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“In Lombardia un ‘consorzio’ delle tre mafie”, così il Tribunale del Riesame

Redazione il . Giustizia, Istituzioni, Lombardia, Mafie

Il Tribunale del Riesame di Milano ha depositato nel procedimento n. 5799/23 R.G. N.R. e 21638/23 R.G. G.I.P. 13 ordinanze su 79 posizioni esaminate nell’appello proposto dalla Procura della Repubblica di Milano-DDA.

Il collegio ha ritenuto ampiamente dimostrato che il sodalizio contestato abbia fatto effettivo, concreto, attuale e percepibile uso – anche con metodi violenti e minacciosi – della forza di intimidazione nella commissione di diritti come nell’acquisizione del controllo e gestione di attività economiche, che sono propriamente gli ambiti di attività che, secondo il parametro normativo, tipizzano la natura mafiosa del gruppo.

L’avvalimento del metodo mafioso e il programma criminale mafioso ex articolo 416 bis terzo e sesto comma, c.p. non lascia mai dubbi sulla qualità propria dell’associazione.

In tal senso, rapportato ai paradigmi enucleati dalla Giurisprudenza di legittimità il sodalizio, tale per la funzionalizzazione di strutture e capitali comuni alla realizzazione con metodo mafioso del suo oggetto come partecipato (a vari livelli) da soggetti di diversa provenienza mafiosi e con un ambito operativo che è quello proprio del comma terzo dell’articolo 416 bis c.p., si connota indubbiamente in termini mafiosi.

In sintesi si può ritenere che singoli soggetti anche appartenenti alle mafie c.d. storiche abbiano costituito un’associazione di stampo mafiosa non configurabile però né come una confederazione di mafie né come una “super mafia” avendo trasferito nel suo indirizzo orizzontale tutti i tratti genetici delle associazioni di appartenenza.

Per le singole posizioni si richiamano alle ordinanze

Milano 14 ottobre 2024

Informazione provvisoria del Presidente del Tribunale di Milano Fabio Roja


Riesame, in Lombardia c’è ‘consorzio’ delle tre mafie

Accolto il ricorso della Dda di Milano dopo bocciature arresti

È stata riconosciuta l’esistenza di un “consorzio”, un’alleanza, delle tre mafie in Lombardia.

Lo ha deciso il Tribunale del Riesame di Milano dopo il ricorso della pm Alessandra Cerreti, nella maxi inchiesta “Hydra” dei carabinieri di Milano e Varese, che aveva rinnovato la richiesta di custodia cautelare in carcere per 79 indagati, dopo che il gip Tommaso Perna un anno fa aveva rigettato 142 istanze di misura cautelare su 153, disponendo 11 arresti, bocciando l’accusa di associazione mafiosa come “consorzio” delle tre mafie, Cosa Nostra, camorra e ‘ndrangheta, ribattezzato “sistema mafioso lombardo”.

Fonte: Ansa


Tribunale del Riesame: “In Lombardia c’è un ‘consorzio’ delle tre mafie”

I giudici, chiamati a esprimersi sulla maxi inchiesta Hydra della Dda, hanno riconosciuto la tesi dell’alleanza regionale tra mafia, camorra e ‘ndrangheta.

Il Tribunale del Riesame di Milano, dopo il ricorso della pm Alessandra Cerreti, ha riconosciuto l’esistenza di un patto tra mafia, camorra e ‘ndrangheta nella nostra regione.

Il “sistema mafioso lombardo” – questa la definizione – avrebbe fatto “effettivo, concreto, attuale e percepibile uso – anche con metodi violenti o minacciosi – della forza di intimidazione nella commissione di delitti come nella acquisizione del controllo e gestione di attività economiche”.

La pm Cerretti aveva rinnovato la richiesta di custodia cautelare in carcere per 79 indagati della maxi inchiesta della Dda Hydra dopo che il gip, un anno fa aveva rigettato 142 istanze di misura cautelare su 153, disponendo 11 arresti e bocciando l’accusa di associazione mafiosa.

Da quanto si è saputo, al momento sono state notificate le decisioni per la custodia cautelare per Giuseppe Fidanzati, presunto vertice per conto di Cosa Nostra, di Gioacchino Amico, per conto della camorra, e per Massimo Rosi, anche lui presunto esponente di vertice per la ‘ndrangheta.

Gli indagati potranno fare ricorso in Cassazione e, dunque, la decisione non è immediatamente esecutiva. Per una quarta persona, invece, il ricorso non è stato accolto.

Fonte: Rainews/Tgr/Lombardia


In Lombardia c’è un patto tra mafia, ‘ndrangheta e camorra

I giudici del Riesame hanno accolto il ricorso della procura sull’inchiesta Hydra

I giudici del Riesame di Milano, chiamati a decidere sul ricorso di 79 dei protagonisti dell’inchiesta milanese ribattezzata Hydra, danno ragione alla procura e sostengono – diversamente dall’impostazione del gip Tommaso Perna – l’esistenza in Lombardia di un presunto “patto” tra le tre principali organizzazioni criminali del Paese: mafia, ‘ndrangheta e camorra.

Le 140 richieste d’arresto respinte dal gip

Esattamente un anno fa il gip aveva respinto 140 richieste di arresti per i 153 indagati e aveva disposto il carcere solo per 11 persone accusate di diversi reati, ma non di associazione mafiosa.

Il collegio del Riesame di Milano ha ritenuto “ampiamente dimostrato che il sodalizio contestato abbia fatto effettivo, concreto, attuale e percepibile uso – anche con metodi violenti o minacciosi – della forza di intimidazione nella commissione di delitti come nella acquisizione del controllo e gestione di attività economiche, che sono propriamente gli ambiti di attività che, secondo il parametro normativo, tipizzano la natura mafiosa del gruppo”.

È questo l’esito, comunicato in una nota dal presidente del tribunale di Milano Fabio Roia, sul Riesame chiesto dalla procura in merito a Hydra. Il sodalizio “partecipato (a vari livelli) da soggetti di diversa provenienza mafiosa e con un ambito operativo si connota indubbiamente in termini mafiosi” per il collegio del Riesame.

Non “confederazione” ma un patto

In sintesi, si legge nell’informazione del tribunale, “si può ritenere che singoli soggetti anche appartenenti alle mafie cosiddette storiche abbiano costituito una associazione di stampo mafioso non configurabile però né come una confederazione di mafie, né come una ‘supermafia’ avendo trasferito nel sodalizio orizzontale tutti i tratti genetici delle associazioni di appartenenza”.

La tesi della sostituta procuratrice della Direzione distrettuale antimafia Alessandra Cerreti è stata accolta, ad ora, per 13 posizioni su 79. Le sezioni del Riesame hanno affermato come sia “ampiamente dimostrato” il cosiddetto ‘patto’ tra le varie mafie, quel “sistema mafioso lombardo” che è ripetuto 385 volte nell’ordinanza della procura, di più di 5mila pagine.

Una specie di patto orizzontale che aveva i Fidanzati e i castelvetranesi come rappresentanti di Cosa Nostra, gli emissari dei Senese (romani) per la camorra (tra cui, tra i destinatari del provvedimento del Riesame, Gioacchino Amico) e, per la ‘ndrangheta, la locale di Lonate Pozzolo, quella di Desio e la famiglia Romeo di San Luca.

In Lombardia “mafiosità imminente”

Nelle motivazioni il Riesame parla di “mafiosità immanente” della nuova associazione in Lombardia. L’uso “del metodo mafioso e il programma criminale” non lascia mai “dubbi sulla qualità propria dell’associazione”, rimarcano i giudici. Sulla base della giurisprudenza, “il sodalizio”, con “strutture e capitali comuni” e “partecipato” da persone “di diversa provenienza mafiosa”, si “connota indubbiamente in termini mafiosi”.

Sulle 79 posizioni del ricorso, il Tribunale dà conto del deposito al momento di 13 ordinanze, mentre risultano notificati provvedimenti a quattro indagati: custodia cautelare in carcere per la nuova associazione mafiosa per Giuseppe Fidanzati, presunto vertice per conto di Cosa Nostra, per Gioacchino Amico, per la camorra dei “Senese”, e Massimo Rosi, anche lui presunto esponente di vertice per la ‘ndrangheta. Gli indagati potranno fare ricorso in Cassazione e, quindi la decisione non è immediatamente esecutiva. Per la quarta posizione, invece, il ricorso non è stato accolto. A scaglioni nei prossimi giorni saranno notificate le ordinanze per le altre posizioni.

Fonte: Milano Today



Hydra: è il “sistema mafioso lombardo” per Dda Milano, ma Gip respinge arresti di 140 indagati

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