un Paese dell’UE, la Francia. In genere abbandonano l’esercito e si rifugiano in Kazakistan, in Armenia o in uno dei Paesi confinanti.
A quanto si sa, i giovani russi che hanno abbandonato la divisa e le armi da quando è iniziato il conflitto ucraino sono decine di migliaia. Fenomeno che adesso registra un’impennata anche in Israele dove 130 riservisti hanno firmato una lettera con la quale dichiarano di rifiutarsi di prendere parte alle operazioni militari fino a quando gli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas non verranno liberati a seguito di trattative.
Come Sofi Orr, 18 anni, che si è sottoposta a 85 giorni di carcere in Israele perché ha obiettato alla leva in Israele. “Mesarvot” e “Community peacemaker teams-Palestine” sono due delle organizzazioni sui due fronti mediorientali sostengono e coordinano gli obiettori di coscienza. Da oggi alcuni di loro sono presenti a Verona per l’iniziativa “Poeti sociali” promossa dalla Fondazione Toniolo con il patrocinio della città e del comune della città.
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