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La ‘ndrangheta e i capi degli ultrà di Inter e Milan. Blitz antimafia a Milano, 19 arresti

Redazione il . Forze dell'Ordine, Giustizia, Lombardia, Mafie, Sport

Nella mattinata odierna è stata eseguita – da personale della Polizia di Stato, unitamente a militari della Guardia di Finanza, con il coordinamento della procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano, Direzione Distrettuale Antimafia – un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 19 soggetti (16 in carcere e 3 agli arresti domiciliari), indagati, a vario titolo, in ordine ai reati di associazione per delinquere, con l’aggravante mafiosa, estorsione, false dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all’Autorità Giudiziaria, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, accesso abusivo a sistemi informatici, lesioni, percosse, rissa e resistenza a pubblico ufficiale.

I provvedimenti custodiali sono stati emessi dal GIP del Tribunale di Milano, su richiesta di questo ufficio, all’esito di una complessa indagine che ha riunito diversi filoni investigativi condotti da più articolazioni della Polizia di Stato nonché dal GICO di Milano e dallo SCICO della G.d.F.

Le indagini hanno consentito, secondo la prospezione accusatoria, di accertare l’esistenza di infiltrazione criminali tra gli ultrà e hanno coinvolto i principali esponenti dei c.d. “direttivi” delle tifoserie organizzate delle due principali squadre calcistiche milanesi.

In particolare, con riferimento agli indagati riferibili al c.d. direttivo della Curva Nord di fede interista, risultano contestati i reati di associazione a delinquere aggravata dalle finalità di agevolare la cosca mafiosa Bellocco, rappresentata con un ruolo attivo all’interno del gruppo ultrà da Antonio Bellocco, rimasto vittima di omicidio lo scorso 4 settembre, secondo la prospettazione dell’accusa, a opera di Beretta Andrea, proprio al culmine di dissidi sorti nella gestione degli affari economici connessi al tifo organizzato.

Il ruolo di promotore dell’associazione è stato contestato, oltre che al medesimo Bellocco, agli indagati Beretta Andrea e Ferdico Marco. Il direttivo, così composto dopo l’omicidio di Vittorio Boiocchi, aveva permesso di arginare la pretesa di altri soggetti, anch’essi riferibili a sodalizi mafiosi, a compartecipare agli introiti economici derivanti dalla gestione della curva.

A carico degli indagati, vengono ipotizzati, oltre ai reati di rissa, lesioni personali, percosse e resistenza a pubblico ufficiale commessi in occasione di manifestazioni sportive, anche episodi estorsivi connessi alla vendita dei biglietti ad altri gruppi ultrà organizzati, all’esecuzione di servizi di catering in realtà mai effettuati e strumentali al pagamento di fatture per operazioni inesistenti e quello di intestazione fittizia di beni.

Un ulteriore canale di finanziamento illecito individuato dalle indagini è rappresentato da una somma estorsiva mensile pari a 4.000 euro, versata dal gestore dei parcheggi dello stadio, a sua volta indagato e destinatario di misura cautelare per i reati di falso e concorso nell’accesso abusivo ai sistemi informatici. In tale vicenda, un ruolo determinate è stato di un dipendente della società di gestione dei parcheggi, trait d’union con i vertici dell’associazione criminale e, pertanto, indagato per il reato di concorso esterno nel sodalizio.

Una seconda ipotesi di reato associativo semplice viene contestato ai vertici del tifo organizzato milanista, noto come Curva Sud, al cui apice si colloca l’indagato Luca Lucci, con il ruolo di promotore e organizzatore. Anche a tale struttura associativa vengono contestati, oltre a numerosi episodi di violenza organizzata, commessi non solo in occasione di manifestazioni sportive, ma anche su commissione e per finalità ritorsive, ipotesi estorsive ai danni di una cooperativa addetta ai servizi di vendita e facchinaggio all’interno dello stadio, costretta a versare somme di denaro accantonate attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Le indagini hanno infine evidenziato che i vertici delle due tifoserie hanno siglato un vero e proprio “patto di non belligeranza”, evidentemente teso a massimizzare i profitti illeciti, così come emerso in occasione di un ulteriore ipotesi estorsiva finalizzata ad ottenere la vendita mediata e calmiera delle bibite all’interno dello stadio, che viene contestata in concorso ad alcuni appartenenti al tifo organizzato delle due curve.

Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari sono state delegate ed eseguite decine di perquisizioni a carico di ulteriori indagati. Inoltre, la Divisione Anticrimine della Questura di Milano ha applicato a più soggetti diversi divieti di accesso ai luoghi ove si svolgono manifestazioni sportive ovvero ha comunque avviato la relativa procedura a numerose altre persone.

Va fatta salva la presunzione di innocenza delle persone sottoposte ad indagini preliminari, da reputarsi non colpevoli fino alla eventuale sentenza di condanna divenuta irrevocabile.

Milano, 30 settembre 2024

Fonte: Procura della Repubblica di Milano



Milano: infiltrazioni mafiose tra gli ultras del calcio

A Milano, Polizia di Stato e Guardia di finanza, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia, hanno eseguito diverse ordinanze di custodia cautelare e perquisizioni nei confronti dei componenti di un’organizzazione criminale riconducibile ad alcune frange delle tifoserie ultras delle due principali squadre milanesi.

L’indagine ha svelato l’esistenza di un’organizzazione criminale di tipo mafioso radicata nelle tifoserie ultras.

Gli indagati, approfittando del loro ruolo all’interno dello stadio, hanno messo in atto una serie di reati connessi al mondo del calcio con l’obiettivo di accumulare profitti illeciti: sono accusati di associazione per delinquere con l’aggravante del metodo mafioso, estorsione e lesioni.

L’operazione di oggi è stata eseguita dagli investigatori del Servizio centrale operativo della direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato, dai poliziotti della Squadra mobile e da quelli della Sezione investigativa del servizio centrale operativo (Sisco) di Milano e i militari del Servizio centrale investigazioni criminalità organizzata (Scico) e del Nucleo polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Milano.

Fonte: Polizia di Stato


Maxi blitz contro i clan degli ultras di Inter e Milan, arresti e perquisizioni

Accuse di associazione a delinquere con aggravante mafiosa. Fra i coinvolti capi delle due tifoserie e il bodyguard di Fedez.

Gli agenti del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, della Squadra Mobile e della S.I.SCO di Milano stanno eseguendo decine di misure cautelari e decreti di perquisizione nei confronti di persone indagate a vario titolo per associazione per delinquere, con l’aggravante del metodo mafioso, estorsione, lesioni ed altri gravi reati.

Gli indagati sono quasi tutti riconducibili alle tifoserie ultras di Inter e Milan e i reati connessi al giro d’affari legato al contesto calcistico.

L’operazione è in corso dalle prime ore di questa mattina da parte della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Milano.

Oltre all’attività degli agenti della Polizia altre misure sono state eseguite da militari del Servizio Centrale Investigazioni Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) e del Nucleo Polizia Economico Finanziario della Guardia di Finanza di Milano – G.I.C.O. I dettagli dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa alle ore 11 e 30 negli uffici della Procura della Repubblica di Milano.

Tra i destinatari delle 19 misure cautelari, tra carcere e domiciliari, nell’inchiesta di Polizia e Gdf che ha “azzerato i vertici delle curve” di Inter e Milan ci sono Luca Lucci e Renato Bosetti, il primo capo della curva milanista, il secondo neo capo della curva nord interista dopo l’arresto di Andrea Beretta per l’omicidio di Antonio Bellocco. Entrambi destinatari di ordinanza in carcere, così come Marco Ferdico (curva interista). Ordinanza anche per Beretta, già in carcere per l’omicidio. E per Christian Rosiello, noto come il bodyguard di Fedez perché rimasto coinvolto nel presunto pestaggio ai danni di Cristiano Iovino.

Per l’inchiesta si è attivata anche la giustizia sportiva. Il procuratore federale della Figc, Giuseppe Chinè, sta infatti chiedendo in queste ore – apprende l’ANSA – ai pm della Procura della Repubblica di Milano l’ordinanza di custodia cautelare e gli atti di indagine non coperti da segreto. L’intento é verificare eventuali condotte “rilevanti” per l’ordinamento sportivo, da parte delle due società o di loro tesserati.

Inchiesta sugli ultrà, ‘estorsioni sul catering a San Siro’

Tra le presunte attività estorsive, contestate nella maxi inchiesta di Polizia e Guardia di Finanza e della Procura di Milano, che ha delineato una “alleanza” tra le curve degli ultrà interisti e milanisti nei traffici illeciti anche con infiltrazioni della ‘ndrangheta, c’è principalmente quella sui servizi di catering relativi allo stadio di San Siro. In più, da quanto si è saputo, dalle indagini dei pm Paolo Storari e Sara Ombra sono emerse anche estorsioni e richieste di “pizzo” nei confronti degli ambulanti che vendono panini e cibo fuori dal Meazza, oltre ad una serie di pestaggi e cosiddetti “reati da stadio”.

L’inchiesta non riguarderebbe, invece, traffici di droga. Diciannove le misure cautelari, 16 in carcere e tre ai domiciliari. I reati contestati sono associazione per delinquere con l’aggravante mafiosa, estorsione, false dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all’autorità giudiziaria, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, accesso abusivo a sistemi informatici, lesioni, percosse, rissa e resistenza a pubblico ufficiale.

Come spiega il procuratore di Milano Marcello Viola in una nota, si tratta di “una complessa indagine” delle Dda milanese “che ha riunito diversi filoni investigativi condotti da più articolazioni della Polizia di Stato, nonché dal Gico di Milano e dallo Scico della Gdf”. Assieme “all’esecuzione delle misure cautelari sono state delegate ed eseguite decine di perquisizioni a carico di ulteriori indagati”. Inoltre, la Divisione Anticrimine della Questura di Milano “ha applicato a più soggetti diversi divieti di accesso ai luoghi, ove si svolgono manifestazioni sportive”, ossia dei Daspo, o “ha comunque avviato la relativa procedura nei confronti di numerose altre persone”. Le indagini hanno consentito, secondo l’accusa, “di accertare l’esistenza di infiltrazioni criminali tra gli ultrà e hanno coinvolto i principali esponenti dei cosiddetti ‘direttivi’ delle tifoserie organizzate delle due principali squadre calcistiche milanesi”.

Dai pm ‘procedimento di prevenzione’ per Inter e Milan

La Procura di Milano, che ha sgominato i traffici illeciti delle curve di Inter e Milan con 19 misure cautelari, ha avviato anche un cosiddetto “procedimento di prevenzione” nei confronti di Inter e Milan, società non indagate ma che dovranno dimostrare, in un contraddittorio, di aver reciso i legami con il mondo ultrà, soprattutto sul fronte della gestione dei biglietti per le partite. Altrimenti si potrebbe arrivare, davanti alla Sezione misure di prevenzione del Tribunale, ad un provvedimento di amministrazione giudiziaria.

Lo stadio di San Siro, si legge negli atti, “e le attività economiche connesse sono fuori da ogni controllo di legalità”. Ciò è avvenuto, “almeno in parte, anche a causa di alcune carenze organizzative della Fc Internazionale nella gestione dei rapporti con la tifoseria: controlli assolutamente carenti per gli ingressi allo stadio; forniture di biglietti a soggetti appartenenti alla criminalità che poi effettuano enormi ricarichi in sede di rivendita; partecipazione ai guadagni da parte di soggetti indagati ovvero già condannati per associazione di tipo mafioso, che poi trasferiscono il denaro alla famiglia mafiosa di appartenenza”.

Nell’ordinanza si parla di “contatti agevolatori” e di vari episodi come “la corresponsione di 1500 biglietti alla curva nord, dopo pesanti pressioni, in occasione della finale di Champions League”, della “corresponsione di ulteriori abbonamenti alla curva Nord in occasione della estromissione degli Irriducibili”, un gruppo ultras. E ancora dei “continui rapporti con We Are Milano dietro cui si nasconde la gestione (occulta) di Andrea Beretta; il costante ingresso allo stadio di soggetti privi di tagliando, agevolato dalle pesanti intimidazioni nei confronti degli stewart, situazione che va avanti da anni e a cui nessuno pare essere in grado di porre rimedio”. Un capitolo dell’ordinanza riguarda, ad esempio, “l’incontro” di alcuni capi ultrà, come Marco Ferdico, finito oggi in carcere, “con il calciatore Skriniar” e “i primi contatti con l’allenatore” Simone Inzaghi.

Il procuratore Melillo: ‘Basta far finta di niente’

L’inchiesta milanese dimostra “i rischi di infiltrazione che si insinuano nel calcio professionistico e non professionistico da parte della criminalità organizzata”. Lo ha detto il procuratore antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo a proposito degli arresti dei capi ultrà di Milan e Inter nell’inchiesta della Dda milanese. Un’inchiesta che denota “rischi di infiltrazione nelle società calcistiche” come in altri settori. “Bisogna smettere di far finta di niente” su questi rischi. Il procuratore di Milano Marcello Viola ha spiegato che le società “sono parti offese” avendo messo in campo sistemi per prevenire gli illeciti.

Indagato un consigliere regionale lombardo

Tra gli indagati nell’inchiesta della Procura di Milano sulle curve ultrà c’è Manfredi Palmeri, consigliere regionale lombardo eletto con la lista di Letizia Moratti e consigliere comunale a Milano in una lista di centrodestra. E’ accusato di corruzione tra privati in una tranche per i suoi rapporti con un imprenditore interessato, si legge nell’ordinanza del gip, a “garantirsi l’aggiudicazione dell’appalto” per i parcheggi dello stadio di San Siro. “Adesso io a Manfred comunque gli ho comprato già il quadro è!! sono 10.000 di quadro!!”, diceva Gherardo Zaccagni, “gestore” di parcheggi e finito ai domiciliari per altre imputazioni.

Il gip: dall’Inter sudditanza verso i capi della curva

Le indagini “hanno evidenziato che la Società interista si trova in una situazione di sudditanza nei confronti degli esponenti della Curva Nord, finendo, di fatto, per agevolarli seppur obtorto collo”. Indagini su questo fronte che si sono concentrate soprattutto negli anni “2019 e 2020, ma la situazione, ad oggi, non è per nulla mutata (se non peggiorata)”. Lo si legge nell’ordinanza del gip di Milano Domenico Santoro, che oggi ha portato a 19 misure cautelari, sgominando gli affari illeciti delle curve interista e milanista.

Tra l’altro, nell’ordinanza si parla dell’attività “di bagarinaggio” sui biglietti con cui i capi della curva nord interista “hanno calcolato di trarre ingenti profitti illeciti”. Per l’ultima finale di Champions dell’Inter dello scorso anno, come emerge dagli atti, i capi curva Marco Ferdico, Andrea Beretta e Antonio Bellocco (ucciso da Beretta il 4 settembre), puntavano su “1500 biglietti da porre in vendita per la sola curva”. Tuttavia, “la società nerazzurra aveva messo a disposizione”, si legge ancora, “un quantitativo più esiguo di titoli d’ingresso, corrispondente a 800 biglietti”. Pertanto, Ferdico, “consapevole che gli introiti che avrebbe potuto acquisire dall’evento sportivo sarebbero stati ingenti, non aveva esitato ad esternare forti pressioni sullo Slo (Supporter Liaison Officer, ndr) dell’Inter”, Claudio Sala, su giornalisti, “su vecchi calciatori (Materazzi, Zanetti-dirigente Inter), sull’allenatore (Inzaghi) chiedendo la ratio della scelta societaria”.

Dagli atti non risultano responsabili o dirigenti dell’Inter indagati. Poi, Ferdico avrebbe minacciato “la possibilità che il tifo organizzato da lui rappresentato, la Curva Nord, potesse decidere di non presenziare e non tifare la squadra, ventilando l’ulteriore eventualità che questo potesse accadere non solo alla finale di Champions ma anche a quella di Coppa Italia che si sarebbe disputata da lì a pochi giorni”.

Il capo ultrà interista a Inzaghi: ‘Intervieni su Marotta per i biglietti’

Marco Ferdico, il capo ultrà interista finito oggi in carcere, “ha esplicitamente chiesto a Inzaghi”, l’allenatore dell’Inter, “di intervenire con la Società, o meglio direttamente con Marotta”, presidente nerazzurro, “al fine di ottenere ulteriori 200 biglietti” per la finale di Champions di Istanbul dello scorso anno. Lo si legge nell’ordinanza cautelare sul blitz contro gli ultras, che fa riferimento ad intercettazioni del maggio del 2023. Ferdico, si legge ancora negli atti, avrebbe ottenuto “la promessa di Inzaghi di intercedere con i vertici Societari”. Inzaghi che gli avrebbe detto: “parlo con Ferri con Zanetti con Marotta”.

I capi interisti favorivano il clan Bellocco

I principali indagati appartenenti alla Curva dell’Inter arrestati nell’operazione di oggi di Polizia e GdF sono accusati di aver dato vita a un’associazione, aggravata dal metodo mafioso, finalizzata a “commettere una pluralità indeterminata di reati di lesioni, percosse, resistenza a pubblico ufficiale, rissa, estorsione, intestazione fittizia”. Estorsioni anche ai danni “dei gestori del catering all’interno dello Stadio di San Siro, dove la corresponsione della somma estorta è avvenuta attraverso l’emissione di fatture false” e ai danni “di gruppi organizzati del tifo interista al fine di obbligarli ad acquistare tagliandi di ingresso allo stadio a prezzi maggiorati”.

Gli indagati, inoltre, stando alle indagini, “contribuivano al pagamento delle spese legali per i componenti della Curva Nord indagati per fatti violenti commessi in occasione delle partite o sottoposti a Daspo”. L’aggravante quindi è di aver commesso i fatti “anche al fine di favorire l’associazione mafiosa dei Bellocco, a cui Bellocco Antonio (ucciso di recente ndr.), arrivato a Milano grazie a Ferdico, che gli procurava alloggio e occupazione lavorativa fittizia, riversava parte dei guadagni derivanti dalle attività illecite, anche ai fini del mantenimento in carcere dei detenuti”.

Fonte: Ansa



19 arresti tra ultras di Inter e Milan: un’alleanza criminale che gestiva il business delle curve

Le mani della ‘ndrangheta nella vendita di gadget, bevande e gestione dei parcheggi. Tutti accusati di associazione a delinquere. C’è anche il bodyguard di Fedez. Tra gli oltre 50 destinatari del decreto di perquisizione un consigliere regionale.

Oltre alle 19 misure cautelari, tra carcere e domiciliari, firmate dal gip Domenico Santoro, sono più di 50 gli ultras delle curve di Milan e Inter destinatari delle perquisizioni nell’inchiesta di Polizia e Gdf, coordinata dalla Procura di Milano guidata da Marcello Viola. Indagine che ha smantellato i business illeciti degli ultrà, contestando l’associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso e le infiltrazioni della ‘ndrangheta nei traffici, oltre ad estorsioni e pestaggi.

L’operazione è scattata dalle prime ore di questa mattina da parte della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Milano. Oltre all’attività degli agenti della Polizia altre misure sono state eseguite da militari del Servizio Centrale Investigazioni Criminalità Organizzata (Scico) e del Nucleo Polizia Economico Finanziario della Guardia di Finanza di Milano – Gico.

Curve opposte ma con presunti interessi comuni su biglietti e parcheggi, gadget e panini, secondo quanto emerge nella doppia inchiesta del pm Paolo Storari. Tra gli arrestati della Curva Nord figurano il capo Andrea Beretta (già in carcere a San Vittore per l’omicidio di Antonio Bellocco), il vicecapo Marco Ferdico e il nuovo reggente della curva Renato Bosetti. Tra le file rossonere, invece, tra i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare figurano tra gli altri, Luca Lucci, celebre per la foto con Matteo Salvini, Christian Rosiello, il bodyguard di Fedez (il cantante è estraneo ai fatti) protagonista, di recente mesi, del presunto pestaggio del personal trainer Cristian Iovino in una discoteca e Islam Hagag, conosciuto come ‘Alex Cologno’, anche lui amico del rapper.

Indagato consigliere regionale Manfredi Palmeri

Il consigliere regionale della Lombardia, Manfredi Palmeri, è indagato per corruzione fra privati in un filone dell’inchiesta. Il politico, di origine palermitana, eletto al Pirellone con la lista di Letizia Moratti nel 2023 dopo 20 anni come consigliere comunale a Milano, è coinvolto nell’indagine per alcune intercettazioni di ultras e imprenditori sulla gestione dei parcheggi dello stadio San Siro per la stagione dei concerti.

In una telefonata del 2020 Giuseppe Caminiti (in carcere), figura apicale della curva nord dell’Inter e gestore occulto dei parcheggi di San Siro per conto di una società dell’imprenditore Gherardo Zaccagni (ai domiciliari), chiede “di sapere il nominativo della persona con cui avrebbero dovuto interloquire per garantirsi l’aggiudicazione dell’appalto”, si legge nelle oltre 500 pagine di ordinanza del gip Domenico Santoro. Viene indicato Palmeri come referente. “Lo sai cosa gli dico a Manfredi. “Dimmi che cosa vuoi? Vuoi 10.000? lo te ne do 15! Dammi tutto”.

Nell’ottobre 2023 l’imprenditore Zaccagni ritorna sull’argomento parlando dei “10.000 per il quadro da destinare a Palmeri Manfredi” e di “5.000 euro” da destinare “a quello del contratto Milan”. Nei mesi successivi – novembre e dicembre –  la ‘questione’ parcheggi per i numerosi concerti del 2024 viene seguita con attenzione da Zaccagni con “solleciti” al politico per giungere all’assegnazione.

Gip: “Da indagini emersa sudditanza Inter verso capi Curva Nord”

Le indagini condotte “hanno evidenziato che la Società interista si trova in una situazione di sudditanza nei confronti degli esponenti della Curva Nord finendo, di fatto, per agevolarli seppur obtorto collo”. È quanto si legge nella ordinanza del gip Domenico Santoro.

“Le conversazioni e le attività di indagine” – ricorda il gip – “concernono gli anni 2019-2020 ma la situazione, ad oggi, non è per nulla mutata (se non peggiorata)”.

Procura apre procedimento prevenzione contro Milan e Inter

La Procura di Milano ha avviato anche un procedimento di prevenzione nei confronti di Inter e Milan in parallelo alla maxi inchiesta sulle tifoserie organizzate dei due club che non sono indagati e sono considerate “soggetti danneggiati”. Le società dovranno dimostrare in un contradditorio di aver tagliato i legami con gli ultras e di aver predisposto modelli organizzativi per evitare infiltrazioni nei business collaterali al calcio come biglietteria, parcheggi, merchandising che sono al centro dell’inchiesta di Polizia, Gico e Scico della guardia di finanza. In caso contrario i pubblici ministeri potrebbero chiedere alla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano di disporre l’amministrazione giudiziaria nei confronti dei club con l’obiettivo di affidarle a un commissario per ‘bonificare’ la situazione.

Procuratore Antimafia Melillo: “Negli stadi propaganda razzista e antisemita”

“Il mio ufficio ha da tempo aperto una unità di analisi e impulso investigativo, un gruppo di lavoro che si occupa del condizionamento criminale delle attività sportive” e delle “logiche che sdoganano negli stadi la propaganda antisemita e razzista”. Così il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Giovanni Melillo, durante la conferenza stampa in Procura a Milano sulla maxi inchiesta che riguarda il mondo ultras e il tifo organizzato di Milan e Inter. La Procura nazionale antimafia ha svolto un lavoro di coordinamento dell’inchiesta. Melillo ha definito l’indagine dei pm Paolo Storari e Sara Ombra con l’aggiunto Alessandra Dolci dal “valore emblematico”

Fonte: Rainews



Omicidio di Cernusco sul Naviglio (MI): 11 coltellate letali inferte da Andrea Beretta ad Antonio Bellocco

Cernusco sul Naviglio (MI), ucciso Antonio Bellocco dell’omonimo clan in regolamento conti tra ultras Inter

 

 

 

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